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Borgonovo vota contro Zeni: "Un po' di sofferenza gli fa bene".

Non solo l'ex assessora, sulla mozione delle minoranze si astengono anche Civico e Plotegher: "Un segnale politico verso la nostra maggioranza"

Di Donatello Baldo - 18 ottobre 2016 - 16:13

TRENTO. Proprio non ci riesce la maggioranza a fare fronte comune contro le insidie dell'opposizione. Nel tranello della minoranza ci cade tutte le volte. Oggi si discuteva sull'accorpamento delle Rsa, ieri Pd Patt e Upt si sono riuniti per decidere la linea comune: “Si respinge la mozione e si sostiene l'assessore Luca Zeni”. Ma a pochi minuti dal voto un fulmine a ciel sereno, Donata Borgonovo Re annuncia la volontà di votare a favore “sui punti della mozione”, e chiede per questo che il consiglio possa votare per parti separate così da non dover votare anche la premessa dell'articolato.

 

L'ex assessora alla salute che ha dovuto cedere il posto a Luca Zeni annuncia quindi di appoggiare la mozione della minoranza, dell'opposizione, di coloro disseminano l'aula del consiglio di bucce di banana su cui immancabilmente qualcuno casca come un salame.

 

Pronti”, dice subito Claudio Civettini che in agguato non aspettava altro: “Siamo disposti a concedere il voto per parti separate così anche la collega Borgonovo Re possa esprimere il suo voto favorevole”. Ma ad esprimersi in modo difforme dalla maggioranza non sarà soltanto lei. Anche Violetta Plotegher, anche Mattia Civico

 

Non abbiamo voluto infierire e quindi ci siamo astenuti – spiega all'uscita dall'aula Donata Borgonovo Re - eravamo determinanti e se avessimo votato a favore la mozione sarebbe passata. Abbiamo voluto evitare alla maggioranza mal di pancia ulteriori di quelli che già soffrono per l'astensione di tre persone”. Una spaccatura però: “Ma non muore la maggioranza per tre astensioni”, osserva Borgonovo. Ma fate soffrire il vostro assessore, del vostro stesso partito: “Male non gli fa, è attraverso la sofferenza che a volte si razionalizzano buone intenzioni”.

 

È un segnale politico insomma, questo lo dicono esplicitamente. “Alcuni si sono attenuti al patto di maggioranza e noi invece abbiamo ritenuto di distinguerci”. Ma la maggioranza ieri ha deciso assieme, si è incontrata apposta per definire una strategia comune, questi distinguo non sono emersi: “Abbiamo deciso qui – spiega Borgonovo – io sono entrata con l'idea di capire. Ma se come dicono questo è un percorso aperto si tenga conto anche della nostra posizione”.

 

Ma qualcuno ieri, qualcuno di quelli che oggi si è distinto dal gruppo, l'ha detto che non tutto sarebbe filato liscio? “Io non c'ero”, dice l'ex assessora. “Io c'ero ma – dice Plotegher – le cose che ho detto non sono state raccolte”.

 

Macché – afferma invece l'assessore Zeni – non c'era Donata e nemmeno Mattia Civico. Violetta Plotegher sul merito non ha detto proprio nulla”. Luca Zeni comunque non si esprime, il volto è livido, esce di corsa dall'aula e dice ai giornalisti che cercano di chiedergli qualcosa: “Le domande fatele al segretario del partito”.

 

Nessuno dica che la consigliera Donata Borgonovo Re fa tutto questo per vendetta contro Luca Zeni che gli ha soffiato il posto da assessora. “Tanto ogni cosa che affermo poi si dice che è frutto di risentimento”. Chiude così, se ne va verso l'ascensore del palazzo. Il tempo solo per una considerazione. Un po' fuori tema ma in fondo di Luca Zeni stiamo parlando, mica della mozione all'ordine del giorno: “Perché adesso va benissimo chiudere il punto nascite di Arco – dice ironica – ma io non l'avrei chiuso quel presidio, io l'avrei potenziato perché poteva diventare una realtà importante con il centro di Procreazione medicalmente assistita. Ma va tutto bene, va tutto bene...”.

 

È una sollecitazione – afferma pacata Violetta Plotegher – e non va letta come una sconfessione della maggioranza”. Va comunque letta come l'ennesima figuraccia. Una maggioranza che non riesce mai a fare sintesi, un Pd diviso che sembra sempre a congresso, diviso per bande, rancoroso.

La mozione comunque non è passata. Il consiglio straordinario convocato d'urgenza su richiesta della minoranza per trattare dell'ipotesi di accorpamento delle Rsa, convocato esclusivamente ad uso e consumo della stampa e per provare a tendere il tranello alla maggioranza ha conseguito i suoi alti propositi. Ne stiamo parlando e la trappola è stata approntata. E qualcuno c'è caduto dentro.

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