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Degasperi: "Con la Carta di Udine Rossi ha svenduto il Trentino a Renzi"

Il Movimento 5 Stelle è critico rispetto all'accordo firmato lunedì a Udine da alcuni rappresentanti delle autonomie speciali. "Non c'erano nemmeno tutti i presidenti. E' come il Trattato di Campoformio. Lì si cedeva la Repubblica di Venezia all'Austria, qui si cedono le autonomie al Governo"

Pubblicato il - 12 ottobre 2016 - 19:39

TRENTO. "Le autonomie speciali non hanno nulla da temere dalla riforma costituzionale, anzi". Questa la considerazione del presidente della provincia Ugo Rossi a margine dell'incontro avuto a Udine con la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, il ministro per gli affari regionali, Enrico Costa, il presidente altoatesino Arno Kompatscher, l'assessore della Regione Sardegna Gianmario De Muro, dove è stata sottoscritta la Carta di Udine. Un documento che la stessa Provincia ha definito nel suo comunicato stampa "il loro 'manifesto' per non rinunciare alla loro identità nel momento in cui decidono di onorare il loro impegno al servizio del Paese".

 

Di parere totalmente opposto Filippo Degasperi consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle. "La Carta di Udine rappresenta la capitolazione di fronte alla volontà del governo Renzi di stravolgere la nostra Costituzione. E il convegno 'Riforma Costituzionale e Autonomie speciali' che si è tenuto a Udine non è stato altro che un indegno manifesto per il SI al prossimo referendum del 4 dicembre, pagato con risorse pubbliche". 

 

"Abbiamo dovuto attendere qualche giorno per capire come siano andate effettivamente le cose in quel di Udine - prosegue il consigliere M5S -. Perplessi fin dall'inizio per le modalità organizzative di questa iniziativa, durante il convegno si è di fatto assistito al trionfo delle posizioni a favore della 'schiforma' Renzi-Boschi-Verdini, senza che vi fosse alcuna possibilità di contraddittorio. Un modo scandaloso di interpretare il ruolo istituzionale e imparziale che dovrebbe essere sempre garantito da un ente pubblico. Il prodotto del convegno, la tanto sbandierata Carta di Udine, se da un lato riporta una enunciazione scolastica dei principi su cui si fondano le autonomie speciali, dall'altro rappresenta una resa incondizionata al governo centrale. Di certo la mancata sottoscrizione da parte del ministro Costa, noto alle cronache politiche per aver presentato la proposta di legge costituzionale intitolata 'Soppressione dello status giuridico di regione a statuto speciale e di provincia autonoma' lascia intendere il peso in termini di tutela effettiva".

 

"E' questa - prosegue Degasperi - una "Carta" che nemmeno è stata condivisa da tutte le autonomie. Chi tra queste ultime non ha firmato ha voluto forse mantenere un briciolo di dignità? In cambio di un flebile impegno circa la necessità di disciplinare meglio i procedimenti deliberativi delle commissioni paritetiche, si legge chiaramente che 'era ed è necessario portare a completamento e piena approvazione, con la collaborazione dei diversi sistemi istituzionali e con il decisivo apporto dei cittadini, attraverso il voto al referendum confermativo, la recente legge costituzionale per il superamento del bicameralismo paritario e la riforma del Titolo V della Costituzione'".

"Ecco - conclude il consigliere 5 stelle - il presidente della Provincia autonoma di Trento, presidente, in teoria, di tutti i trentini, ha già deciso il futuro della nostra autonomia senza attendere il pronunciamento dei cittadini chiamati ad esprimersi il prossimo 4 dicembre. Dopo il Trattato di Campoformido, quando venne ceduta la Repubblica di Venezia all'Austria, oggi, nel 2016, abbiamo la 'Carta di Udine'".

 


 


 


 

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