L'Austria al voto, tra spinte populiste e un occhio all'Alto Adige, ma a festeggiare sono gli europeisti
Secondo le prime proiezioni il candidato Van der Bellen ha superato il 53,6% e dovrebbe essere il presidente eletto. L'Austria è ritornata alle urne dopo che la Corte costituzionale ha annullato la tornata del 22 maggio, quando vinse l'ex professore ecologista per 31 mila voti. Al voto sono stati chiamati 6,4 milioni di austriaci
+++ AGGIORNAMENTO +++
Secondo i primi risultati Alexander Van der Bellen è il nuovo presidente austriaco. L'annuncio è arrivato attraverso un comunicato della televisione pubblica Orf e del principale quotidiano austriaco Krone.at, che si sbilanciano pochi minuti dopo la chiusura dei seggi, visto il vantaggio dopo le prime sezioni scrutinate. Secondo le prime proiezioni, il vincitore del 22 maggio sarebbe infatti al 53,6% e il suo rivale ultranazionalista Hofer al 46,4%. I sostenitori di Alexander Van der Bellen stanno già festeggiano il successo annunciato del loro candidato, mentre Lothar Lockl, responsabile della campagna elettorale si è detto cautamente ottimista. Herbet Kickl, che ha guidato la campagna dell'ultranazionalista Norbert Hofer, ha invece ammesso la sconfitta.
"Voglio un'Austria europeista e impegnata per i vecchi valori di libertà, uguaglianza e solidarietà. Porgo la mano anche agli elettori di Hofer. Il mio obiettivo per i prossimi sei anni è che i cittadini, che mi incontreranno per strade, in metropolitana oppure in paese, dicano 'Guarda, il nostro presidente' e non solo 'il presidente'", queste le prime parole di Alexander Van der Bellen, già nominato presidente, anche se l'ufficialità arriverà soltanto lunedì.
"Un'enorme tristezza", così aveva commentato a caldo i primi exit-poll Norbert Hofer che poi sul profilo Facebook ha concesso l'onore delle armi al neo-presidente eletto: "Congratulazioni ad Alexander Van der Bellen per il suo successo, chiedo a tutti gli austriaci di restare uniti e lavorare assieme. Siamo tutti austriaci, non importa che cosa abbiano deciso alle urne".
IL RACCONTO DALL'AUSTRIA PER ILDOLOMITI.IT
TRENTO. Elezioni presidenziali in Austria, parte seconda. Gli ascolti per l'ultimo duello televisivo fra i candidati presidente hanno raggiunto "solamente" circa 844 mila austriaci, quando in maggio si toccò il record di 1 milione e 200 mila telespettatori. Numeri in calo certo, ma questo non vuol dire che l'interesse sia scemato, ma piuttosto è probabile che ormai i cittadini abbiano già fatto la propria scelta dopo una lunga e rinnovata campagna elettorale che si trascina ormai da un anno.
L'attesa oltre il Brennero per il risultato della seconda tornata elettorale in appena sei mesi non manca e si tratta infatti di un ballottaggio fra gli stessi candidati dell'ultima votazione in primavera.
La prima chiamata alle urne del 22 maggio scorso, era stata vinta da Van der Bellen. Il margine troppo basso (appena 31 mila voti in un Paese di circa 6 milioni e 400 mila abitanti aventi diritto, ndr) aveva però scatenato diverse reazioni e contestazioni, tali da indurre la Corte costituzionale austriaca a esprimersi per imporre un nuovo scrutinio. L'Austria pensava di poter accantonare la voce di brogli elettorali, vizi di forma e il pasticcio dei voti all'estero vari già in ottobre, ma le procedure hanno richiesto più tempo e quindi si è arrivati alla data di oggi fra spot, dibattiti, comizi e altre attività.
