Consiglio provinciale, Fasanelli il più presente alle votazioni, Bottamedi al 65% (ma sulla legislatura è all'86%). Dorigatti: "Su ostruzionismo no a nuovo regolamento, serve mediazione"
Durante l'anno scorso sono state approvate 21 leggi provinciali, ci sono state 47 giornate d’Aula per 252 ore di lavori. Sono 68 i disegni di legge depositati. Il presidente: "Crisi della politica, aumenta il gruppo misto e le petizioni popolari"
TRENTO. Il presidente del Consiglio Bruno Dorigatti lo ammette fin dall'inizio del suo intervento: “Ci sono stati momenti non facili durante l'anno scorso per quanto riguarda l'attività politica”, e questo viene imputato alla crisi della rappresentanza “che per forza di cose si ripercuote anche sull'attività dell'Assemblea legislativa”.
L'illustrazione del “Rendiconto sociale 2016” del Consiglio provinciale mette in luce alcuni dati oggettivi di cui la presidenza esprime soddisfazione: “21 leggi provinciali per 403 articoli complessivi, 47 giornate d’Aula per 252 ore di lavori, ma anche 166 sedute delle cinque Commissioni legislative e 68 disegni di legge depositati”, snocciola Dorigatti.
Dati che non tengono però conto dei “momenti difficili per quanto riguarda l'attività politica”, come li ha definiti lo stesso Dorigatti. E il riferimento è alle numerose impasse: la legge sull'omofobia che ha bloccato il Consiglio per mesi, riducendosi poi a una mozione, la legge sulla Buona scuola su cui si è concentrato l'ostruzionismo della minoranza, che ha obbligato la maggioranza a cedere su più punti, la legge sulla doppia preferenza di genere che non vedrà mai la luce perché sommersa da più di cinquemila emendamenti.
“Ma per un cambio del regolamento – mette le mani avanti Dorigatti – non ci sono le condizioni”. E nemmeno sarebbe giustificato: “La politica ha trovato fino ad ora tutte le soluzioni. Una strada, quella della mediazione, che ha dato ottimi risultati”.
Per quanto riguarda la legge sulla doppia preferenza, proprio in questi giorni dentro la morsa dell'ostruzionismo, Dorigatti spiega che “anche in questo caso la politica dovrà adoperarsi per superare le divisioni. La maggioranza deve prendere atto della situazione e proporre una soluzione”.
“Perché – spiega il presidente – non è come alla Camera che c'è la legge di fiducia. Sono sistemi diversi, con leggi elettorali diverse, qui l'equilibrio si trova politicamente, non attraverso un regolamento d'Aula che consenta di limitare gli emendamenti”.
Sugli emendamenti, aumentati di molto in questa legislatura, Dorigatti afferma che “sono lo specchio della crisi della politica e della rappresentanza che colpisce la società”. Per integrare questa sua riflessione pone l'attenzione anche sul numero dei componenti del gruppo misto al quale sono confluiti consiglieri che hanno abbandonato i partiti con cui sono stati eletti: “Da un consigliere ora si è passati a cinque. Segno anche questo dei tempi che stiamo vivendo”.
Tempi che hanno portato anche ad un aumento delle petizioni popolari, “che sono state ben 5 nel 2016 e attestano – ha osservato Dorigatti – la necessità della popolazione, in tempo di crisi dei partiti e della rappresentanza politica, di arrivare al Consiglio senza mediazioni ed elaborazioni intermedie”.
Dorigatti parla anche le attività degli organismi del Consiglio: “La Commissione Pari opportunità, il Forum trentino per la Pace e i diritti umani, il Corecom, il Difensore civico, l'Autorità per le minoranze linguistiche”. E giudica di grande importanze anche il ruolo svolto dalla Consulta per lo Statuto di Autonomia, oltre all'esperienza del Dreier Landtag “importante per l'Euregio e i rapporti con le altre Autonomie”.
Spulciando poi nel Rendiconto Sociale 2016, tra i membri della Giunta che vantano di una maggior presenza alle votazioni del Consiglio, Michele Dallapiccola (presente all’83,9 % delle votazioni) è sul primo gradino del podio seguito da Luca Zeni (82,1 %) e Sara Ferrari (80.4%). Medaglia di legno al presidente Ugo Rossi (64,8%) e a seguire Mellarini (58,2%) e Olivi (50,1%) che chiude la classifica.
Tra i membri del Consiglio, in vetta alla classifica troviamo Fasanelli (99,7%), Simoni (99,4%) e Ossana (99,2%). D'altro canto, registra un maggior numero di assenze Manuela Bottamedi (è stata presente al 65,1% di votazioni, 489 assenze, di cui 477 giustificate).
Dato, quest'ultimo, che va considerato solo nel quadro annuale. La consigliera Bottamedi risulta infatti all'86% se si considera l'intera legislatura. E' risultata infatti assente (ma giustificata) nel luglio scorso in occasione dell'assestamento di bilancio su cui pesavano una serie di emendamenti votati a raffica dall'Aula.
Un ruolo non indifferente, nell’attività del Consiglio, è stato ricoperto dal consigliere di minoranza Claudio Civettini che, nel corso dell'anno, ha presentato ben 405 interrogazioni a risposta scritta. Seguono Filippo Degasperi con 211 interrogazioni, Maurizio Fugatti (206) e Claudio Cia (126).
Per quanto concerne le proposte di Ordine del giorno, 30 sono state presentate da Civettini, 23 da Borga e 16 da Degasperi.
Se Claudio Civettini non si smentisce nemmeno per quanto riguarda le proposte di Mozione (ne ha presentate ben 70), Mattia Civico, Walter Kaswalder e Lorenzo Ossanna non ne hanno presentata nemmeno una.