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Diga del Vanoi, le opposizioni attaccano: "Non bastano le parole di Salvini, ci sia un 'No' secco". La Lega veneta intanto si smarca: "Colpa di Pd e Movimento 5 stelle"

Le opposizioni all'attacco: "Governo e regione dicano un no secco e definitivo e finanzino le misure alternative, più efficaci e meno costose". Intanto la Lega veneta prova a smarcarsi: "I finanziatori della progettazione sono Pd e Movimento 5 stelle. Scaricare le responsabilità per pulirsi la coscienza non è sinonimo di vicinanza al territorio, ma l'ennesima presa in giro"

Di LA - 03 ottobre 2024 - 15:38

TRENTO. E' una corsa alla ritirata sulla diga del Vanoi. Nelle scorse ore il ministro Matteo Salvini ha affermato come agli uffici del dicastero non siano arrivati progetti. Il governatore Luca Zaia nel frattempo ha commentato che "non possiamo permetterci un altro Vajont. La progettazione è stata finanziata dal ministero dell'agricoltura. Nessun progetto, a oggi, è stato presentato al ministero delle infrastrutture" (Qui articolo).

 

Non sembra esserci quasi più alcun interesse sulla costruzione dell'invaso, che a questo punto sembra essere solamente voluta dal Consorzio del Brenta che, in qualità di ente concessionario del finanziamento, ha appaltato nel 2023 a un raggruppamento temporaneo di professionisti la progettazione degli studi preliminari.

 

La Provincia di Trento e quella di Belluno, ma anche tutti i Comuni e gli enti della zona che sarebbero dall'opera hanno già espresso parere totalmente contrario. Senza "se", senza "ma" e senza possibilità di alcun ripensamento.

 

I vertici della Regione Veneto vengono ora incalzati sulla questione diga del Vanoi. "Non basta che il ministro Matteo Salvini se ne sia lavato le mani, durante il question time alla Camera, precisando che al suo ministero non sono ancora giunte le carte del progetto. Agisca per dare risposte fattive alla crisi idrica in atto". Dice il consigliere regionale Arturo Lorenzoni in qualità di portavoce delle opposizioni. "In un primo momento c'è stato il ni del presidente Zaia, poi lo stesso ha dichiarato che serve un parere vincolante della scienza prima di partire con qualsivoglia progettazione tecnica. Nel mezzo c'è il Consorzio di bonifica Brenta, strenuamente convinto della bontà del medesimo progetto".

 

A due giorni dalla manifestazione, in programma sabato 5 ottobre dalle 14 in piazza 3 Novembre a Lamon, organizzata dal Comitato per la Difesa del torrente Vanoi e delle Acque Dolci resta una certa tensione sull'opera.

 

"Una questione annosa e da anni assistiamo a un continuo rimpallo di responsabilità da parte del mondo della politica regionale", aggiunge Lorenzoni. "Oltre alla comunità scientifica, che peraltro ha messo a disposizione dati sulla ricarica delle falde bellamente ignorati dal Consorzio, nonostante avesse finanziato gli studi anni fa, vanno ascoltati i territori, che sarebbero devastati, in termini ambientali, sociali ed economici, da un’opera già vecchia in partenza". 

 

Il cambiamento climatico rende urgente trattenere più acqua per le nostre attività, "tuttavia - aggiunge Lorenzoni - le alternative per aumentare l’accumulo idrico per la pianura veneta ci sono, nelle Aree di Infiltrazione Forestali. Tecniche semplici che fanno la cosa più logica: alimentare le falde sotterranee, l’accumulo naturale che è in sofferenza negli ultimi decenni. Possiamo spendere un centesimo rispetto alla diga - conclude Lorenzoni - e ottenere lo stesso risultato, ma se il ministero non agisce, resta solo il rischio di desertificazione del nostro territorio".

 

Intanto la Lega veneta cerca di spostare l'attenzione e rispedisce la palla nell'altra metà campo. Per i leghisti sono Partito Democratico e Movimento 5 stelle a doversi assumere la responsabilità se questo progetto è ritornato sul tavolo.

 

"E' giunta l'ora che il Partito Democratico si prenda le proprie responsabilità: ammetta di essere il finanziatore, assieme al Movimento 5 Stelle, della progettazione della diga del Vanoi. Le carte non mentono e l'assegnazione di quel progetto proviene esclusivamente dal Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, governato dagli stessi Pd e Cinque Stelle tra il 2019 e il 2022”. E' la replica della consigliera regionale di Lega Silvia Cestaro, la quale parla di reiterate accuse, da parte del centrosinistra.

 

"A quella volontà politica forte di realizzare gli invasi, ribadisco, da parte della sinistra, non può che arrivare una risposta tecnica da parte di Governo, Regione e degli enti del territorio. Scaricare le responsabilità per pulirsi la coscienza non è sinonimo di vicinanza al territorio, ma l'ennesima presa in giro nei confronti della provincia di Belluno e dei suoi abitanti. Eppure, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e il presidente della Regione Luca Zaia erano stati molto chiari a riguardo, avendo ascoltato la contrarietà del territorio e verificato che non ci fossero procedure aperte per il finanziamento dell'opera. Per noi della Lega diventa una questione di principio. Non si faccia finta di presentare mozioni con premesse menzognere, atte solo a scaricare le responsabilità sulla maggioranza del Consiglio regionale: le attuali opposizioni in Consiglio veneto e in Parlamento hanno la responsabilità non solo di aver finanziato la progettazione, ma anche di esserne state a favore", conclude Cestaro.

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