"Caro Ugo, sei arrogante e bugiardo". Bottamedi scrive a Rossi una lettera al veleno
Per la consigliera il governatore avrebbe punito insegnanti e bambini sulla questione del ricorso sulle graduatorie. "E hai punito me perché non sono asservita al tuo potere".
TRENTO. "Presidente Rossi, c'è posta per te". Ad inviare la letterina (al veleno) la consigliera Manuela Bottamedi che si toglie qualche sassolino dalla scarpa e accusa il governatore di aver gestito male le ultime questioni riguardanti gli insegnanti e la proposta di legge sulla diffusione di alcol tra i minori della stessa Bottamedi che, lo ricordiamo, la maggioranza non ha nemmeno voluto discutere.
"Caro Ugo Rossi,
quanti errori. Troppi. Sei troppo arrogante per fare le cose fatte bene. Racconti troppe bugie. E ti mancano umiltà e visione. Agisci in base a calcoli personali e sei troppo vendicativo".
Inizia così la missiva indirizzata a Ugo Rossi. E prosegue con l'elenco delle accuse: "Guarda cos'hai combinato solo negli ultimi giorni - scrive Bottamedi - ti stavano sulle balle (sic) le maestre che hanno fatto ricorso per entrare nelle graduatorie e le hai punite, salvo punire anche centinaia di bambini e famiglie che, inermi, assisteranno ora ad un assurdo valzer di insegnanti ad anno scolastico iniziato da un pezzo.
Ma non è finita. La consigliera prosegue scrivendo: "E poi? Poi ti stava sulle balle la sottoscritta e l'hai punita, affossando la mia legge e impedendo la discussione in Aula di un tema concreto, importante e delicatissimo come i minori e l'alcol. Hai voluto punire la mia libertà - scrive Manuela Bottamedi - la mia disobbedienza ai tuoi ordini, la mia ribellione alla sudditanza che pretendi da ciascuno di noi. Ma io non rinuncerò mai alla mia libertà, alla possibilità di dire e fare ciò che ritengo giusto per la nostra terra". Lo ribadisce: "Non mi sentirò mai una suddita. Non sarò mai serva del potere".
"Volendo punire me hai punito e imbavagliato la democrazia, il confronto, il libero scambio di idee, la ricerca di una soluzione pratica ad un problema reale. Il tuo schiaffo non mi spegne ma anzi: mi incoraggia a proseguire a testa alta.
E come me tanti trentini che sono arcistufi delle tue bugie e del tuo dispotismo. E che vogliono liberarsi una volta per tutte del soffocante sistema clientelare che tu stai foraggiando e alimentando".
Parole grosse che diventano sempre più pesanti. "Ti piace scimmiottare Renzi - afferma - ma ricordati che siamo un piccolo condominio che anche per colpa tua sta perdendo quel diritto all'autogoverno e all'autonomia che la Storia e i Padri costituenti ci hanno consegnato. Ora - continua - per garantirti un futuro ti sei inventato la lista Daldoss, un minestrone democristiano insapore, un contenitore informe che dà risposte solo a chi è in cerca di poltrone e piazeroti".
"Mi fermo qui, credo ce ne sia abbastanza. Abbastanza per capire che il Trentino, forse, merita di meglio". Ma se invece merita tutto questo, si interroga la consigliera, a quel punto, scrive, "sono io a non sentirmi più trentina". Ma questo, dice con una velata minaccia politica, "lo vedremo nel 2018". Firmato, senza formulare saluti né cari né distinti, Manuela Bottamedi.
Aspettiamo che al destinatario arrivi la letterina, in attesa della risposta che vedremo se il governatore vorrà dare.