Orsi, il monitoraggio passa dai cellulari? "Si può puntare su tracker sottocutaneo: non servono le batterie e si possono inviare sms per avvisare della presenza dei plantigradi"
Attualmente la tecnologia che viene utilizzata è quella del "classico" radiocollare ma presenta alcuni problemi. In Canada si sperimenta un dispositivo da applicare alla pelliccia ma un'altra possibilità potrebbe essere il tracker sottocutaneo. A parlare di questo strumento è Luca Tieppo, manager culturale da tempo impegnato sull'ecosostenibilità
TRENTO. Un tracker sottocutaneo che non necessita di batterie e che sfrutta i segnali radio ambientali, le celle telefoniche in primis. Questa una proposta che potrebbe rivoluzionare il metodo di monitoraggio degli orsi in Trentino. La convivenza tra l'uomo e i grandi carnivori passa, anche, attraverso la prevenzione e la possibilità di localizzare gli esemplari. La tecnologia è in costante evoluzione, ci sono nuovi approcci che prendono campo e c'è fermento per trovare le soluzioni più idonee, un po' ovunque.
In Canada, per esempio, è in corso la sperimentazione di un nuovo dispositivo di localizzazione per tracciare gli orsi polari. Questo strumento, rispetto al "classico" radiocollare, si attacca direttamente alla pelliccia dei plantigradi per monitorare la loro posizione (Qui articolo).
Una sperimentazione ritenuta utile anche da Ispra: "E' molto utile radio-marcare gli orsi - le parole a il Dolomiti di Piero Genovesi, responsabile fauna selvatica dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale - non risolve tutto ma permette una gestione molto più efficace".
Radio-marcare gli orsi è essenziale, "ma non può considerarsi risolutivo, anche per come viene effettuato attualmente il tracciamento", sottolinea Luca Tieppo, manager culturale da tempo impegnato sull'ecosostenibilità, "perché non può rispondere alla preoccupazione legittima delle persone di avere un incontro inaspettato: per questo motivo è nato il Progetto Amarena. Quello che alimenta la preoccupazione è la mancanza di strumenti di prevenzione e di allerta, più che l'orso in sé. Le indicazioni di comportamento in caso di incontro con un orso sono fondamentali - aggiunge Tieppo - ma tengono conto solo in parte degli aspetti psicologici di trovarsi davanti all'improvviso un animale selvatico di quelle dimensioni".
Anche per questo la Provincia preme forte per dotare la popolazione di spray anti-orso (attualmente concesso solo ai forestali) ma presenta dei nodi a livello di norme (questo strumento è considerato un'arma) di utilizzo (perché è efficace solo a distanza ravvicinata) e di ordine sociale. "E' necessario, quindi, pensare a una soluzione di monitoraggio, che possa superare i limiti del 'classico' radiocollare".
Una risposta possibile, su cui si basa il Progetto Amarena, arriva dalla nuova tecnologia sperimentale Zero - Power di Oppo (e presentata l'anno scorso al Mwc di Barcellona) nata in risposta all'Apple AirTag. Questa tecnologia consiste in un tracker che funziona senza batterie traendo l'energia per il funzionamento da fonti diffuse nell'ambiente come i segnali radio di torri tv o punti accesso wi-fi e che quindi si appoggia non sui ponti radio o i satelliti ma alla rete telefonica, che a differenza del nord del Canada, è estremamente capillare in Trentino.
"I vantaggi di questo approccio innovativo sono molteplici: innanzitutto l'assenza delle batterie permette di rendere il tracker estremamente piccolo e di poterlo innestare o a livello sottocutaneo o con sistemi ancora meno invasivi che non necessitano di catturare e sedare l'animale. Inoltre è un dispositivo potenzialmente permanente che non necessita di manutenzione proprio perché sprovvisto di batterie, e soprattutto il tracker si interfaccia con la rete telefonica e quindi con i cellulari che tutti abbiamo in tasca".
