Cannabis, la proposta di legge e i dati
Dalle 5 piantine per terrazzo alle sanzioni da codice della strada che restano inalterate. La Direzione nazionale antimafia: "Senza alcun pregiudizio ideologico si deve registrare il totale fallimento dell’azione repressiva"
Il disegno di legge in pochi punti prevede:
La possibilità di detenere per uso ricreativo fino a 5 grammi di marijuana, 15 nel privato domicilio.
La possibilità di coltivare sul terrazzo di casa un massimo di 5 piantine, semplicemente inviando una comunicazione. Non senza l'autorizzazione.
Nasceranno i “cannabis social club”, come in Spagna. Sono delle associazioni i cui membri (maggiorenni, non più di 50), potranno contare su 5 piante a testa e consumarne all’interno i prodotti.
La vendita verrà regolamentata in regime di monopolio di Stato. Un monopolio più rigido di quello del tabacco: per esempio non si potrà fare pubblicità.
Il consumo resta vietato nei luoghi pubblici, sia al chiuso che all’aperto: si fumerà solo in casa o in circoli.
Restano inalterate le sanzioni del Codice della strada (divieto di guida in stato di alterazione)
Il 5% dei proventi derivanti dalla legalizzazione verrà destinato alle battaglie di prevenzione contro la droga.
E ora un po' di dati (Fonte Internazionale, Giuseppe Rizzo del 29 giugno 2016, riferiti al 2014):
- in carcere sono finite 9.000 persone accusate di possesso e spaccio di cannabis, su 18.000 giudicate colpevoli per crimini legati alla droga e su 54.000 detenuti globali.
- i ragazzi tra i 15 e i 19 anni che hanno fumato cannabis almeno una volta sono 690 mila (il 24,31 per cento, quasi il 2 per cento in più rispetto al 2013).
- le persone tra i 15 e i 64 anni che lo hanno fatto sono 2,3 milioni.
- la direzione nazionale antimafia parla di “un mercato che vende, approssimativamente, fra 1,5 e 3 milioni di chilogrammi all’anno di cannabis (…) per un consumo di circa 25/50 grammi pro capite (pari a circa 100/200 dosi)”.
- se la cannabis fosse legalizzata, i guadagni per lo stato oscillerebbero tra i 5,5 miliardi e gli 8,5 miliardi di euro.
Anche alla luce di questi dati la Direzione nazionale antimafia, al febbraio 2015 ha scritto che: “Senza alcun pregiudizio ideologico, proibizionista o antiproibizionista che sia si deve registrare il totale fallimento dell’azione repressiva”.