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Poplar, un successone. Il sindaco Ianeselli risponde ai consiglieri di Fratelli d'Italia: "Hanno provato a sabotarlo. Giù le mani dal festival"

"Poplar è stato definito il rave del Pd - aggiunge il primo cittadino di Trento -, il festival dello sballo ed è stato detto anche che è un modo per raccogliere fondi per la campagna elettorale del Partito Democratico: stendiamo un velo pietoso su queste affermazioni che si commentano da sole. Trovo estremamente pericoloso e illiberale il tentativo di sabotare, sottolineo questa parola, un evento organizzato da chi non è "vicino" al proprio modo di pensare"

Di D.L. - 17 settembre 2024 - 20:39

TRENTO. Chi lo conosce bene sa che aspettava solo il momento "giusto" per togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

 

Ma, in realtà, il sindaco  di Trento Franco Ianeselli non ha usato mezzi termini per rispondere a chi, leggasi i consiglieri comunali di Fratelli d'Italia Daniele Demattè, Giuseppe Urbani e Andrea Merler, aveva duramente attaccato "Poplar", definito durante una conferenza stampa convocata ad hoc "il rave del Pd" e "il festival dello sballo" e tirando in ballo la Music Arena come "sede alternativa".


Questo in riferimento a presunte carenze di sicurezza, con riferimento alla location del Doss Trento, evidenziate dagli esponenti di Fdi a poche ore dall'avvio dell'edizione 2024 di "Poplar".

 

L'uscita dei tre consiglieri di Fdi si è rivelata un clamoroso boomerang sia per il partito Giorgia Meloni che per la Giunta Provinciale, che dell'area di San Vincenzo parla (comprensibilmente) il meno possibile e, stavolta, si è invece vista quasi "provocata" dal "fuoco amico".

 

Ebbene il sindaco di Trento ha prima affidato ad un post su Instagram il proprio pensiero e poi ha rincarato la dose a Il Dolomiti.

 

"Giù le mani da Poplar" - scrive il primo cittadino del capoluogo sui propri canali ufficiali -. A bocce ferme, ora che è passato qualche giorno, possiamo dire: altro che evento insicuro, altro che ritrovo di sballati. Poplar è stato una festa della musica che ha portato in città migliaia di ragazzi a ballare sui prati del Doss Trento anche di pomeriggio, tra bambini che scorrazzavano sul prato e dibattiti su temi di grande attualità. C'è da riflettere sul maldestro tentativo di screditare un evento che brilla di luce propria, che si sostiene sulle proprie gambe, che vive grazie all'impegno di centinaia di volontari. In verità Poplar Festival è stato un'impresa di successo per più motivi: per l'affluenza, certo. Perché il richiamo della musica è stato più forte del vento e del freddo. Perché è sempre più conosciuto in tutta Italia. E soprattutto perché i giovani l'hanno pensato, i giovani l'hanno organizzato, i giovani (una "gioventù" che andava dall'infanzia ai quarant'anni, a volte) l'hanno fatto vivere. Chapeau (Lo so, il volume a tratti era un po' alto, Succede anche quando i figli invitano gli amici ad ascoltare musica a casa. E magari ti addormenti un po' più tardi, ma sei contento perché a quell'età va bene così)".

 


"Poplar è stato definito il rave del Pd - aggiunge Ianeselli -, il festival dello sballo ed è stato detto anche che è un modo per raccogliere fondi per la campagna elettorale del Partito Democratico: stendiamo un velo pietoso su queste affermazioni che si commentano da sole. L'obiettivo di chi ha indetto quella conferenza era chiaro, ovvero sabotare un evento che ormai ha un respiro internazionale, è organizzato benissimo e richiama migliaia di persone sul Doss Trento. Trovo estremamente pericoloso e illiberale il tentativo di sabotare, sottolineo questa parola, un evento organizzato da chi non è "vicino" al proprio modo di pensare. Detto questo, il punto di partenza della conferenza stampa era il richiamo alla sicurezza, quando questa era garantita - e ci mancherebbe altro - in ogni aspetto dopo tutte le riunioni e gli incontri del caso con le autorità competenti. Poplar è un evento della città di Trento, al pari di altri molto importanti quali le Feste Vigiliane e l'Oktoberfest, ad esempio, ha una sua storia e un grande successo. Tutto il resto è demagogia".

 

E, aggiungiamo noi, il tentativo - molto maldestro - di politicizzare un evento musicale che all'80% vive di risorse proprie ed è sponsorizzato sia dal Comune di Trento ma anche dalla Provincia "battente" bandiera anche Fratelli d'Italia.

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