Diga del Vanoi "opera insostenibile". Lucia Coppola: "Il Veneto non può imporre ai territori altrui grandi opere costosissime, evidente e insopportabile prepotenza"
"Basterebbe un po’ di sano buonsenso per rendersi conto che questa opera è del tutto insostenibile. Gli aspetti di criticità sono certo ambientali ma anche sociali, economici – perché si svaluta un territorio di pregio anche dal punto di vista di un turismo lento, attento al territorio e di qualità – e certamente legati alla sicurezza"
TRENTO. "È ormai acclarato che la diga del Vanoi, definita anche eco mostro, non risolverebbe i problemi del Veneto in relazione agli eventi siccitosi ma, in compenso, distruggerebbe un ecosistema montano, in prevalenza trentino, assolutamente prezioso e da conservare".
A scriverlo in una nota è la consigliera provinciale di Trento Lucia Coppola, di Alleanza Verdi e Sinistra, che prende parola su una questione più che mai "calda", alimentata in questi giorni anche dalle parole del governatore del Veneto Luca Zaia (QUI ARTICOLO) che, ponendo l'accento sul tema della sicurezza, aveva prima dichiarato "non ci possiamo permettere un secondo Vajont" e poi specificato come “il progetto non deve essere autorizzato se non c’è la certezza matematica, e a me sembra che certezze matematiche non ce ne siano”.
A "far rumore", nel pomeriggio di ieri, anche la manifestazione per dire no alla diga organizzata a Lamon nel Bellunese (QUI ARTICOLO), con l'evento che è stato aperto dal sindaco Loris Maccagnan e dal Comitato per la difesa del Torrente Vanoi e delle Acque Dolci e che ha visto la partecipazione anche di molti rappresentanti politici anche del Trentino e del Presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin che ha tuonato:"Finchè sarò presidente di questa meravigliosa provincia, farò tutto ciò che mi sarà possibile per fermare questa opera".
Nella nota diffusa da Lucia Coppola, viene specificato poi come gli ambientalisti veneti e rappresentanti istituzionali, come la Verde Cristina Guarda, abbiano proposto negli anni molteplici soluzioni per lo stoccaggio dell’acqua e il successivo riutilizzo, sia di quella piovana che di quella del fiume Brenta, in particolare quando si verificano delle piene.
"Le soluzioni ottimali per gli agricoltori veneti per la ricarica controllata della falda e la distribuzione in canaline nelle campagne coltivate ci sono e costerebbero trenta volte meno, ma si preferisce creare assurdi contrasti con i territori montani che, tra l’altro, insistono prevalentemente sulla provincia di Trento" osserva Lucia Coppola, che prosegue: "Gli abitanti, che si sono anche costituiti in comitati, sono giustamente preoccupati sia per la modifica in chiave distruttiva di un paesaggio prezioso, selvaggio e incontaminato, che per i risvolti legati al possibile dissesto idrogeologico e quindi alla pericolosità per gli abitanti della zona".
Ad essere sottolineato è poi come lo stesso Consiglio regionale del Veneto si sia diviso su questo tema, palesando evidenti contraddizioni: "Posto che il Veneto non può imporre ai territori altrui, perché si tratta un’evidente e insopportabile prepotenza, costosissime grandi opere, se pure finanziate dal Prrn. Si prevede un bacino artificiale di 33 milioni di metri cubi d’acqua, non certo una pozzanghera, e gli aspetti di criticità sono ambientali ma anche sociali ed economici, perché si svaluta un territorio di pregio anche dal punto di vista di un turismo lento, attento al territorio e di qualità, e certamente legati alla sicurezza. I cambiamenti climatici in atto, forieri di dissesto, frane, esondazioni anche nella nostra provincia, non consentono sbagli né sottovalutazioni".
La consigliera provinciale di Alleanza Verdi e Sinistra ricorda poi una recente deliberazione del Consiglio provinciale di Trento "che all’unanimità, nel rispetto dei territori e anche della sovranità di scelte che ci riguardano in prima persona", ha dichiarato la propria ferma contrarietà alla diga del Vanoi. E poi come il Consorzio del Brenta abbia "stabilito un percorso partecipativo carente, un tempo inadeguato per presentare, da parte degli enti preposti e delle associazioni, le osservazioni. Un tempo che non consente certo verifiche approfondite, osservazioni e studi specifici"
"Basterebbe un po’ di sano buonsenso per rendersi conto che questa opera è del tutto insostenibile e che, semplicemente, non si deve fare. Gli ecosistemi fluviali o torrentizi hanno equilibri delicati, e la diga, già in fase di costruzione, si avverrebbe di tecniche e materiali, tra cui il calcestruzzo, altamente inquinanti e che producono molta CO2" scrive Coppola, che prosegue: "C’è poi il tema dello stato degli alvei e dell’erosione delle rive a cui va garantita naturalità perché il flusso dell’acqua sia adeguato e venga protetta la biodiversità animale e vegetale. Da tenere in considerazione anche il passaggio di mezzi pesanti che comprometterebbe la viabilità, il diritto al silenzio, un’aria respirabile, la qualità della vita, denunciando il rischio di violazione di direttive europee. Una diga artificiale non ha mai un impatto indolore, perciò continuiamo a difendere il territorio del Vanoi e la sua popolazione, e vale l’eterno assioma per cui non tutto si può fare dappertutto".
Nel frattempo, viene poi sottolineato, l’eurodeputata Cristina Guarda ha inviato una lettera alla Commissione Europea denunciando il rischio di violazione di direttive europee nel progetto “Difesa idraulica e tesaurizzazione idrica tramite il nuovo serbatoio del Vanoi nel bacino del fiume Brenta”.
"Il progetto, incluso nel Piano Regionale per la Ripresa e la Resilienza della Regione Veneto, prevede la realizzazione di una diga del torrente Vanoi, con un finanziamento richiesto di 150 milioni di euro per un invaso di 33milioni di metri cubi di acqua – viene spiegato – e nel rapporto preliminare delle alternative progettuali, prodotto dagli esponenti dell’opera, si riscontrano gravi irregolarità che non tengono in considerazione i dati scientifici che violano la direttiva europea 60 del 2000 in materia di acqua".
È inoltre preoccupante, prosegue la nota, il non coinvolgimento dei cittadini interessati né degli enti pubblici direttamente coinvolti come la Provincia di Trento e i Comuni di Lamon, Canal San Bovo e Cinte Tesino: "Per queste ragioni si chiede un intervento urgente della Commissione Europea per garantire il rispetto delle norme e prevenire gravi rischi per la sicurezza pubblica e la salute umana".
"Il caso del Vanoi rappresenta un evidente attacco ad un importante sistema fluviale, all’ambiente circostante e alla vita delle popolazioni che insistono in quel territorio – conclude Lucia Coppola – e la forza con cui comitati di cittadini, enti locali e associazioni si stanno organizzando per riflettere sul valore della democrazia partecipativa, troppo spesso ignorata, e per contrastare una diga che rappresenta uno spartiacque tra progetti dannosi e buon senso, va sostenuta e appoggiata con convinzione. Teniamo alta la guardia anche come provincia di Trento e facciamo sentire forte e chiara la nostra voce".