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Turismo, Dallapiccola: ''Manca un quadro di lavoro chiaro e definito per le Apt. Ora la Pat taglia e dà la colpa a Roma mentre si poteva ricorrere al debito nell'ultima finanziaria''

La data fissata dal governo per le riaperture di confini e frontiere, unito al sudatissimo protocollo di sicurezza per le strutture ricettive tolgono qualche insicurezza, mentre un'altra certezza è la misura flat da 19 milioni alle Aziende per il turismo per il 2020 e il 2021, che si traduce però anche in un -30% delle risorse a disposizione degli enti

Di Luca Andreazza - 21 maggio 2020 - 20:10

TRENTO. "Manca un quadro di lavoro certo, chiaro e definito per le Aziende per il turismo. Proprio in questo momento nel qualche ci sarebbe bisogno di potenziare la promozione degli ambiti, anche quelli più piccoli, si disattivano impegni e investimenti", queste le parole dell'ex assessore Michele Dallapiccola, che aggiunge: "Purtroppo si preferisce scaricare le responsabilità su Roma, piuttosto che guardare alle proprie mancanze. Se si fosse ricorsi al debito già nell'ultima finanziaria e se ci si fosse mossi con maggiore lucidità nell'ultima manovra per fronteggiare la crisi coronavirus, non ci sarebbero stati tagli di risorse così importanti. Si deve poi presidiare il canale europeo, dimostrarsi bravi a intercettare finanziamenti".

 

Qui piazza Dante si lamenta (Qui articolo), mentre sembra che le parti più brillanti siano i privati (Qui articolo) e le Apt che si organizzano per interpretare il turismo ai tempi del coronavirus. Dalla val di Sole (Qui articolo) alla Valsugana (Qui articolo), da Rovereto e Vallagarina (Qui articolo) alla Paganella (Qui articolo), dalla val di Non (Qui articolo) all'Alpe Cimbra (Qui articolo), un po' tutti gli ambiti si muovono, forti di canali, fidelizzazione e fiducia con turisti e tessuto imprenditoriale costruiti nel tempo, che ora rischiano di essere messi in discussione e stravolti da una incombente riforma sul turismo (Qui articolo), che potrebbe mettere a rischio anche qualche posto di lavoro. 

 

La data fissata dal governo per le riaperture di confini e frontiere, unito al sudatissimo protocollo di sicurezza per le strutture ricettive tolgono qualche insicurezza, mentre un'altra certezza è la misura flat da 19 milioni alle Aziende per il turismo per il 2020 e il 2021, che si traduce però anche in un -30% delle risorse a disposizione degli enti (Qui articolo).

 

Un calo di investimento che si inserisce in un settore trainante per il Pil provinciale. D'altronde le Apt sono argomento "pop" sul quale spendere un po' di propaganda, magari mal comprese fino in fondo a livello di popolazione, formalmente private ma ancora in parte associate a un posto pubblico, muovono discreti volumi e diventano perfetti parafulmini perché nel guado tra la componente istituzionale e quella privata. E presidenti di queste realtà che, forse inconsapevolmente, prestano il fianco al gioco.

 

E se un taglio in linea di principio ci potrebbe anche stare per far "tornare" il bilancio provinciale, un po' meno il modus operandi. La responsabilità viene lasciata alle Apt, devono trovare la quadra e spartirsi il "malloppo". In buona sostanza, ecco il solito metodo del divide et impera. Gli ambiti sono già provati e spezzettati per l'imminente riforma del turismo, ora si rischia un ulteriore scontro fratricida per accaparrarsi le risorse e dover difendere il proprio operato sul territorio con la primavera cancellata e la stagione estiva alle porte.

 

"La politica abdica al ruolo di regia. La politica - dice Dallapiccola - dovrebbe saper coinvolgere e mediare, indicare una linea e una possibile soluzione, anche ricevere critiche ma non dovrebbe lasciare il tavolo di trattativa oppure abbandonare un argomento così grande alle responsabilità di territori diversi e con esigenze differenti. Questo si aggiunge all'intenzione di istituire un Cda a Trentino Marketing oppure alla Fondazione Mach: un chiaro segnale della direzione che la Provincia intende intraprendere in materia responsabilità".    

