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"Trento non si gira dall'altra parte", oltre 300 persone in piazza per sostenere l'Ucraina a tre anni dall'inizio della guerra

A tre anni dall’inizio dell’invasione, la comunità ucraina di Trento si riunisce per chiedere sostegno e ricordare i tanti caduti nel terrificante conflitto con la Russia. In piazza anche il sindaco Ianeselli: "Sentire Trump spiegarci che non c'è stata alcuna invasione della Russia e mettere in discussione la legittimità della resistenza ucraina è abominevole. Tutti vogliamo la pace, ma vogliamo una pace giusta. Trento sarà sempre al fianco del popolo ucraino"

Di Marcello Oberosler - 23 febbraio 2025 - 06:00

TRENTO. "La guerra è dolore, orrore, morte, sangue e sofferenza". 

 

La scritta su uno dei tanti striscioni che fanno capolino in piazza Cesare Battisti a Trento sembra recitare, in lingua italiana e sotto in ucraino, un'ovvietà assoluta: e invece per il terzo anno di fila, il 24 febbraio quelle parole hanno un peso e un significato più profondo. Forse sono parole che non si ripetono mai abbastanza, o che forse non ricordiamo più bene che cosa significhino.

 

Nel pomeriggio di sabato sono state più di 300 le persone che tra le strade del centro di Trento, così come in tante altre città di tutto il mondo, si sono riunite per non dimenticare. "Per tenere accesa la luce", sussurrano alcuni dei presenti. 

 

A partire dal 24 febbraio del 2022 l'Ucraina è una terra e un popolo che viene martoriato da una guerra che non conosce pause e tregua; un incubo nato da un'aggressione.

 

"Oggi sentiamo di tutto - raccontano dal cuore della manifestazione Angela e Nadiya - ma sappiamo tutti come siamo arrivati a questo punto. Questa guerra non è nata tre anni fa, ma è la conseguenza delle azioni di una potenza che si sente un Impero, che non riesce a riconoscere gli altri popoli. Una guerra nata nel 2014 con l'annessione della Crimea, un conflitto portato avanti, oggi, da chi non si fa problemi a distruggere volutamente città e ospedali. Ma noi siamo uniti e resistiamo: per noi, e per le prossime generazioni".

TRUMP, E CHI VOLTA LE SPALLE. 

 

Il riferimento, tutt'altro che involontario, è alle parole (e alle azioni) di Donald Trump, il presidente degli Usa che in questi giorni con dichiarazioni provocatorie (per non dire di peggio) ha attribuito all’Ucraina la responsabilità della guerra e attaccato pesantemente Zelensky, definito senza mezzi termini un "dittatore mai eletto".

 

Trump è arrivato a ipotizzare perfino un possibile disimpegno degli Usa dal conflitto in quello che sarebbe (e in parte già sta diventando) un modo davvero subdolo e opportunistico di voltare le spalle a Kiev dopo anni di sostegno. D'altra parte, sempre secondo Trump, è stata tutta colpa dell'Europa e del suo "fallimento nel garantire la pace".

 

"Queste giornate, quelle in cui si ricorda l'invasione e si celebra la resistenza del popolo ucraino, sono giornate difficili", ha detto prendendo la parola durante la celebrazione il sindaco di Trento Franco Ianeselli. "E lasciatemelo dire, quello che stiamo sentendo in queste ore è abominevole. Sentire un Presidente degli Stati Uniti spiegarci che non c'è stata alcuna invasione della Russia, un Presidente che mette in discussione la legittimità della resistenza ucraina è abominevole. Tutti vogliamo la pace, ma vogliamo una pace giusta".

 

"Trento e il Trentino hanno fatto la loro parte, trovando forza nella vostra forza - ha detto il sindaco rivolgendosi alle tante associazioni ucraine del territorio -. La lotta ucraina riguarda tutta l'Europa. E vi faccio una promessa: finché rappresenterò come sindaco Trento, questa città sarà sempre al vostro fianco".

 

Qualcuno sostiene che le mosse di comunicazione di Trump possano nascondere chissà quale strategia: ma solo poche ore fa rimbalzava un'altra notizia inquietante per chi ha a cuore il futuro dell'Ucraina. Gli Stati Uniti infatti stanno intensificando la pressione su Kiev affinché firmi un accordo per lo sfruttamento dei minerali essenziali dell’Ucraina; e secondo fonti dell'agenzia di stampa internazionale Reuters, la Casa Bianca avrebbe paventato la possibilità di tagliare l’accesso dell’Ucraina a Starlink, la rete satellitare di Elon Musk, se non venisse raggiunta un’intesa in tempi breviUna follia nella follia.

TRENTO, E CHI DALL'ALTRA PARTE NON SI GIRA.

 

Torniamo alle strade di Trento e alla manifestazione di sabato pomeriggio. Camminando tra piazza Cesare Battisti e piazza Duomo si combattono la paura e l'angoscia con canti, preghiere, abbracci.

 

Con commozione: c'è chi le trattiene, le lacrime, con un nodo alla gola. Chi invece qualche lacrima la versa. I bambini in testa al piccolo corteo portano una grande bandiera gialloblù

 

"Qui come in tante altre piazze, la gente si raduna per gridare al mondo che noi ci siamo. Che resistiamo. Che siamo un popolo libero. Che lottiamo per un'Ucraina indipendente, unita e libera. Abbiamo il diritto di essere un popolo libero e vivere una vita tranquilla e in pace. Grazie a tutti quelli che sostengono il popolo ucraino".

 

"Ci si fa forza l'uno con l'altro, ecco perché è importante esserci oggi", dice una signora prima di perdersi tra la folla che procede a zig-zag tra artisti di strada e turisti. Quasi tutti gli ucraini in piazza hanno un proprio caro al fronte: sono le storie di tante madri, mogli, sorelle che ogni giorno fanno i conti con la paura di ricevere la peggiore delle notizie.

 

Una canzone tra le tante intonate dai presenti è una vera e propria poesia che racconta di amici che vanno a trovare i loro cari. "Ma li vanno a trovare ai cimiteri - spiega Angela -, oggi pieni di persone, di eroi, di chi ha perso la vita per difendere il popolo ucraino". Il silenzio è intervallato dal suono delle chiavi, fatte "suonare" in memoria dei tanti prigionieri tenuti lontani da casa

 

Trento nel suo piccolo, prova a fare la sua parte. Domenica 23 febbraio si terrà una messa per i caduti alla Chiesa di San Lorenzo, celebrata da Padre Agostino Babiak (alle 11). Poi alle 13 ci sarà il pranzo commemorativo per i caduti ucraini alla parrocchia di Sant'Antonio. Lunedì 24 infine, alle 21, l'invito è quello di accendere una candela per ricordare i soldati e i civili caduti

 

Una candela alla finestra quando scende la sera, uno scintillio di luci tra le case di Trento per unirsiitaliani e ucraini, nel ricordo delle migliaia e migliaia di morti causati dall'invasione russa.

 

Un gesto simbolico, un messaggio di vicinanza e di speranza in uno dei momenti più difficili per gli ucraini negli ultimi tre drammatici anni di resistenza. 

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