Caso Kaswalder - Pruner, anche la Cassazione condanna l'ex presidente del consiglio: il licenziamento fu illegittimo e un atto ritorsivo
Nel 2019 Kaswalder (allora Autonomista Popolare) aveva licenziato il suo segretario particolare perché aveva partecipato a un congresso del Patt, ironia della sorte partito nel quale lo stesso Kaswalder è rientrato e con il quale è stato eletto consigliere. Dopo il primo grado e la sentenza del giudice Flaim era arrivato il ricorso e il controricorso. Ora sulla vicenda arriva la parola fine
TRENTO. E' arrivata la conferma anche dalla Corte di Cassazione. Il licenziamento di Walter Pruner ad opera dell'allora presidente del consiglio provinciale Walter Kaswalder fu illegittimo e, per la massima corte, anche un evidente ''atto ritorsivo''.
I rapporti tra Kaswalder e Pruner si erano incrinati nel 2019, quando l'uno era il segretario particolare dell'altro, dopo che Pruner aveva partecipato da esterno, quale osservatore, al Congresso di Pergine del Patt. A quel punto il presidente del Consiglio (che, ironia della sorte, oggi è di nuovo consigliere provinciale del Patt) aveva deciso di recedere il contratto di lavoro quinquennale in corso, adducendo la lesione del rapporto fiduciario necessario per la sua prosecuzione.
Dopo il primo grado era arrivata la sentenza della Corte d'Appello che aveva respinto il ricorso del presidente del Consiglio provinciale, ribadendo, quindi, come "illecito" il licenziamento deciso dal presidente del consiglio del suo segretario particolare Prima ancora il giudice Flaim e il Tribunale del lavoro di Trento avevano giudicato illegittimo il licenziamento.
La Corte di Cassazione ha anche condannato Kaswalder al pagamento di circa 5mila euro anche in questo caso come nelle sentenze precedenti quanto l'ex presidente del consiglio provinciale era stato condannato al risarcimento del danno in favore di Pruner derivante dai minori versamenti contributivi previdenziali e al pagamento delle spese in entrambi i gradi di giudizio.
Ora a Pruner, finalmente, qualcuno rifonderà i pagamenti non corrisposti per quel licenziamento illegittimo? Si era arrivati a calcolare in 149.494,89 euro il risarcimento del danno da perdita delle retribuzioni, incluse le mancate contribuzioni previdenziali oltre alla refusione delle spese legali anche se la Corte dei Conti era arrivata a stabilire che l'ex presidente non doveva pagare per “difetto di giurisdizione". Insomma la partita non è ancora finita. Si attendono altri colpi di scena.