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Elisa Filippi parteciperà oggi alla direzione dem: "1.000 giorni importanti, il Pd ripartirà di slancio"

Oggi vertice del Partito Democratico all'indomani della débâcle referendaria. Elisa Filippi: "Necessario ripartire dalla fiducia del 40% degli elettori. Occasione per fare ordine e chiarezza interna"

Di Luca Andreazza - 07 dicembre 2016 - 09:38

TRENTO. Il parlamento più giovane e rosa della storia della Repubblica italiana e la legislatura numero 16 sono pronti a chiudere i battenti. Il Presidente Mattarella intanto ha preso tempo, mentre Renzi si è assunto alcuni obblighi: prima la manovra di bilancio e solo dopo il timbro presidenziale sulla lettera di dimissioni presentata dal segretario Pd. Questo il quadro che emerge nel panorama nazionale dopo la bocciatura del referendum costituzionale che ha portato l'ex inquilino di Palazzo Chigi a scivolare dalla poltrona. 

 

Il posto vacante ha attirato tutte le forze politiche e l'idea di correre alle urne ha subito una fulminea accelerazione, così come l'approvazione del bilancio imposta in queste ore proprio dal premier uscente, mentre nel pomeriggio è attesa la direzione nazionale dem, un'occasione per fare il punto post referendum con Elisa Filippi.

 

Gli scenari mutano di ora in ora. Renzi si dimette dalla segreteria del partito? Renzi continua? Renzi cosa fa?

 

"Attualmente la situazione è molto fluida, ma le dimissioni di Renzi come segretario Pd non sono attese all'interno ordine del giorno. Sarà comunque un momento per fare il punto e scegliere la via da perseguire".

 

Oltre alle dimissioni del premier, cosa lascia questo referendum?

 

"Indipendentemente dall'esito, questa tornata referendaria lascia una grande partecipazione popolare. E' certamente un aspetto importante e positivo vedere così tanti cittadini recarsi alle urne per far sentire la propria voce e il proprio pensiero. E' giusto e fondamentale considerare questa prospettiva".

 

Renzi è sembrato un uomo solo contro tutti: il fronte di opposizione si è compattato e catalizzato contro la riforma costituzionale, ora queste "alleanze" già vacillano. Una sconfitta amara, ma considerando il contesto si parla di 14 milioni di voti per il 40% di Sì.

 

Renzi annuncia le dimissioni, le reazioni della stampa internazionale

"Non ci sono dubbi, è una sconfitta e su questo non si discute, ma si trattava comunque di una competizione bipolare: Sì oppure No. Le elezioni politiche mettono invece in discussione più progetti e il 40% è un punto di partenza importante e un patrimonio da difendere, come è altrettanto doveroso rappresentare e rispondere a tutti quegli elettori che hanno dato fiducia alla riforma presentata dal Governo".

 

E fra i tutti inseriamo anche parte del Pd stesso. La minoranza interna si è impegnata senza risparmio per impallinare il premier uscente, nonché segretario del Partito Democratico.

 

"Sicuramente questo pomeriggio sarà anche il momento per affrontare un primo discorso politico interno, rispettando la posizione, le idee e i contributi di tutti. Alla fine però è necessario fare ordine, chiarezza e sintesi, altrimenti non si può fare tanta strada e il cortocircuito è dietro l'angolo".

 

A proposito di strada, si prospettano le elezioni già a febbraio 2017, un governo tecnico oppure un governo di scopo?

 

"La naturale scadenza della legislatura è febbraio 2018, quindi mi sembra difficile perseguire un governo tecnico, in quanto non avrebbe molto tempo di lavorare. Difficile tecnicamente anche conferire il mandato per un governo di scopo nel momento in cui incombe la modifica alla legge elettorale della Corte costituzionale (correzione del tiro alla Camera e proporzionale con sbarramento al Senato, ndr). Parola ai cittadini e il ritorno alle urne nel febbraio del 2017 mi sembra la soluzione migliore".

 

Renzi sarà della gara?

 

"Il Pd riprenderà lo slancio per riformare il Paese. Il percorso era appena cominciato e il lavoro ancora tanto da fare, ma sicuramente i primi risultati in 1.000 giorni non sono mancati, come la legge sulle unioni civili che ha cambiato la vita a tante persone, l'introduzione per il reato sull'omicidio stradale, la riforma del terzo settore oppure la legge sul dopo di noi, senza dimenticare che il Pil ha cambiato segno. Si può e si deve ancora migliorare. Sono tante le carte già giocate, ma il mazzo è ancora ricco di riforme da proporre e attuare".

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