Oggi come ieri, la scelta appare netta: una politica europeista da una parte e il populismo ultranazionalista dall'altra. A cambiare, giocoforza, le strategie adattate e riviste in base all'esperienza in primavera: la fotografia propone però ancora un paese spaccato.
Da una parte Van der Bellen, che dopo aver vinto al fotofinish le contestate elezioni, ha intensificato la sua campagna elettorale sul campo: feste popolari, un pellegrinaggio in una nota basilica e l'appoggio alla presenza dei crocifissi nelle scuole pubbliche. L'obiettivo è recuperare le classi rurali, conquistate la volta precedente da Hofer su larga scala.
Dall'altra, Norbert Hofer, secondo gli ultimi sondaggi leggermente in vantaggio, che vuole rimettere tutto in gioco: l'appartenenza del suo paese all'Unione Europea e, argomento ancor più sensibile da queste parti, la divisione dell'Alto Adige dal Tirolo e il ritorno di Bolzano sotto la bandiera austriaca.
Indipendentemente dall'esito, quindi si prospetta una frattura dell'Austria, ideologica e sociale.
In queste ore di ri-voto, Giulio Imberciadori, studente trentino nel corso di laurea in Studi storici e filologico-letterari all'Università di Trento in Erasmus a Innsbruck, ci racconta come vive l'Austria il ritorno alle urne.
Giulio, ormai ci siamo, i seggi sono aperti, quale clima si respira in Austria per il secondo tentativo di eleggere il proprio Presidente?
"Abituato alle elezioni italiani, il clima qui sembra tutt'altro che teso e non si respira la classica tensione da voto, anche se ovviamente si nutre una certa aspettativa. Certamente la decisione di annullare la precedente votazione ha rasserenato molto gli animi e si cerca di non esasperare i toni. I cittadini invece sembrano stanchi e sono consci che l'immagine dell'Austria all'estero ha subito delle ripercussioni a causa di queste vicende. Se l'interesse mediatico, anche internazionale, che ha circondato queste elezioni presidenziali non ha precedenti, questa infinita campagna elettorale sembra aver fiaccato il desiderio di recarsi alle urne: probabilmente l'affluenza sarà inferiore alle precedenti".
Europa da una parte, controlli al Brennero dall'altro. La politica di Hofer sembra aggressiva, anche se nell'ultimo periodo ha abbassato i toni.
"Gli stessi candidati sono sembrati stanchi. La corsa presidenziale non è mai stata così lunga e quindi si è notato un certo calo e un irrigidimento delle proprie posizione. Hofer sembra essersi però un po' ammorbidito, indietreggiando sulle posizioni più estreme, come l'intenzione di costruire il muro al Brennero per bloccare l'immigrazione alla frontiera. Anche durante l'ultimo dibattito televisivo è stato piuttosto elusivo su questo tema, senza entrare troppo nel dettaglio. I cittadini dicono che questa lunga campagna e proprio l'eccessiva polarizzazione delle posizioni potrebbero aver allontanato molte persona dalla politica e dal desiderio di esprimere la propria preferenza"
Città contro campagna? A Innsbruck come si voterà?
"Nella votazione precedente Innsbruck si è schierata in favore di Van der Bellen, così come tutte le città, da Vienna a Salisburgo, da Linz a Graz. Il bacino forte di Hofer si è rivelata la campagna. Non mancano anche qui tanti elettori che scelgono il candidato ultranazionalista. Innsburck è una città universitaria e i tanti giovani austriaci invece preferiscono il leader europeista".
Il rappresentante FPÖ Heinz-Christian Strache ha parlato recentemente di 'guarire le ferite austriache' e riunire nuovamente il Tirolo. L'argomento Alto Adige è stato all'ordine del giorno durante la campagna?
"Qui a Innsbruck e nei diversi dibattiti televisivi la questione dell'Alto Adige non mi è sembrata essere in agenda. Non ho mai sentito parlarne riguardo questo aspetto e anche i cittadini mi sono sembrati piuttosto freddi su questa tematica".