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Nell'ultimo anno 200 casi di aggressione al personale sanitario: "Più telecamere e pulsanti di allarme. Misure concrete per tutelare gli operatori"

Nuovi strumenti di difesa passiva, formazione del personale sanitario per la gestione dei rischi e prevenzione dei "conflitti", Provincia di Trento e Azienda provinciale per i servizi sanitari sono al lavoro per contrastare il fenomeno delle aggressioni al personale delle strutture sanitarie

Di Luca Andreazza - 04 ottobre 2024 - 16:29

TRENTO. Nell'ultimo anno sono stati registrati 200 casi di aggressione ai dipendenti delle strutture sanitarie. Una situazione grave che è stata al centro del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Nuovi strumenti di difesa passiva, formazione del personale sanitario per la gestione dei rischi e prevenzione dei “conflitti” con i pazienti e i familiari.

 

La Provincia di Trento e l'Azienda provinciale per i servizi sanitari sono al lavoro contrastare le aggressioni, la stragrande maggioranza delle quali di tipo verbale, mentre sono una decina quelle fisiche. Presenti al vertice, convocato e presieduto dal commissario del Governo Giuseppe Petronzi, l’assessore provinciale alla salute e alle politiche sociali, Mario Tonina, il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, il direttore generale di Apss, Antonio Ferro, il dirigente generale del Dipartimento salute, Luca Comper, e il vice presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Trento, Giovanni de Pretis.

 

Il prefetto ha messo in luce la necessità di garantire a tutte le persone di svolgere la propria professione nella massima sicurezza, inoltre ha evidenziato come sia compito di tutti gli attori del Comitato collaborare fattivamente affinché questo avvenga.

 

Da diversi tempo è attivo il confronto per individuare soluzioni logistiche e organizzative multidisciplinari con l'obiettivo di evitare il ripetersi di episodi di aggressione salvaguardando l’incolumità del personale e dei pazienti. E tra queste ipotesi rientrano l'implementazione di pulsanti antipanicovetri antisfondamento e corsi di "addestramento" per gestire un'aggressione verbale, ma si prevede anche di potenziare il sistema di video sorveglianza.

 

Recentemente invece il governo ha dato il via libera al decreto legge che prevede pene più severe, fino a cinque anni di carcere e 10.000 mila euro di multa.

 

"Dal confronto con gli Ordini delle professioni sanitarie e dei medici è emerso come sia fondamentale continuare a lavorare per garantire la sicurezza sui posti di lavoro. Un impegno che promuoviamo attraverso misure concrete messe in campo da Apss e rafforzate con alcune linee di indirizzo in fase di definizione da parte del Dipartimento salute", commenta l'assessore Mario Tonina. "Di fronte ai casi di violenza, l’Amministrazione provinciale va oltre gli attestati di solidarietà e vicinanza, ma intende mettere in capo tutte le azioni necessarie per contrastare il fenomeno. Un fenomeno rispetto al quale il Governo nazionale ha assunto provvedimenti che vanno nella giusta direzione. Serve tuttavia promuovere allo stesso tempo la prevenzione di casi di conflitto, frutto di fragilità personali e dell’esasperazione dell’utenza. È peraltro necessario trovare l’ulteriore collaborazione delle forze dell’ordine per la gestione dei rapporti tra i sanitari ed i soggetti problematici".

 

Il direttore generale di Apss Ferro ha sottolineato l’attenzione verso situazioni di violenza che riguardano il personale, considerato "il bene più prezioso dell’azienda". Questi fenomeni sono monitorati in maniera puntuale: l’incident reporting ha evidenziato come i punti di maggiore rischio siano rappresentati dai pronto soccorso di Trento e Rovereto, dal Serd e dai Centri salute mentale. Qui saranno potenziate telecamere e “pulsanti” di collegamento diretto con le Centrali operative delle forze dell’ordine.

 

Il dirigente generale Comper ha quindi illustrato le linee di indirizzo provinciali, attualmente in fase di definizione, con diverse azioni puntuali quali formazione e sensibilizzazione del personale sanitario e dei pazienti, protocolli per la gestione delle situazioni critiche, supporto psicologico del personale, collaborazione con le forze dell’ordine e riorganizzazione degli spazi di lavoro.


Il sindaco Ianeselli ha espresso parole di apprezzamento per l'approccio sistemico alla tematica della sicurezza nei presidi sanitari, sottolineando i riflessi sociali che le marginalità causano sul territorio urbano, particolarmente nelle aree prossime al Serd e al Centro salute mentale di Trento.

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