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Centro per i Rimpatri, Fugatti lancia l'amo e il centrosinistra abbocca. Ianeselli apre all'ipotesi. Per Pd, Verdi e Sinistra è un ''no'' categorico ed è subito ognun per sé

Il sindaco di Trento, ben conscio delle problematiche che vive la città e del fatto che le espulsioni, in caso di reato, non cozzano necessariamente con un sistema di accoglienza che funziona, ha spiegato che un Cpr dai numeri ridotti e che garantisca la dignità delle persone si può fare. Immediata la presa di distanze del Pd con Zanella e Dal Rì da una parte e Sara Ferrari dall'altra che ha annunciato anche una manifestazione e poi Alleanza Verdi e Sinistra e ancora Lucia Coppola. Ognuno per sé per dire la stessa cosa: ''Si torni all'accoglienza diffusa, i Cpr sono buchi neri dei diritti''

Di Luca Pianesi - 21 settembre 2024 - 19:23

TRENTO. Centrosinistra spaccato sul Centro di Permanenza per i Rimpatri e così è bastata un'uscita pubblica del presidente Fugatti a mandare in tilt la coalizione che, tra l'altro, è al lavoro per costruire liste e accordi verso le prossime comunali. Il Pd è storicamente maestro nel colpire sé stesso e i colleghi di area e allora ecco arrivare un comunicato congiunto a firma Paolo Zanella e Alessandro Dal Rì poi una presa di posizione di Sara Ferrari per silurare l'ipotesi avanzata dalla Provincia e, in qualche modo, già avallata anche dal sindaco di Trento Franco Ianeselli. A questi si aggiungono prima una nota congiunta di Avs del Trentino e poi autonoma di Lucia Coppola

 

Il sindaco, infatti, secondo logiche ben più pragmatiche di quelle che muovono gli esponenti del Partito Democratico da troppo tempo lontani da ruoli di responsabilità (e sempre più 5stellizzati su scala nazionale) per non parlare degli esponenti di Avs, ha dato un suo ok all'opera purché si caratterizzi per il livello qualitativo dell'accoglienza e sia rivolta a numeri ridotti. “Sicuramente servirà un confronto - ha spiegato Ianeselli -. Che si parli di una struttura di 20 o 25 posti è già un aspetto positivo rispetto ai centri da 200 persone. Ho la consapevolezza che se ci devono essere delle espulsioni allora delle strutture del genere servono. Che poi ci siano persone ferme in questi centri per mesi o che in alcuni casi non siano espulse sappiamo benissimo che dipende dalla farraginosità del sistema”. 

 

Insomma: una posizione propositiva per gestire un problema anche trentino in maniera possibilmente migliore degli altri. Subito, però, è partito il fuoco incrociato di chi sostiene lo stesso Ianeselli. Da un lato l'Alleanza Verdi e Sinistra che per bocca del coordinamento provinciale spiega: ''Non possiamo che ribadire la nostra ferma contrarietà: i Cpr sono buchi neri dei diritti, luoghi che privano le persone della propria libertà a prescindere e che mettono in discussione le più basilari garanzie costituzionali, senza che necessariamente sia stato commesso un reato. Infatti, numerosi sono i casi di autolesionismo e suicidi, spesso a danno di persone già traumatizzate. Il Trentino ha una lunga storia di volontariato e di accoglienza, che per anni lo ha fatto conoscere come un territorio di riferimento per la solidarietà. La visione di reciprocità che ci stava distinguendo a livello nazionale, sembra lasciare posto alla retorica della paura sotto il falso ideologico della sicurezza. Questa proposta stona ancora di più, durante l’anno in cui la nostra città è capitale del volontariato. Per queste e per tante altre ragioni ci batteremo perché nessun Cpr sia mai costruito sul nostro territorio, né in quelli vicini''.

 

Verdi e Sinistra del Trentino propongono di lavorare ''per sostenere un ritorno all'accoglienza diffusa, unica strada per ricostruire un Trentino veramente solidale e aperto alla convivenza''. C'è da dire che adottare il giusto modello di accoglienza diffusa non vuol dire, necessariamente, rinunciare alle espulsioni che vengono disposte essenzialmente in presenza di reato e che sono in crescita, anche nel tentativo di alleggerire il sistema carcerario nazionale già sottoposto a durissima prova. Si pensi che in Alto Adige a luglio si era già raggiunto il numero di espulsioni dell'interno 2023. La questura di Bolzano ne aveva disposte 162 (ed erano stati revocati 92 permessi di soggiorno).

 

Dunque è più che comprensibile la posizione assunta dal sindaco di Trento Franco Ianeselli che si trova a doversi confrontare con una realtà dei fatti che è ben più complessa di quella auspicata o auspicabile. Non farsi, poi, spiazzare a ogni 'colpo di vento' di Fugatti sarebbe buona regola per non dover prestare il fianco, politicamente, alla destra di governo provinciale. Non l'ha pensata così il Pd che è corso subito ad allinearsi sulla posizione di Verdi e Sinistra del Trentino (quasi in una corsa a chi è più identitario in tal senso). ''Farebbe sorridere, se non fosse tragica, l’idea di Fugatti che per risolvere i problemi di sicurezza a Trento basti aprire un Centro di Permanenza per i Rimpatri'', spiegano il consigliere provinciale Zanella e il segretario provinciale Dal Rì. ''Una semplificazione populista - proseguono i due Dem - che fa leva sulla paura e l’insicurezza, in primis sociale, che è reale, ma che la Giunta di destra ha contribuito a determinare in questi anni di (s)governo. Si getta fumo negli occhi con una non risposta (meno della metà delle persone trattenute nei Cpr viene rimpatriata, per mancanza di accordi bilaterali con i Paesi di provenienza) invece di risolvere le questioni a monte''.

 

''Forse - prosegue il Pd - il Presidente dovrebbe chiedersi il perché nel capoluogo si verifichino episodi di microcriminalità, anche, e non solo, ad opera di persone migranti. La domanda è retorica, ovviamente. Fugatti sa benissimo che concentrare l’accoglienza in città, tagliare i servizi di inclusione e soprattutto escludere centinaia di persone dall’accoglienza (nel 2023 a fronte di 1805 domande solo 319 persone sono entrare nei 730 posti dedicati all’accoglienza) non fa altro che alimentare disagio, marginalità, criminalità e insicurezza. Se uno è costretto a dormire sotto i ponti e vivere di espedienti, d’altronde, è probabile che finisca in circuiti criminosi. Non sono i Cpr la soluzione''.

 

Tutte verità ma è altrettanto vero che le espulsioni esistono e che se il fenomeno fosse gestito (bene, meglio che altrove) in campo trentino potrebbe aiutare il sistema (anche dell'accoglienza qualora ripristinato) a funzionare. Si avvicinano le comunali, comunque, ed è forse il momento di trovarsi a ragionare per un progetto comune in casa centrosinistra, almeno sui temi fondamentali. Il rischio, altrimenti, è che basti una dichiarazione di Fugatti o chi per lui sul bypass, l'inceneritore, il Cpr, la funivia per il Bondone per mostrare tutte le contraddizioni di un'alleanza che sui temi veri si tiene insieme a fatica. 

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