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Valdastico, dai ritardi al tabù, dall'idea di futuro alle proteste in Aula: parte l'iter per approvare la variante Pup. "Si discute da 50 anni e nasce un 'No' qualcosa" ogni volta"

E' iniziata la trattazione del ddl dell'assessore Mattia Gottardi per approvare la variante al Pup relativa alla connessione Corridoio Est. Si torna così a parlare di Valdastico, ancora una volta

Di LA - 01 ottobre 2024 - 20:59

TRENTO. La Valdastico ritorna, ancora una volta, sul tavolo. E' iniziata, infatti, la trattazione del ddl firmato dall'assessore Mattia Gottardi per approvare la variante al Pup relativa alla connessione Corridoio Est.

 

Un testo non emendabile e che, attualmente, vede la presenza di 51 proposte di ordine del giorno firmate da Filippo Degasperi (Onda). Dopo la presentazione del disegno di legge da parte della Giunta si è passati alla discussione generale. Nella prima giornata hanno preso la parola Lucia Coppola (Alleanza Verdi Sinistra), Mirko Bisesti, Stefania Segnana, Roberto Paccher (Lega), Antonella Brunet, Eleonora Angeli (Lista Fugatti), Vanessa Masè (La Civica), Daniele Biada (Fratelli d'Italia) e Alessio Manica (Partito Democratico).

 

Dopo la lettura della relazione relativa ai lavori sul ddl 37 della Terza commissione da parte della presidente Vanessa Masè (La Civica), disturbata dalla presenza in galleria di alcuni esponenti dei comitati del "No", richiamati al regolamento d’Aula dal presidente Claudio Soini, ha preso la parola Gottardi, il quale ha citato il nodo della partecipazione emerso in commissione. L’assessore ha ricordato che qualora il concessionario manifestasse un interesse, l’iter sarebbe quello partecipativo: anche in quel caso di fronte a un’ulteriore proposta progettuale compatibile con la variante e con il Pup si vedrebbe, ha assicurato, un iter partecipato dal Consiglio e dagli enti territoriali.

 

"Il ddl, non per volontà di maggioranza, ha un iter particolare e non è emendabile e a questa impossibilità i consiglieri hanno adeguato la strategia d’Aula - dice Gottardi - a valle di un eventuale processo autorizzatorio, il Consiglio sarebbe coinvolto in fase di ratifica". L'assessore ha ricordato le posizioni antitetiche presenti in Aula sul tema, "il dibattito che procede da oltre 50 anni e che ogni volta ha visto la nascita di un comitato 'No qualcosa'. Su qualunque punto si è sempre trovato un modo legittimo di opporvisi, come ci sarà un legittimo tentativo di affossare l’iter di approvazione del ddl con la presentazione di diversi ordini del giorno. Una strategia alternativa all’ostruzionismo degli emendamenti per far slittare e così evitare l’approvazione della variante Corridoio Est. Tutto è lecito, quello che però non riuscirete a interrompere sarà la volontà politica di questa maggioranza, espressa da tante altre categorie a sostegno del collegamento. Qualora questo ddl non dovesse trovare l’approvazione dell’Aula, la maggioranza cercherà comunque di darne attuazione".

 

A intervenire Lucia Coppola, l'esponente di Alleanza Verdi Sinistra ha ricordato come inusuale e mai accaduto che in prossimità di una discussione generale si mettano le mani avanti nel modo in cui ha fatto l’assessore. "Dopo 50 anni si parla ancora Pirubi che poi è divenuta Valdastico e che ora è l’innominata: si è invitati a votare qui una variante al Pup relativo all’ambito di connessione Corridoio Est. In tutti i documenti, ha chiarito, la parola “Valdastico” è un tabù, non viene mai pronunciata a significare che nemmeno chi propone è così sicuro del percorso partecipativo che è stato e che ha visto tanti Comuni pronunciarsi negativamente, Comuni che rappresentano 215.000 cittadini del Trentino".

 

Un processo partecipativo? "Un modo curioso e strano di intendere la partecipazione - per Coppola - sono solo tre i Comuni che si sono pronunciati a favore della Valdastico. Una grande opera che il Trentino ha saggiamente rifiutato per 50 anni, un’opera inutile, costosissima e deturpante del prezioso ambiente e paesaggio trentino. Poi si dice che la modifica non determina previsioni, si modifica però il Pup. In tanti hanno un’altra visione di sostenibilità e di mobilità sostenibile, l’opera di infrastrutturazione avrebbe un enorme impatto ambientale e interferirebbe in modo violento con il territorio e la vita delle comunità che lo abitano. Le valli non sono meri canali di transito permanente" e ha ricordato le frane che si sono verificate e l’aspetto geologico e i costi ingentissimi di un’eventuale opera.

 

Il riferimento alla Valsugana: "Si dice che con la Valdastico ricomincerà a vivere, ma il tratto Tezze-Borgo è uno dei meno trafficati del Trentino (4 milioni di veicoli l’anno). La presenza maggiore di traffico sul tratto Borgo-Trento Nord dimostra che gran parte del traffico è interno e non sarà condizionato dalla Valdastico", aggiunge Coppola. "Ancora: la A31 avrà un pedaggio medio di tre volte superiore delle altre strade in zona, mentre la Ss47 rimarrà gratuita e quindi preferita. Coppola ha parlato delle audizioni in Terza commissione: la Comunità della Vallagarina ha ricordato la necessità di un dialogo con le istituzioni locali; il Cal parla di un’indeterminatezza dello scenario pianificatorio, dice che la variante manca dei presupposti che dovrebbe avere una variante al Pup".