Questo permetterebbe, tramite una app scaricabile gratuitamente disponibile per residenti e turisti, di essere allertati in automatico, come avviene con gli Sms della Protezione civile, della presenza di un plantigrado nelle vicinanze e invitati ad allontanarsi.
Dato che il sistema registra in automatico la presenza di un device ("per tutelare l'orso e per evitare il rischio di bracconaggio"). "Al secondo avviso di allontanamento la persona verrebbe contattata direttamente da un operatore", evidenzia Tieppo. "I dati, per la normativa sulla privacy, resterebbero criptati. Questa sarebbe una strategia davvero innovativa a livello nazionale e internazionale che regalerebbe un grande ritorno di immagine al Trentino perché così si potrebbero portare avanti sia gli interessi delle attività antropiche che quelli della fauna selvatica. Marchiare con un tracker un animale infatti, non riduce assolutamente la sua libertà - anzi - ma permette a noi di poter prevenire situazioni rischiose e intervenire solo quando davvero necessario con azioni mirate e commisurate al comportamento dell'animale stesso. Appoggiandosi inoltre alla rete di telefonia mobile e non a quella satellitare, questa tecnologia permette di criptare il segnale non rendendo rintracciabile la fonte emettitrice, quindi l'animale stesso".
Per fare questo si deve partire inevitabilmente dal censimento e monitoraggio capillare di ogni individuo adulto, "in collaborazione con la forestale e gli enti preposti ma i costi di un intervento di questo tipo sarebbero ridotti per il tipo di device, nato per rintracciare oggetti, ma anche perché, non avendo batterie, non necessita di sostituzione o di manutenzione. In questo modo si può poi eliminare la preoccupazione di un incontro inaspettato, soprattutto in prossimità delle aree abitate coperte dalla rete di telefonia mobile. Il sistema favorirebbe anche il trasferimento soprattutto delle femmine (tramite corridoi faunistici) e quindi ne ridurrebbe la presenza nelle aree del Trentino occidentale. Questi trasferimenti arricchirebbero anche il patrimonio genetico della popolazione ursina che - aggiunge Tieppo - discende da due unici maschi, realizzando finalmente il Life Ursus come era stato prospettato e riducendo le legittime preoccupazioni addotte dagli altri soggetti firmatari".
L'introduzione di una tecnologia del genere non sostituirebbe certo le misure preventive che sono state utilizzate o implementate finora, tipo cartellonistica, bidoni anti-orso su modello sloveno, recinzioni e quant'altro perché la dissuasione è sempre la soluzione migliore, "ma eviterebbe l'ansia e la preoccupazione di un incontro inaspettato o di visite a sorpresa in un centro abitato oppure in una struttura. Allo stesso momento si può tutelare la libertà e l'incolumità dell'animale. Si eviterebbe però un passaggio tra il monitoraggio dell'ente preposto e l'intervento in caso di emergenza perché, anche se tutti gli orsi trentini il 5 aprile 2023 avessero avuto il radiocollare, a meno di interdire tutti i sentieri di Caldes e limitare fortemente la libertà individuale di ognuno, nessuno avrebbe potuto avvisare Andrea Papi di quello a cui stava andando incontro".
Il Progetto Amarena in questo momento è solo una proposta "che sta ottenendo grande interesse e attenzione super partes, compreso da parte del presidente degli Animalisti italiani, Walter Caporale" ma la tecnologia sperimentale Zero - Power di Oppo è in fase molto avanzata e l'azienda intende lanciare sul mercato il suo device (almeno per quanto riguarda il tracker per gli oggetti) in 2 o 3 anni, "il tempo di poter avviare una sperimentazione coerente e risolutiva. E se non proviamo a sfruttarla noi questa tecnologia, la sfrutterà qualcun altro, perché questo approccio non servirebbe solo al Trentino, ma a tutte quelle realtà globali in cui il rapporto fra attività umane e fauna selvatica è complesso. Farlo per primi permetterebbe alla nostra Provincia e alle nostre valli un ritorno d'immagine, e non solo, importante", conclude Tieppo.