Diga dei Vanoi, il Pd del Trentino interroga la Giunta: "Che sia opposizione in ogni sede. E si attivi l'Avvocatura per opporsi formalmente alla realizzazione dell'opera"

TRENTO. Tutti dicono "no" alla diga del Vanoi.

La comunicazione da parte del Consorzio Bonifica Brenta di voler avviare l'iter per il dibattito pubblico riguardo la costruzione del maestoso invaso che dovrebbe sorgere al confine tra Trentino e Veneto e raccogliere le acque del torrente Vanoi (QUI ARTICOLO), ha scatenato le reazioni di chi è profondamente contrario alla realizzazione di quello che è stato definito, senza mezzi termini, "un ecomostro costosissimo e inutile" da parte della consigliera regionale ed europarlamentare di Avs, Cristina Guarda.

A stretto giro di posta è arrivata l'ennesima, netta, presa di posizione da parte dell'amministrazione bellunese, con il presidente della Provincia Roberto Padrin che ha ribadito la contrarietà al progetto, già esplicitata per due volte in maniera ufficiale, dicendosi pronto a farlo una terza e invitando i promotori ad "ascoltare la montagna e rispettare chi vi abita" (QUI ARTICOLO).

La provincia di Trento si è già opposta al progetto che, a conti fatti, è promosso e supportato esclusivamente dalla Regione Veneto, anche se non tutta la maggioranza in consiglio è favorevole e, ovviamente, il Consorzio Bonifica Brenta.

I consiglieri provinciali del Pd, a prima firma del capogruppo Alessio Manica, vogliono comunque approfondire ulteriormente la questione e, a tal proposito, hanno depositato un'interrogazione per chiedere alla Giunta di attivarsi "per un'opposizione in ogni sede".

I Dem chiedono alla Giunta "quali atti concreti e formali siano stati prodotti in attuazione dalla mozione (proposta sempre dal Gruppo consiliare del Partito Democratico, e approvata dall’Aula ad inizio legislatura, che affermava la contrarietà del Consiglio provinciale alla realizzazione della diga) dalla data della sua approvazione ad oggi, come si intenda procedere, alla luce dell'avvio del dibattito pubblico, nella rappresentazione in ogni sede della incompatibilità del progetto con il quadro territoriale e normativo statutari, quali atti ed azioni formali e concrete verranno adottati ed attuati per contrastare un’opera su cui in Consiglio provinciale si è già espresso con grande fermezza e chiarezza, se non si ritenga attivare urgentemente l'Avvocatura per opporre un atto formale avverso l'iniziativa del proponente l'opera, se si è approfondito giuridicamente quale sarebbe l’eventuale iter d’approvazione del progetto, alla luce della normativa derogatoria e rafforzata collegata al Pnrr, per valutare le capacità giuridiche dell’Autonomia di opporsi all’iniziativa".

L'interrogazione arriva a seguito dell'invio in questi giorni a tutti gli enti interessati, tra cui la provincia di Trento, delle varie ipotesi progettuali per l'inizio del processo partecipativo previsto dalle legge per l'opera, ieri (giovedì 4 luglio, ndr) la questione è stata infatti trattata nuovamente dal consiglio provinciale, raccogliendo il consenso di tutta l'Aula "per un puntuale impegno della Giunta a contrastare l’opera e a mantenere aggiornati i consiglieri sugli sviluppi del progetto veneto".