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Abbattimento Kj1, "Una rimozione necessaria", ma Urzì bacchetta Ambrosi: "Non c'è nulla da festeggiare sulle carcasse degli orsi"

Posizioni diverse in casa Fratelli d'Italia sull'abbattimento di Kj1, il capogruppo Alessandro Urzì bacchetta Alessia Ambrosi: "Rimozione necessaria, ma non c'è nulla da festeggiare"

Di LA - 30 luglio 2024 - 16:04

TRENTO. Una rimozione necessaria ma non c'è nulla da festeggiare. Questo il pensiero di Alessandro Urzì che bacchetta Alessia Ambrosi. Una partita tutta in casa di Fratelli d'Italia.

 

La deputata è intervenuta per definire l'uccisione dell'orsa, responsabile dell'aggressione a un turista nella zona di Dro, "sacrosanta, ma occorrono più soppressioni", le parole di Ambrosi. "Batteremo l'animalismo da salotto e ci riprenderemo la nostra terra" (Qui articolo).

 

Bene la rimozione ma è un po' più cauta la posizione del capogruppo del partito di Giorgia Meloni in Commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati, anche se reputa un fallimento il progetto di reintroduzione dell'orso in Trentino.

 

"L'abbattimento di Kj1, che nei giorni scorsi aveva aggredito un escursionista francese rientra nel programma di contenimento degli esemplari confidenti e potenzialmente pericolosi", commenta Alessandro Urzì. "Da qui ce ne passa a festeggiare per la sua soppressione, benché necessaria. Ricordiamo che a oggi la norma provinciale non impugnata dal governo prevede fino a otto abbattimenti all’anno".

 

Alla notizia della rimozione dell'orsa, arrivata al terzo provvedimento firmato dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti (le due ordinanze sono state sospese negli scorsi giorni dal Tar di Trento mentre nelle scorse ore, e dopo aver dotato l'esemplare di radiocollare, il corpo forestale ha dato esecuzione al decreto), naturalmente c'è stata un'ulteriore polarizzazione della discussione con le associazioni animaliste che hanno annunciato di denunciare il governatore in Procura.

 

"Ogni volta che le carabina sparerà, perché comunque potrà sparare ancora - dice Urzì - sarà una volta di più certificato il fallimento del progetto di reintroduzione degli orsi selvatici in un territorio che non è stato in condizione di assorbire una specie in costante esplosione di numeri e con l’accrescimento di problemi di convivenza con l’uomo, fino alla fatale aggressione mortale del povero Andrea Papi".

 

Alla politica "è richiesto un passo lungo nelle due direzioni possibili, quella della gestione del patrimonio faunistico con una maggiore attenzione a tutti gli aspetti che possono proliferare la diffusione degli orsi nel fondovalle rendendoli pericolosamente confidenti, garantire la copertura del monitoraggio elettronico di tutti gli esemplari presenti in Trentino, intervenire con provvedimenti a medio e lungo termine con la sterilizzazione di un certo numero di esemplari, e nello stesso tempo intervenire in maniera mirata sugli animali effettivamente problematici, nell’ambito delle quote definite dalla legge".

 

Poi la bacchettata. "L’unica cosa che in ogni caso è sempre da evitare è festeggiare rumorosamente sulle carcasse degli esemplari opportunamente selezionati per l’abbattimento. L’uomo non può mettersi allo stesso livello degli animali", conclude Urzì.

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