Diga del Vanoi, la Provincia di Belluno chiede l'accesso agli atti. “Le dinamiche economiche non possono mettere in pericolo i territori”
La richiesta servirà per vedere il progetto e predisporre una serie di osservazioni puntuali, anche alla luce dell'ascolto delle comunità locali. “Non possiamo pensare che le dinamiche di interesse economico mettano a repentaglio la sicurezza delle persone, l’integrità dei territori e dell’ambiente”
BELLUNO. La Provincia di Belluno ha avviato le procedure di richiesta di accesso agli atti per quanto riguarda il progetto della diga del Vanoi. Una richiesta rivolta al Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste al fine di poter visionare il progetto e trarre le dovute considerazioni in merito.
“L'analisi seria e dettagliata delle proposte progettuali è alla base di qualsiasi opera pubblica che impatta sulla vita del territorio”, afferma il presidente della Provincia, Roberto Padrin.
Nel testo approvato all’unanimità lo scorso 5 ottobre, la Provincia di Belluno si è dichiarata “contraria al progetto di sbarramento del torrente Vanoi per la realizzazione di un serbatoio”, esprimendo “profonda preoccupazione per l'incolumità degli abitanti posti a valle dell'invaso in progetto” oltre a quella per il rischio di compromettere “in via definitiva uno dei pochi siti naturali ancora integri”.
“Il bacino artificiale è stato proposto dal Consiglio di bonifica Brenta per contrastare la siccità ma questo non è la risposta a un problema legittimo e reale”, ha spiegato il consigliere provinciale delegato all'ambiente, Simone Deola.
A questo proposito, la Provincia si è più volte espressa politicamente a favore di investimenti sui sistemi di irrigazione (che oggi hanno altissimi tassi di dispersione della risorsa idrica), al fine di evitare che la montagna “venga vista e considerata come un sussidio delle aree metropolitane o peggio un serbatoio di acqua a beneficio dell’agricoltura della pianura», ha aggiunto Deola.
La richiesta di accesso agli atti servirà dunque alla Provincia per vedere il progetto e predisporre una serie di osservazioni puntuali, anche alla luce dell'ascolto delle comunità locali che si sono più volte espresse nella contrarietà all'opera.
“Il diniego di accesso dato alla Provincia autonoma di Trento è un ulteriore elemento di preoccupazione”, conclude Deola, chiedendo l'intervento sul tema del presidente della Regione Veneto Luca Zaia. “Non possiamo pensare che le dinamiche di interesse economico mettano a repentaglio la sicurezza delle persone, l'integrità dei territori e dell'ambiente”.