Kaswalder sceglie (e vota solo, assieme a Dalzocchio) un avvocato da 12.402,52 per la causa con il suo ex segretario. Ghezzi: ''Conflitto di interessi?''
Per il consigliere di Futura non si spiega perché il presidente del consiglio abbia partecipato al voto per una decisione che riguarda lui stesso, chiede come mai non si sia scelta la conciliazione giudiziale per far risparmiare le casse pubbliche, perché non si paghi da solo le spese e se alla base del provvedimento di licenziamento di Pruner ci fosse una ''punizione politica''
TRENTO. Punizione politica o altra ragione? La domanda ora arriva in consiglio provinciale dopo che in molti (anche noi de il Dolomiti) avevano provato ad avere una risposta chiara dal presidente del consiglio Walter Kaswalder che alla fine si era sempre chiuso in un ''no comment'' che lasciava spazio a mille ipotesi. La più quotata resta quella che il presidente del consiglio provinciale abbia allontanato il suo segretario Walter Pruner perché recatosi al congresso del Partito autonomista trentino tirolese. Una sorta di ''lesa maestà'' verso colui che dal Patt se ne era andato per fondare il suo movimento, gli Autonomisti popolari oggi sempre più in orbita Lega.
A il Dolomiti il 17 aprile raccontava che ''sono tutte balle'' (compreso del licenziamento che non era ancora avvenuto, anche se poi si è concretizzato ndr.) e aggiungeva: "Non entro nel merito e non commento. Io fino a ora non ho licenziato nessuno lui (Pruner, ndr) è ancor qui. In quanto mio segretario particolare ha un compito...". E a quel punto aveva troncato la frase rispondendo alla domanda ''quale?'' un secco "no comment". Ora la questione arriva in Aula: la porta il consigliere di Futura Paolo Ghezzi con un'interrogazione all'interno della quale si chiede anche come mai per la causa contro il suo ex dipendente ''l'8 gennaio 2020'' è stato scelto per difenderlo ''il professor avv. Carlo Zoli, ordinario del diritto del lavoro all’Università di Bologna, che percepirà una parcella di 12.402,52 euro''.
E spiega anche che nell'ufficio di presidenza al momento del voto Michele Dallapiccola ha abbandonato la seduta e Degasperi si è astenuto (ha ritenuto di dover garantire il numero legale per assicurare la tutela dell’istituzione in giudizio).
''L’avvocato - scrive Ghezzi - è stato scelto con i soli due voti favorevoli del presidente del Consiglio e della cons. Mara Dalzocchio. Si interroga il presidente del Consiglio provinciale per sapere se non ritenga inopportuno aver partecipato al voto per l’evidente conflitto di interesse, trattandosi di una vertenza tra lo stesso presidente e il suo ex segretario particolare; se non ritenga che il conflitto tra il presidente e il dipendente abbia motivazioni di carattere personale e che pertanto le spese di giudizio andrebbero assunte personalmente dallo stesso presidente; quali sono i motivi che hanno indotto il presidente ad optare per un incarico esterno di costo rilevante, viste le attuali indicazioni suggerite dalla Corte dei Conti in tema di razionalizzazione delle spese negli enti pubblici; quali sono i motivi che hanno indotto il presidente a non perseguire la strada della conciliazione extra giudiziale che avrebbe fatto risparmiare denaro pubblico al Consiglio provinciale; quanto - completa Ghezzi - abbiano contato le esigenze di una “punizione politica” nella scelta di licenziare il suo segretario particolare''.