 

Il centrodestra invece appare più che convinto di procedere nella direzione intrapresa. L'ex assessore Mirko Bisesti ha spiegato che sono già stati depositati oltre 50 ordini del giorno e che ne sono stati annunciati altri: "Il tempo in Aula non manca, ma manca invece al territorio. Nel febbraio 1959 è nata l’Autostrada del Brennero: la mostra delle Gallerie di Piedicastello riporta anche le proteste durante la prima fase della realizzazione dell’A22, un’arteria fondamentale che collega il nostro Paese con il Nord Europa. Il tempo che si spende non ce lo ridarà nessuno".

 

L'ex assessore ha citato in questo senso il dibattito di un secolo sulla funivia Trento-Bondone, quello di 59 anni sul completamento della Valdastico: "Si è rimasti colpevolmente fermi come su tante grandi opere il nostro Paese. Ci si lamenta che i giovani vanno all’estero e non tornano, anche il Trentino si è reso colpevole nel Dopoguerra di tante opere incompiute in Italia".

 

Nel 2015, ha ricordato il consigliere leghista, un giornalista scriveva che la Pirubi, poi Valdastico, si farà e un ministro del Pd confermava il fatto di voler e dover proseguire sui lavori: Bisesti ha rilevato un’incoerenza della sinistra che a volte parla delle opere in un modo localmente e poi a livello nazionale non si comporta nello stesso modo. "Nel 2018 e nel 2023 questa maggioranza è stata molto chiara: ci si è presentati all’inizio agli elettori dicendo che l’opera s’ha da fare". Anche Segnana ("L’ostruzionismo non permette di attuare programma di maggioranza, il presidente Fugatti con la maggioranza ha ricevuto il 51,82% dei consensi") e Paccher (Il partito del 'No' ha bloccato lo sviluppo del Trentino) sono favorevoli, così come le esponenti della Lista Fugatti, cioè Antonella Brunet ("Un'opportunità per chi vive lontano) e Eleonora Angeli ("Necessario guardare all'opera senza pregiudizi). 

 

Per Vanessa Masè (La Civica) "si stanno solo aumentando le possibilità di fare bene" e per Daniele Biada (Fratelli d'Italia) "bisogna proseguire l’A31 per lo sviluppo del Trentino". 

 

Invece Michela Calzà (Pd) ha richiesto i dati di traffico, mentre Alessio Manica (Pd) ha spiegato che il centrosinistra ha scelto di non realizzare la Valdastico. Il consigliere ha cercato di rispondere a chi si chieda come mai ci sia una distanza così ampia tra centrosinistra e centrodestra sul tema.

 

"Siamo così distanti - dice Manica - perché sulla Valdastico si riassume in maniera plastica l’idea di futuro che abbiamo. Dentro il futuro che immagina il centrosinistra e che si crede di interpretare rispetto alle evoluzioni del pianeta, non si vede la Valdastico: una posizione non nata automaticamente. Negli ultimi decenni ci sono state posizioni anche nel centrosinistra che chiedevano la Valdastico, ma contestualizzate si capisce che sono espressioni di una data epoca. Chi ha governato in passato ha maturato la convinzione che il Trentino per svilupparsi con una qualità di vita che comprenda la tutela della qualità ambientale non vede la realizzazione della Valdastico".

 

Il consigliere ha ancorato i suoi pensieri, in primis, alla concessione del 1970 del primo tratto: il dibattito avvenne nei decenni in cui l’Italia si infrastrutturava con le autostrade e in cui si vedeva l’automobile come mezzo primario di viabilità. Tra il 1972 e il 1976 si cantierò il moncone che ora non ha sbocco, nei decenni successivi la Valdastico nelle ipotesi si spostò, uscendo a Trento, Valsugana, Terragnolo, Besenello e Rovereto. Fino al 2014 e poi a oggi "con il cambio di governo in Provincia l’opera torna a essere una priorità dopo che il centrosinistra l’aveva considerato un non-tema per il Trentino, aveva scelto di non realizzarla. Ora dal 2018 la Valdastico entra in programma di maggioranza facendo finta che tra il 1970 e il 2024 non sia successo niente, come se non fosse cambiato nulla nell’impronta dello stare al mondo, sembrano anni trascorsi invano", continua il consigliere dem che ha parlato delle infrastrutture in termini di reti (virtuali e non) intervenute tra l’inizio della realizzazione del Tunnel del Brennero e l’Accordo di Parigi sul clima.

 

"Il futuro, ha dichiarato Manica, non sarà sulla gomma, altrimenti ci sarà un grande problema di salute e vivibilità. Stiamo vivendo un’emergenza ambientale, il territorio Trentino è delicato e limitato, un territorio che ha una vocazione specifica alla sostenibilità e alla qualità ambientale. La Valdastico? Una scorciatoia che si sta portando avanti a beneficio dei concessionari", conclude Manica.

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