Santanchè paragona Meloni e Sinner: ''La solitudine dei numeri uno''. E così sbaglia la citazione e si lancia in uno dei ''tweet più assurdi di sempre''
Il campione di tennis sta affrontando un momento difficile legato all'accusa (già archiviata) di doping mentre la premier un caso fantasma legato a un'ipotetica indagine della sorella. Forse è questo il collegamento costruito dalla ministra del turismo mentre sui social già in molti si chiedono se abbia ''assunto il social media manager di Sangiuliano''
TRENTO. Il paragone è quanto meno azzardato. Il tentativo di mettere la presidente del consiglio sullo stesso piano del numero uno al mondo di tennis lo definiamo, per usare un eufemismo, alquanto bizzarro. Il risultato è certamente uno dei Tweet più assurdi degli ultimi tempi e la mano che lo ha lanciato (e la mente che l'ha creato) su X scatenando una bagarre di commenti tra lo stupito e il divertito è quella della ministra del Turismo Daniela Santanchè.
Cosa ha scritto la 'nostra'? ''Sinner e la Meloni, la solitudine dei numeri uno". La citazione, per altro sbagliata, arriva dal titolo del romanzo di Paolo Giordano ''La solitudine dei numeri primi''. Qui, invece, la ministra si lancia nel tentativo di paragonare Sinner e Meloni entrambi, in questo momento, nell'occhio del ciclone, il primo per la vicenda doping la seconda per un'indagine fantasma sulla sorella e sempre pronta a cavalcare la retorica vittimistica del complotto a suo danno.
Le vicende, ovviamente, sono lontanissime e il Tweet di Santanchè è davvero ai limiti del possibile. I commenti sotto il post si sprecano. C'è chi scrive, appunto, ''è il tweet più assurdo di tutti i tempi'' a chi le ricorda, come abbiamo fatto anche noi, che ''la citazione corretta è 'La solitudine dei numeri primi'...credo che lei e Sangiuliano abbiate letto gli stessi libri''. C'è chiede apertamente se il profilo ufficiale della ministra sia in realtà un profilo satirico e chi chiede: ''Ma ha assunto il social media manager di Sangiuliano?''. Insomma la si butta sul ridere, altrimenti verrebbe quasi da piangere.