L'ombra del ricorso sulle amministrative del 4 maggio: la preoccupazione che dal Tar arrivi una "sospensiva" c'è. Ma le norme urgenti del 2020 parlano di "deroga"
C'è grande preoccupazione da parte di chi conosce approfonditamente la materia: i "tecnici" sono seriamente preoccupati non tanto che il Tar disponga il rinvio delle elezioni, quanto che attui una sospensiva e rinvii la questione ad altri organi. In tal caso il problema sarebbe generato dalla tempistica e nell'impossibilità di presentare in tempo le liste (scadenza 18 marzo). Una prima risposta è attesa per metà febbraio
TRENTO. Il timore che le elezioni amministrative, in programma il 4 maggio in 157 comuni del Trentino, tra i quali figurano praticamente tutti i maggiori centri della Provincia, tra cui Trento, Pergine Valsugana, Riva del Garda, Arco, Mori, Lavis, Levico Terme, Cles, Borgo Valsugana e Predaia, possano essere rinviate c'è eccome. E, con il passare dei giorni, il partito dei "preoccupati" sta diventando sempre più numeroso, anche se nel 2020 venne esplicitato che la durata quinquennale del mandato avrebbe avuto una scadenza "in deroga".
Il ricorso presentato al Tar qualche settimana fa da diversi sindaci trentini, con in testa l'attuale primo cittadino di Pergine Valsugana, Roberto Oss Emer (ma del "gruppone" figurano Andrea Brugnara di Lavis, Clelia Sandri di San Michele all'Adige e Giovanni Chiarani di Drena), spaventa e non poco chi ha già deciso di candidare alle prossime amministrative, chi sta "lavorando" per comporre le liste e i referenti di tutti i partiti che, di fatto, si trovano in un grande "limbo".
Secondo i sindaci che hanno presentato il ricorso, le elezioni a maggio sono illegittime, in quanto, cinque anni fa, nel 2020, a causa della pandemia di Covid-19, la tornata elettorale venne spostata da maggio a settembre e, dunque, procedendo con le elezioni a maggio si perderebbero alcuni mesi di consiliatura, che la legge fissa in 5 anni, salvo casi particolari.
Ecco, appunto: nel 2020, proprio per fronteggiare la situazione d'emergenza creatasi con la pandemia, vennero emesse - in deroga alla Legge Regionale - "Norme urgenti di rinvio del turno elettorale generale 2020 per l’elezione del sindaco e dei consigli comunali".
All'articolo 4 è esplicitato che "I consigli comunali e i sindaci eletti nel turno elettorale generale dell’anno 2020 restano in carica fino al turno elettorale 1 In B.U. 25 giugno 2020, n. 26 – Supplemento n. 3. LEGGE REGIONALE 23 GIUGNO 2020, N. 1 generale dell’anno 2025, in deroga alla durata quinquennale stabilita dall’articolo 46, comma 1, e dall’articolo 58, comma 1, della legge regionale n. 2 del 2018".
I sindaci che hanno promosso il ricorso sono convinti dell'azione promossa. Le preoccupazioni di chi, oggi, attende notizie per capire quando saranno effettivamente le elezioni, sono legate alle tempistiche della questione: dal Tar potrebbe infatti non arrivare una decisione "definitiva" (le elezioni sono illegittime, devono tenersi in autunno oppure: si può votare il 4 maggio), bensì un rinvio ad altri organi (nel caso il Consiglio di Stato), che si esprimerebbero successivamente e con tempistiche non compatibili con una tornata elettorale a maggio.
In sostanza: il Tribunale Amministrativo Regionale potrebbe confermare che il "sì, il tema esiste e merita di essere analizzato", ma dichiararsi non competente in materia e, dunque, passare la "palla" ad altri giudici. A quel punto, visto che dal 14 al 18 marzo dovranno essere presentate le liste, il rischio concreto è che veramente si vada verso il rinvio della tornata elettorale, considerato che mancherebbero i tempi "tecnici" per operare secondo quanto previsto dalla legge.
Lo spostamento delle elezioni potrebbe provocare "scossoni" non solamente a livello politico, visto che potrebbero cambiare le "carte in tavola", ma anche da un punto di vista gestionale, con i comuni più piccoli (la cui "macchina" amministrativa non è nemmeno paragonabile a quella che opera nei grandi centri) che si ritroverebbero, magari, con una nuova Giunta a poco più di due mesi dalla chiusura con la questione bilancio da affrontare e tante altre pratiche di fine 2025 da smaltire obbligatoriamente in pochissimo tempo.
In tal senso lo spostamento delle elezioni cinque anni fa aveva creato numerosi problemi: il rischio che tale scenario si possa riproporre c'è, inutile negarlo e i "tecnici" ne sono ben consci, qualcuno dicendosi addirittura stupito che la questione non venga trattata in maniera più approfondita a livello politico. Un primo pronunciamento sulla richiesta di rinvio è atteso per la metà di febbraio con i tempi che si stringerebbe ulteriormente.