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"Battaglia ideologica e retrograda", Tosi sul divieto del governo alla cannabis light: "Non c'entra nulla con la droga e questi agricoltori non sono spacciatori"

L'europarlamentare e coordinatore del Veneto e reggente in Trentino di Forza Italia, Flavio Tosi: "Così l'Italia resta fuori dal mercato e intanto su internet si trova tutto. Con il Ppe sosteniamo la petizione dei produttori per togliere il divieto alla produzione e alla commercializzazione di canapa industriale"

Di Luca Andreazza - 24 febbraio 2025 - 20:58

TRENTO. "La cannabis light non c'entra nulla con la droga e per questo come Partito popolare europeo, non solo come Forza Italia, abbiamo deciso di sostenere la petizione per rivedere la norma italiana". A dirlo è Flavio Tosieuroparlamentare e coordinatore del Veneto e reggente in Trentino del partito fondato da Silvio Berlusconi e oggi guidato dal ministro e vice premier Antonio Tajani. La forza di centrodestra punta a rivedere la norma del governo di bandire la produzione della canapa industriale in Italia. "Si parla di più di 10 mila agricoltori, iscritti alle associazioni di categoria, e quindi non di spacciatori".

 

La scelta di vietare questa produzione è contenuta nel ddl sicurezza. I produttori, che rischiano di dover chiudere le aziende o investire per riorganizzare l'attività, hanno avviato una petizione. E Forza Italia ha convinto il Ppe a sostenere questa posizione.

 

"Questa produzione era lecita fino a poco tempo - evidenzia Tosi - in linea anche con la legislazione europea, che deriva anche dalla gestione del farmaco, e che certifica questo tipo di attività agricola. Ci sono le attività farmaceutiche e poi ci sono i prodotti ludici che vengono commercializzati in base alle previsione di legge. In Italia c'è adesso un divieto di produzione e di commercializzazione della canapa industriale".

 

Il rischio è di danneggiare un settore produttivo (e in parte anche quello farmaceutico) per quella che Tosi e Forza Italia considerano "una battaglia ideologica e retrograda del governo" (queste le parole utilizzate da Tosi nell'intervista a Huffpost). "Non c'entra nulla con la droga e con lo spaccio", aggiunge Tosi. "Così ci sono circa 10 mila agricoltori fuori dal mercato. Nonostante gli investimenti, queste aziende rischiano di chiudere o di dover cambiare settore mentre poi in internet si trova tutto. La petizione chiede all'Europa di intervenire rispetto a questa decisione italiana perché va contro il principio di libera scelta e di libera concorrenza".

 

Le ultime stime in Italia indicano che sono circa 800 le aziende agricole che coltivano cannabis light. Poi siamo oltre un migliaio di imprese specializzate nella trasformazione. Una mossa, quella di equiparare la cannabis light (la normativa di riferimento è la 242/2016 che ha legalizzato la coltivazione, la trasformazione e la vendita della cannabis light: si fa riferimento ai prodotti di canapa con una concentrazione di Thc inferiore allo 0,6% per la coltivazione e allo 0,5% per la commercializzazione affinché non provochi effetti psicotropi) con quella illegale, che rischia di mandare in frantumi un intero settore che conta all’incirca di 11 mila occupati.

 

Dati che non considerano le nuove aziende che si sono adoperate a creare un vero e proprio reparto industriale di lavorazione. In Trentino Alto Adige dal 2017 a oggi sono una decina le aziende impegnate nella produzione della canapa legale e in questi anni sono stati avviati anche diversi punti vendita per non contare le rivendite.

 

Anche perché in Italia "non si può produrre e commercializzare, mentre negli altri Paesi è possibile", prosegue l'eurodeputato. "Naturalmente e giustamente ci sono protocolli severi e rigidi, così come ci sono i controlli lungo tutta la filiera". 

 

Come Partito popolare europeo, non solo quindi come Forza Italia, "abbiamo chiesto che si proceda con la valutazione della petizione. Si apre così la discussione per certificare che la decisione del governo è contro il libero mercato, la libera concorrenza e che danneggia le imprese del settore. Il voto della risoluzione del parlamento europeo potrebbe ridare la possibilità di coltivare e di produrre la canapa industriale, come avviene in tutta Europa", conclude Tosi.

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