Parla Salvatore Panetta: "Non voglio passare per quello cattivo: perché è stato il sindaco a escluderci dalle riunioni di maggioranza".
Dopo il voto di astensione sul Documento di indirizzo del Prg, il consigliere upt spiega le sue ragioni: "Ho voluto lanciare l'allarme perché si rischia di non arrivare in tempo all'approvazione del piano regolatore"
TRENTO. “Sono uno dei consiglieri più presenti, in Aula e nelle commissioni”. Dice questo Salvatore Panetta, l'ex consigliere provinciale, l'ex assessore, il 'ribelle' che nell'autunno scorso fu tra i protagonisti della 'mini-crisi' di giunta che portò il sindaco Alessandro Andreatta a rimettere mano alla sua squadra.
“Quando il sindaco ha definito la sua nuova giunta siamo stati chiari – afferma – e abbiamo detto fin da subito che non condividevamo la scelta”. Parla per sé ma anche per il suo collega Paolo Castelli. “Siamo comunque in maggioranza, abbiamo votato il bilancio, ho proposto un odg sulla sicurezza votato da tutti all'unanimità – spiega Panetta – ma siamo liberi di esprimerci e liberi di dire anche dei no”.
E l'ultimo no, sotto forma di astensione, è calato sul Documento di indirizzo per il Piano regolatore. “Un segnale, un allarme per dire che manca l'attenzione su alcuni temi: l'area dell'Italcementi, l'ex Atesina, il nodo dell'edilizia abitativa. Cose già affrontate in commissione – afferma – non certo una novità”.
Per Salvatore Panetta “manca strategia, e c'è il rischio che il Prg non arrivi nemmeno entro la fine della consiliatura”. Ecco spiegato, secondo il consigliere, il voto di astensione. Un voto che, proveniente dalla maggioranza, è stato però da tutti evidenziato. Anche ilDolomiti.it ne ha dato notizia.
“Volevo dare uno scossone – sottolinea – perché questi argomenti sono fondamentali e dovrebbero esserci all'interno di un documento di indirizzo”. Per lui la questione urbanistica è fondamentale, “e dovrebbe essere seguita a tempo pieno”. E dice questo: “Sono deluso dal fatto che il sindaco abbia tolto questa delega a un assessore per avocarla a sé, che per forza di cose non può dedicarsi a questo a tempo pieno”.
“Il Prg lo farà un'equipe – spiega – e ci sono delle perplessità: non lo dico solo io. Io pago solo la mia chiarezza. Io senza mai mancare di rispetto sono stato chiaro dicendolo apertamente”. Ma la delusione è anche un'altra: “Io in tutta questa vicenda sono stato trattato da cattivo”.
“Come nella vicenda del rimpastino in autunno – confida Panetta – perché io, il sindaco non lo vedevo da gennaio dello scorso anno per fare un ragionamento assieme. Io che con i miei voti ho evitato alla coalizione il ballottaggio”. E spiega com'è andata: “Lui mi ha chiamato al telefono senza nemmeno dire buongiorno. Mi ha detto così: 'Perché non vuoi una delega?'. Ecco – afferma dispiaciuto – a livello umano uno si sente... Insomma, siamo a questi livelli”.
“Alle riunioni di maggioranza io e Castelli non veniamo nemmeno invitati. E questo l'ha deciso il sindaco unilateralmente”. Riunioni in cui sarebbe stato possibile discutere anche dei rilievi fatti in Aula da Panetta, che poi si sono trasformati nell'astensione sul Documento di indirizzo per il Prg. “Se noi siamo esclusi dal confronto di maggioranza è ovvio che di questo io ne discuta in commissione e all'interno del consiglio”.
Non fa una piega se è vero che il sindaco li ha di fatto esclusi. “Un rammarico – dice – perché dovrebbe essere il sindaco a risolvere queste cose, ma è lui che ci ha messo fuori”.
E così si spiegano i voti contrari, le astensioni, le non partecipazioni al voto. “Ma si lavora a testa bassa. Io devo rispondere ai miei elettori che vogliono cose concrete, il bene della città”. Ma sulla collocazione non c'è dubbio: “Io mi sento parte del centro-sinistra-autonomista, indipendentemente se mi invitano o no alla riunione di maggioranza”.
Ma dell'Upt si sente parte? Perché il segretario provinciale Tiziano Mellarini l'ha detto chiaro che da Salvatore Panetta e Paolo Castelli prende le distanze politicamente in questo caso. “Su questo se ne parlerà dentro il coordinamento cittadino, nel parlamentino dell'Upt – spiega Panetta – ci sarà una riflessione in merito, è una questione delicata. Poi, certamente io ho la tessera dell'Upt, poi che ci sia un po' di perplessità non lo nascondo”.
E se ora il sindaco gli offrisse qualche delega? “Ormai è tardi – afferma risoluto – si poteva fare prima, magari non al telefono, magari senza usare questa cosa della delega solo per poter dire di avermela offerta”. Perché Panetta spiega che la delusione non è soltanto sua: “E' di tanti cittadini che mi hanno sostenuto alle elezioni, elettori che ora hanno visto quale trattamento mi è stato riservato”.