"In Trentino c'è una violazione dei diritti umani", l'attacco di Zanella alla Provincia: "Si fa politica sulla pelle delle persone. Mi appello a Tonina"
Il consigliere provinciale del Partito Democratico, Paolo Zanella: "Mi vergogno di questa Provincia e dell’inospitalità di questo territorio, che dispensa risorse per aumentare l'accoglienza dei turisti, ma non è capace di farsi carico di dieci famiglie straniere, salvo poi lamentarsi che nel turismo non si riescono a garantire i servizi per mancanza di lavoratori"
TRENTO. "Una violazione dei diritti umani", questa l'accusa di Paolo Zanella (consigliere provinciale del Partito Democratico) alla Provincia. "Questo viene perpetrato nei confronti delle persone migranti richiedenti protezione internazionale, delle loro famiglie e quindi dei minori che più di tutti vivono il trauma. E' qualcosa di inaudito e inimmaginabile nel nostro Trentino, una terra di solidarietà fino a qualche anno fa".
Il Trentino a trazione Lega e Fratelli d'Italia, per il consigliere provinciale del Pd, segue la linea nazionale. "Si fa politica sulla pelle delle persone, con questa idea tipica della Destra che si debbano difendere i confini. A livello nazionale li si difende riducendo le persone a pacchi postali da spedire avanti e indietro tra le due sponde dell'Adriatico, in violazione di disposizioni internazionali, ma soprattutto della dignità delle persone. Invece di considerarli una risorsa per la vecchia Europa, li si accusa di essere intrinsecamente criminali e stupratori, come ha avuto modo di fare nuovamente con il solito populismo triviale il ministro Salvini".
Il caso trentino però avrebbe qualcosa di peculiare. "Qui - prosegue Zanella - è direttamente la Provincia che governa il fenomeno e stabilisce il numero di posti in accoglienza in accordo con il Commissariato del governo. E di questo Fugatti approfitta: attua la difesa del territorio attraverso la riduzione dei numeri in accoglienza ai minimi termini e concentra tutti i migranti sul capoluogo così da lasciare centinaia di persone per strada".
Con un'interrogazione di qualche mese fa "abbiamo evidenziato che a fronte di oltre 1.800 domande all'anno, solo poco più di 300 persone entrano nel sistema di accoglienza. Il tutto allo scopo di ingenerare precarietà, marginalità e insicurezza in città e alimentare la solita retorica securitaria e razzista con cui fare campagna elettorale. Non si tiene conto della disperazione e delle fratture esistenziali che si provocano nella vita delle persone".
E così le persone si trovano a trovare una sistemazione per strada. "Adesso con le famiglie fuori accoglienza, però, si è davvero oltrepassato il limite. Quando si tratta di donne e bambini che hanno dovuto dormire per strada, di nuclei familiari separati, di donne e bambini che devono passare da un dormitorio all'altro con mariti e padri sotto i ponti si è di fronte a vera e propria disumanità, soprattutto a una violazione sistematica della dignità e dei diritti basilari delle persone. Mi vergogno di questa Provincia e dell’inospitalità di questo territorio, che dispensa risorse per aumentare l'accoglienza dei turisti, ma non è capace di farsi carico di dieci famiglie straniere, salvo poi lamentarsi che nel turismo non si riescono a garantire i servizi per mancanza di lavoratori. Da tempo denuncio sistematicamente questa situazione, ma Fugatti è inamovibile nelle sue posizioni".
Il consigliere del Partito Democratico coinvolge così l'assessore Mario Tonina. La richiesta è di un intervento affinché il governatore cambi linea.
"Mi appello allora all'assessore Tonina, che rivendica di non essere di destra ma di provenire da una cultura democristiana. I suoi predecessori, i democristiani che hanno fatto la storia del Trentino, mai avrebbero permesso che si arrivasse a una situazione simile. Non si trinceri allora dietro bandi dedicati a mamme e bambini da accogliere con le politiche sociali nel capoluogo separandoli dai padri, ma riporti il presidente a più miti consigli e lo convinca almeno ad aumentare i posti in accoglienza riservandoli alle famiglie con figli, con costi peraltro a carico dello Stato, trovando una struttura a loro dedicata per non separare i nuclei familiari. A questo punto ne va della possibilità di alzarsi la mattina e potersi ancora guardare allo specchio", conclude Zanella.