La Sardegna impugna la legge sull'Autonomia differenziata, il Patt: "Decisione scandalosa, un atto inaccettabile e contrario a ogni logica"
La Regione Sardegna ha deciso di impugnare la legge del governo l'Autonomia differenziata. L'intervento del Patt: "E' il sistema centralista che caratterizza l’Italia dalla sua nascita che non ha risolto il divario fra le varie Regioni. Il ricorso è un atto inaccettabile"
TRENTO. "Il ricorso della Regione Sardegna contro la riforma sull'Autonomia differenziata è scandaloso", questo il commento di Simone Marchiori, assessore provinciale e segretario politico del Patt, e di Roberta Bergamo, vice segretaria politica delle Stelle Alpine. "Un atto inaccettabile e contrario a ogni logica".
La Regione Sardegna ha, infatti, varato la delibera con cui impugna davanti alla Corte Costituzionale la legge del governo sull'autonomia differenziata. Il provvedimento è stato approvato dalla Giunta di Alessandra Todde e secondo l'esecutivo sardo, la norma "appare lesiva per l'autonomia regionale sia nella sua interezza che anche per una serie di specifici motivi".
"Già nei mesi scorsi la Sardegna si era posta come capofila del dissenso nei confronti di tale riforma sollevando non pochi interrogativi dal momento la Regione è tra le cinque autonome previste dalla Costituzione", evidenziano Marchiori e Bergamo. "Il ricorso di oggi, motivato dal fatto che la riforma andrebbe a ledere le prerogative dello Statuto d’Autonomia, rappresenta un atto inaccettabile e contrario a ogni logica".
Nel testo licenziato dal Parlamento "l’Autonomia differenziata riguarda solo le regioni ordinarie", proseguono Marchiori e Bergamo. "Per quanto riguarda le speciali, l'unico riferimento è rappresentato dalla clausola di maggior favore che non va a toccare le attuali competenze delle Regioni a statuto speciale, ma consente di aumentare le prerogative autonomiste qualora venissero concessi nuovi spazi alle Regioni ordinarie".
Con questa scelta la Sardegna si affianca a Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Campania.
"La posizione della Sardegna evidentemente è dettata da un atteggiamento ideologico che non tiene in considerazione il reale stato delle cose e, a differenza della riforma, mette a serio rischio la tenuta dell'attuale sistema delle speciali", continuano Marchiori e Bergamo. "Anche se ci rendiamo conto che finora la stessa Sardegna abbia di fatto rinunciato alle opportunità di autogoverno che il suo Statuto le consente per non farsi carico delle spese e perpetuare così un sistema centralista che, soprattutto in quella terra, non ha prodotto i risultati che invece nelle Autonomie ben gestite hanno prodotto. Se, poi, i Lep, sono il vero scoglio della riforma, è doveroso aprire un dibattito e un confronto, ma per quanto riguarda la maggiore autonomia dei territori non si possono avere dubbi".
Serve, per le Stelle Alpine, un cambio di passo. "E' il sistema centralista che caratterizza l’Italia dalla sua nascita che non ha risolto il divario fra le varie Regioni. E' giunto il momento di cambiare, dando la responsabilità e la libertà ai vari territori di autogestirsi. Non cambiare nulla significa perpetuare un sistema che legittima l'incapacità di governare e non favorisce l'emergere di una classe dirigente all'altezza dell'autogoverno. E ci stupiamo che le forze politiche di opposizione nazionale, comprese quelle di sinistra, invece di proporre un sistema che vada nella direzione di migliorare le condizioni dell'Italia (anche coerentemente con le modifiche costituzionali regionaliste da loro stessi volute), non sanno fare altro che opporsi ad ogni tipo di riforma condannando l'Italia all'immobilismo, alla conservazione e alla marginalità", concludono Marchiori e Bergamo.