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Il Patt vira verso la Lega, Ossanna (a fatica) diventa assessore regionale su proposta di Fugatti

La proposta in Aula è arrivata da Maurizio Fugatti. Dura Fratelli d'Italia per il mancato coinvolgimento. Ugo Rossi: "L'entrata del Patt in Giunta regionale si traduce nell'adesione alla maggioranza provinciale". Dallapiccola replica: "Difficile che questo avvenga per quanto mi riguarda"

Di Luca Andreazza - 17 marzo 2021 - 16:47

TRENTO. Ci sono volute tre votazioni (i primi due turni richiedevano la maggioranza assoluta), poi è arrivata la fumata bianca: Lorenzo Ossanna del Patt è diventato assessore regionale. E' andato tutto liscio per l'autonomista, anche se la nomina è apparsa un po' fiacca, anche per le procedure tecniche un po' farraginose. Votato ma non con quell'entusiasmo che ci si sarebbe potuti aspettare: si è andati al ballottaggio (con Alex Marini). Le Stelle alpine entrano comunque definitivamente in maggioranza in Regione mentre in Provincia restano (chi più, chi meno) all'opposizione della Giunta leghista. 


La proposta in Aula è arrivata da Maurizio Fugatti, il presidente della Provincia di Trento (e vice presidente in Regione) ha indicato l'esponente del Patt quale gradito nel ricoprire il ruolo di assessore regionale in quel posto lasciato vacante da Claudio Cia. Una scelta che ha imposto un piccolo time out richiesto dalle minoranze. Alla ripresa dei lavori viene chiesto chiesto un chiarimento su questa nomina.

 

"A nome dei capigruppo di minoranza, chiedo alla maggioranza, per dignità del consiglio regionale, che il nominativo che viene presentato sia accompagnato da una motivazione politica alla base di questa proposta. Sappiamo la portata di questa decisione: un consigliere in opposizione a Trento che entra nella maggioranza in Regione. Non siamo qui a votare esclusivamente nominativi, serve sapere il ragionamento di questa staffetta, che rafforza un'anomalia per la diversa composizione regionale: oggi si compie un passo ulteriore in questo senso", commenta Sara Ferrari (Partito democratico) con Fugatti che replica: "La motivazione è che il Patt si è dichiarato pubblicamente a inizio legislatura di appartenere alla maggioranza regionale e c'è stato un percorso costruttivo in questi 2 anni, può sicuramente dare aspetti importanti anche all'interno della Giunta Regionale".

 

Duro Alessandro Urzì che parla di lealtà: in sintesi viene evidenziato che nonostante l'appoggio di lunga data di Fratelli d'Italia nel perimetro della coalizione di centrodestra, viene spiegato che questa scelta non è stata condivisa con gli alleati.

 

"Abbiamo appreso dalla stampa della nomina e dell'indicazione di Ossanna. Ci sentiamo liberi di svolgere alcuni ragionamenti - dice Urzì -. E' vero che il Patt aderisce alla maggioranza, ma non sono mancate critiche delle Stelle alpine, anche pungenti, per seguire poi le convenienze del momento. La maggioranza trentina è stata invece leale nel sostenere Fugatti in tutte le occasioni. Leali nel sostenere il rafforzamento della politica regionali, leali nel passo indietro di Cia per la presenza di forze politiche che non negano l'aperto disprezzo nei confronti di FdI. Un concetto diverso dalla fedeltà, come quella tra Svp e Patt". Un concetto ribadito anche da Claudio Cia che mette in luce il metodo di questa decisione, senza confronto.

 

"Avevo apprezzato la posizione e i comportamenti di Fratelli d’Italia. Un livello di trasparenza, dovuta in primis ai cittadini - prosegue Alex Marini - non assicurata dall’attuale maggioranza regionale. La nomina di Ossanna è uscita con motivazione sommaria solo dopo esplicita richiesta, questo nonostante l’importanza della delega agli enti locali.  Una spiegazione istituzionale era necessaria, anche perché il Consiglio regionale doveva ancora dare un parere su disegni di legge costituzionali riguardanti gli enti locali; c’erano poi da affrontare tutta una serie di temi: quello dei Comuni e delle fusioni, la partita dei segretari comunali, l’istituzione della Commissione per la valutazione dell’ammissibilità dei referendum, la legge elettorale dei Comuni, le procedure elettroniche per la raccolta delle firme, l’interruzione del diritto di voto attivo in periodo Covid. Su tutto questo si voleva conoscere la posizione della Giunta".

 

"Il Patt viene ridotto a succursale della Svp - dice Riccardo Dello Sbarba (Gruppo verde) - triste vedere l'assenza di un progetto politico degli autonomisti. Le Stelle alpine sono state protagoniste nel recente passato e ci sarebbero anche argomenti di discussione per poter migliore l'Alto Adige con un'alleanza strategica". Si aggancia a questo intervento Giorgio Tonini: "C'è un fatto politico importante - spiega il consigliere provinciale del Partito democratico - un pezzo di maggioranza provinciale si trova all'opposizione in Regione e c'è anche la situazione inversa. Una scelta che richiede una spiegazione, quella proposta da Fugatti è stata deludente".

 

Tre le possibili chiavi di lettura. "Il Patt muove verso la Lega - aggiunge Tonini - non sempre gli amici condividono le scelte ma la rispetteremmo; la Lega muove verso il Patt e la Svp: non ci riguarda in maniera diretta ma ci interessa indirettamente. Un'evoluzione rispetto a sovranismo, salvinismo e anti-europeismo; l'abbiamo visto in queste settimane con Salvini che ha dismesso molte felpe per entrare nella maggioranza che sostiene il premier Mario Draghi. La terza via è quella descritta in maniera sconsolata da Dello Sbarba: una questione di posti e quindi non cambia niente. La parte più realista e spero che non sia così, ci sono nodi per il futuro del territorio con una maggiore sintonia tra Trento e Bolzano, come per le partite A22 e Mediocredito". 

 

Annuncia l'astensione l'ex governatore. "L'assetto della Regione poggia sul principio della staffetta. La Lega è sempre stata contraria a questo meccanismo, dileggiato e contestato. Ora - spiega Ugo Rossi - è legittimamente protagonista e quindi va bene così. Ma l'entrata in Giunta regionale si traduce nell'adesione alla maggioranza provinciale, tanto che la proposta arriva da Fugatti. E questo non può essere diversamente, rientra perfettamente nella logica del passaggio della presidenza regionale".

 

Prova a fare più chiarezza Michele Dallapiccola. "Il Patt è un partito di raccolta e queste manovre sono parte di questa natura. Il mandato per Ossanna è preciso, una figura di controllo in regione mentre ci manteniamo rigorosamente block-frei. E' chiamato a mantenere le distanze da quell'inclinazione politica che non ci appartiene. Per quanto mi riguarda ci sono confini difficili da varcare quale un'adesione politica alla maggioranza trentina: le scelte di questa Lega e di queste persone non sono condivisibili. Confido nella capacità del collega di portare avanti le istanze del Patt con correttezza istituzionale: questo il bagaglio del suo operare".

 

Prima del voto l'affondo di Brigitte Foppa (Gruppo verdi): "Ma il consigliere Ossanna che dovrebbe assumere un ruolo di responsabilità, un ruolo importante come quello di assessore, non dice nulla? Nemmeno una presentazione sul programma che intende portare avanti?". Rimarrà delusa. Il neo assessore interviene solo dopo le votazioni per ringraziare e spendere due parole di circostanza sull'importanza dell'autonomia e del raccordo tra Trento e Bolzano.

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