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''Buffone'', ''ipocrita'', a il Dolomiti parla il fotografo che ha contestato Salvini: “Per Borghi sarebbe stato un agguato? Ma se nemmeno parlo polacco”

Nella giornata di ieri il leader della Lega ha riportato una figuraccia a livello internazionale quando Wojciech Bakun, sindaco della città polacca di Przemysl, ha tirato fuori una maglietta con il volto di Putin (la stessa indossata dal leader del Carroccio nella Piazza Rossa) invitandolo ad indossarla. Il Dolomiti ha contattato Sergio Ferri, fotografo italiano sul posto per portare aiuti umanitari, per un resoconto dell'accaduto mentre dalla Lega già si fa strada l'ipotesi di un “agguato”

Di Filippo Schwachtje - 09 marzo 2022 - 16:34

TRENTO. Parla già di un “agguato” il deputato della Lega Claudio Borghi per quanto accaduto ieri a Przemysl, in Polonia, dove il leader del Carroccio Matteo Salvini è stato contestato prima dal sindaco della cittadina al confine con l'Ucraina Wojciech Bakun (che davanti a telecamere e microfoni ha tirato fuori dalla giacca una maglietta con il volto di Putin, la stessa indossata dal Capitano nel 2017 nella Piazza Rossa, invitandolo ad indossarla e poi a seguirlo all'interno del campo profughi, Qui Articolo) e poi da alcuni cittadini italiani presenti sul posto: “L'incontro ovviamente è nato per caso – sottolinea però a il Dolomiti uno dei protagonisti della vicenda, il fotografo piacentino Sergio Ferri che era presente sul posto insieme al collega Marco Salami – eravamo già presenti da giorni nella zona per portare medicine e prodotti per bambini ai volontari. Quando abbiamo visto Salvini è scattato qualcosa: è inaccettabile sfruttare situazioni drammatiche come questa per visibilità”.

 

 

Di professione Ferri è un fotografo, ma come detto ieri si trovava in Polonia come volontario per far arrivare beni di prima necessità in Ucraina: “Negli scorsi anni ho lavorato in Transnistria, al confine tra Moldavia ed Ucraina, con una Ong. Quando è partita l'invasione dell'Ucraina ci siamo organizzati con alcuni amici e nel giro di pochi giorni siamo riusciti a riempire una macchina di medicinali e prodotti per bambini. Siamo partiti con la speranza di consegnarli direttamente ad alcuni contatti in Ucraina ma purtroppo il primo tentativo non è andato a buon fine. Dal confine ci siamo quindi spostati verso Przemysl ed abbiamo deciso di lasciare tutto il carico alle autorità locali, tanto che abbiamo consegnato i beni direttamente nella palestra comunale”.

 

 

E' a quel punto che i due italiani sono venuti a conoscenza della presenza di Salvini nella zona: “Inizialmente – spiega il fotografo – la situazione sembrava assolutamente normale. Il sindaco aveva accolto Salvini indicandogli diversi luoghi, spiegando quello che avveniva e così via. Io ero vicino e mi è sembrato un incontro del tutto normale. Poi hanno iniziato a parlare e nel giro di poco mi sono accorto che c'era qualcosa di strano, anche se non riuscivo a vedere direttamente la maglietta. Quando il sindaco l'ha distesa sopra i microfoni e ho visto Salvini alzare i tacchi ho realizzato cos'era effettivamente successo". Ed è a quel punto che è scattata la contestazione e sono volati dei "buffone" ed "ipocrita".

 

 

Nessun agguato” quindi (“nemmeno parliamo il polacco, figuriamoci con un sindaco della destra nazionalista”), solo la reazione spontanea di chi non è riuscito ad accettare: “L'inopportunità della visita da parte di un'esponente politico che fino a pochi anni fa indossava sorridente la maglietta con il volto di Putin e che soprattutto ne parlava come di un grande leader. È inaccettabile che oggi cerchi di sfruttare mediaticamente il dramma che sta avvenendo qui”. In seguito Ferri ha cominciato ad incalzare il leader della Lega perché indossasse la maglietta: “Gli ho ricordato quando diceva che due Mattarella non valgono mezzo Putin e abbiamo insistito molto – spiega il fotografo – anche perché Salvini condannasse l'invasione russa. Alla fine ha biascicata una condanna a mezza bocca, continuando a dire di essere arrivato in Polonia 'per la pace'. Ma che cosa vuol dire nel concreto? Nulla, è la solita vuota retorica buona solo per riempirsi la bocca”.

 

 

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