 

Se non altro questa "sfida" all'ultimo soldo potrebbe vedere l'Apt Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi in posizione defilata, probabilmente la realtà messa meglio economicamente, quindi meno interessata al capitale. Il numero uno del capoluogo sarebbe riuscito a brillare per una trattativa alla rovescia nei giorni scorsi: fatto un taglio del 30%, avrebbe proposto di spingersi al 40%, forse per aiutare la Provincia e contestualmente mettere meglio nel mirino un posto nelle Agenzie territoriali. 

 

D'altra parte ci sono 4 Agenzie territoriali pronte a nascere e almeno altrettanti presidenti di Apt che ambiscono a giocarsi le carte per quel ruolo. Se dovesse essere così, abile anche l'assessore a creare questa situazione. Un'operazione lecita e legittima, non si discute, ma restano le ragioni di opportunità di sedersi al tavolo per spingere sulle fusioni e per una riforma pensata ante-Covid-19 quando forse gli interessi personali possono sembrare più importanti di quelli del territorio che si rappresenta, in alcuni casi pure stipendiati dagli operatori di riferimento dell'ambito di competenza.    

 

Ma intanto si va avanti. E le preoccupazioni per la riforma sul turismo sono maggiori della convinzione a procedere. "I territori - prosegue l'ex assessore del Patt - non sembrano particolarmente tranquilli. Nei prossimi mesi le difficoltà da superare saranno enormi. Pensiamo che potrebbero venir meglio affrontate con strumenti rodati e già a regime. E’ nella fase di prima applicazione, che le norme manifestano quegli attriti dei quali il mercato, ora, non ha proprio bisogno. Ma la riforma è destinata a passare, anche per la vacuità della maggioranza provinciale che vota e sostiene in maniera acritica quanto propone l'esecutivo. Se tra Pd e Patt ci sono state frizioni per un eccesso di democrazia interna, qui c'è un cieco atto di fede nella Lega".

 

Da valutare la congruità della tassa di soggiorno in questo momento, soprattutto se un filone è quello del turismo strettamente domestico sul quale già è previsto l'impegno di Trentino Marketing per implementare lo sviluppo della movimentazione di prossimità. Far pagare un'imposta a un trentino che già paga le tasse e quindi alimenta il comparto e il sistema appare un cortocircuito. La direzione giusta potrebbe essere quella di inserire una esenzione per i residenti in provincia, se non in regione.

 

"Questa imposta da noi introdotta si è dimostrata fondamentale per sostenere il comparto ma il panorama è mutato. Si ipotizza di alzarla - continua l'ex assessore - ma si deve ricordare che è un meccanismo legato alla Guest Card: tutto è contingentato, gli ingressi ai musei e alle attrazioni varie. E se un turista non riesce a usufruire dei prodotti contenuti in questo strumento, diventa difficile giustificare la tassa, soprattutto alla luce della crisi economica delle famiglie. L'assessore ha accettato il suggerimento del Patt di lasciare l'imposta momentaneamente agli alberghi, che così possono avere un minimo di respiro in più: potrebbe prorogare questa misura fino a metà dell'anno prossimo".   

 

In tutto questo c'è un nuovo assetto del sistema che viene considerato anche complicato da portare avanti. "Difficoltà attuative nell’immediato, reticenza a seguire indicazioni imposte dall’alto da parte di molti territori e tempi probabilmente lunghi per portare a compimento la riforma. Questo obbligherà chi prenderà in mano le redini della Provincia nel 2023 a revisionare immediatamente la legge: si ricomincerà da dove si è finito, il primo compito del nuovo assessore al turismo sarà di introdurre dei correttivi a una norma che nasce già male", conclude Dallapiccola. 

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