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Coronavirus e turismo, Trento si lamenta con Roma e intanto Bolzano pianifica la ripartenza con i ministri di Germania e Austria

L'assessore Failoni: "Il sentimento che prevale tra tutti i colleghi assessori al turismo è quello di una estrema delusione nei confronti del Ministro Dario Franceschini". L'assessore Schuler: "Impegnato con contatti e confronti a livello nazionale e internazionale"

Di Luca Andreazza - 06 maggio 2020 - 22:55

TRENTO. Uniti ma distanti ai tempi del coronavirus. E' il caso del Trentino e dell'Alto Adige. Qui ci si lamenta e tanto, sport locale (rigorosamente a piedi, bici o in questo caso video-conferenza) sembra quello di scaricare le responsabilità su Roma, se la Capitale sul fronte turismo forse non brilla, il dicastero a trazione Lega trentina non sembra tanto più propositivo, recriminazioni a parte, i risultati sono pochini.

 

Anche in Alto Adige si battono i pugni e la quasi rottura sull'asse Bolzano-Roma dei giorni scorsi è cronaca, ma poi la strada viene intrapresa. Anzi il ministro Francesco Boccia poi ascolta e concede. La linea altoatesina è evidente, come la road map già pronta e inserita in una legge provinciale scritta in 48 ore, ora solo in attesa delle ordinanze attuative.

 

Nel nostro territorio ci sono gli annunci (tanti) e le lamentele (abbondanti) ma i piani non sembrano altrettanto chiari, calendarizzazione della ripartenza compresa. In Trentino si accusa Roma di immobilismo ma si attendono indicazioni per recepire in toto, in Alto Adige si dialoga con Austria e Germania (anche) per agevolare la ripresa di un comparto importantissimo, reduci inoltre da un accordo per far rientrare gli studenti che studiano fuori confine (Qui articolo). La differenza d'approccio diventa sostanziale.

 

In Trentino oltre ai tavoli c'è di più? La prospettiva sembra quella di tagliare le risorse alle Apt, ma le Aziende per il turismo sembrano anche le uniche a muoversi per trovare una strategia per salvare la stagione estiva e pensare anche a quella invernale. In val di Non si è iniziato in anticipo (Qui articolo), in Paganella è stato realizzato un sondaggio che ha coinvolto i potenziali turisti (Qui articolo), a Rovereto e in Vallagarina sono già state delineate le prime contromisure (Qui articolo). Solo alcuni esempi.

 

La sensazione è che ogni tanto (spesso quando può essere un vantaggio) gli altoatesini poi ci concedano di partecipare a qualche situazione, ma la leadership è evidente, le idee sono chiare. La data da cerchiare in rosso per il comparto del turismo è in particolare quella di lunedì 25 maggio, quando le strutture ricettive e gli impianti a fune potranno ripartire (Qui articolo). 

 

"Durante il Consiglio provinciale - commenta su Facebook l'assessore Roberto Failonisono corso in ufficio per partecipare a una importante video-conferenza della Commissione turismo e industria alberghiera. Il sentimento che prevale tra tutti i colleghi assessori al turismo è quello di una estrema delusione nei confronti del Ministro Dario Franceschini. Nonostante i numerosi solleciti bipartisan anche in questo settore tardano ad arrivare risposte chiare e concrete da parte del Governo. Necessitiamo di una prospettiva, non abbiamo certezze, solo tante promesse. Oltre alle questioni già sul tavolo, ho fatto presente la preoccupante decisione dell'Inail di classificare il contagio da Covid-19 come infortunio sul lavoro con la conseguente responsabilità penale del datore di lavoro: così fosse molte delle nostre aziende potrebbero non aprire".

L'altra faccia della medaglia è Bolzano. C'è l'assessore Arnold Schuler. "Servono regole chiare e precise. Ma il turismo in Alto Adige - spiega il titolare al turismo - non è un settore economico prettamente locale, ma fa parte di una vasta rete internazionale. Naturalmente la base per la riapertura dei confini deve avere sempre dei fondamenti scientifici". A parità di incertezze, ci si muove per trovare alleanze e accordi, compreso i binari dell'agricoltura. 

 

Per avere regole chiare e per giungere alla riapertura dei confini, necessaria alla ripartenza del comparto turistico ricettivo, l’assessore è impegnato in contatti e confronti a livello nazionale e internazionale. Questa settimana sono previsti ulteriori colloqui con i rappresentanti dei governi di Austria e Germania, nei giorni scorsi Schuler aveva contattato la ministra austriaca all’agricoltura Elisabeth Köstinger e avuto contatti con alti funzionari del governo tedesco assieme all’assessore Philipp Achammer e al presidente di Idm Hansi Pichler.

Giornaliero è anche il contatto con il rappresentante altoatesino al Parlamento europeo, Herbert Dorfmann, che porta avanti la richiesta di apertura dei confini per consentire la libera circolazione turistica nella Unione europea, anche se certamente permangono difficoltà a individuare una soluzione univoca per le attuali differenze della situazione del contagio da Covid-19.

 

“A Roma siamo in costante confronto e scambio con la commissione per il turismo per tematiche non solo di apertura dei confini, ma anche sulla regolamentazione riferite all’utilizzo delle aree comuni nelle strutture ricettive e su altre tematiche rilevanti”, ricorda l’assessore Schuler che ribadisce la convinzione che con la decisione di intraprendere una via altoatesina con la predisposizione della legge provinciale di aver compiuto uno step decisivo per la ripartenza del comparto turistico altoatesino.

 

Insomma, la sensazione è che in Alto Adige i canali (istituzionali) siano presidiati a più livelli, si alza la voce quando serve e intanto si lavora in prospettiva, forti anche di un quadro epidemiologico confortante. Poi alcune strade non potranno essere prese, ma intanto ci sono varie possibilità. In Trentino invece ci si lamenta sul territorio, ma poi non si riesce a cambiare passo. I compiti andrebbero prima fatti a casa perché alla fine vale sempre una celebre locuzione latina: "Homo faber fortunae suae".

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