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Comunali, il gigante 'buono' della politica Alberto Pattini fuori da palazzo Thun: ''Ho sempre fatto politica con il cuore, Ianeselli è la persona giusta per Trento''

Eletto per la prima volta nel 1995, è stato anche presidente del Consiglio comunale. Alle ultime elezioni comunali ha ricevuto 308 preferenze non sufficienti ad essere eletto. "Ora mi dedicherò alle mie passioni che vanno dalla scrittura, la poesia alla fotografia"

Di Giuseppe Fin - 23 settembre 2020 - 19:32

TRENTO. Di centro, fieramente autonomista fino all'osso, qualche volta magari un po' burbero ma per tanti altri una sorta di “gigante buono”, di quelli che hanno fatto sempre la politica mettendoci cuore e testa.

 

Alberto Pattini, l'artefice della candidatura a sindaco di Franco Ianeselli, per questa legislatura non siederà in Consiglio comunale a palazzo Geremia. Voti ne ha presi parecchi, più di qualcuno che invece è stato eletto, ma non abbastanza. 

 

Lui che durante la campagna elettorale non si è tirato indietro nel portare Ianeselli in ogni dove, dall'angolo più nascosto della città al monte Bondone, ora dovrà guardare l'amministrazione dall'esterno.

 

La sua prima elezione risale al 1995 per poi continuare e diventare anche presidente del Consiglio comunale all'epoca di Alberto Pacher dal 2005 al 2009. Ha sempre seguito il centro rivendicando i temi autonomistici. Le battaglie portate avanti sono state tante, dal degrado cittadino all'installazione delle telecamere, dal Bondone alla valorizzazione del Casino di Bersaglio all'inizio di corso Buonarotti.

 

Alberto Pattini come sono stati questi ultimi cinque anni in consiglio comunale?

Sono molto soddisfatto di quello che siamo riusciti a fare per Trento. Io questa città ce l'ho nel cuore ed essendo stato capogruppo ho dato il massimo sui temi che erano all'ordine del giorno. Non mi sono risparmiato e non per partito preso ma perché ho sempre voluto portare all'interno dei quelle mura di palazzo Geremia la voce dei cittadini.

 

E con l'ormai ex sindaco Alessandro Andreatta come è stato il rapporto?

In questi cinque anni, tra me e Andreatta, dal punto di vista politico ma non certamente personale, abbiamo avuto diversi motivi di scontro. Però mi ha fatto piacere a una settimana dal voto la sua telefonata nella quale ha riconosciuto il lavoro che ho svolto in Consiglio e la mia disponibilità alla mediazione e al dialogo. Questo è un grande riconoscimento per me. 

 

Sono state molte le battaglie che l'hanno visto protagonista.

Sì, da quella dei graffiti che rovinano la nostra città ai tanti temi collegati al Prg. Dalla funivia per il monte Bondone alla riqualificazione di tutta la zona dell'ex Italcementi. Mi sono occupato anche della valorizzazione del centro storico nella predisposizione di importanti manifestazioni. Poi c'è il Covid e anche su questo mi sono speso con diverse mozioni che sono diventate patrimonio dell'amministrazione.

 

Oltre vent'anni di politica, quante cose ha visto cambiare?

Tante e purtroppo non sempre in maniera positiva. Prima c'era un comportamento di rispetto verso l'avversario ora, purtroppo, si è arrivati alla politica del rancore e certe volte addirittura della diffamazione. Attacchi personali che fanno male. Per me la politica è altra cosa, è governare bene, farlo con dei valori e per il bene dei cittadini. Sono sempre stato guidato da questo modo di agire. Oggi tutto questo è cambiato, ed io non l'ho mai condiviso.

 

Con un intervento su ildolomiti.it ad inizio di quest'anno è stato proprio lei a lanciare Franco Ianeselli sindaco mentre il suo partito il Patt non riusciva a decidere. Perché lo ha fatto?

Sono stato il primo a sostenerlo. Nonostante in molti dicessero che era un uomo con “una etichetta” a me non interessava. Io volevo conoscere la persona, capire le sue capacità e il modo con cui si rapportava con gli altri. Lui ha subito detto che senza gli autonomisti non ci avrebbe nemmeno provato. Ho conosciuto una persona umile ma soprattutto che sapeva ascoltare e fare sintesi. Poi è nata una amicizia molto solida che ovviamente va oltre le faccende politiche.

Nel sostenerlo ho ricevuto tantissimi attacchi. E' stato un rischio, però ho visto bene. Quando andavamo in giro assieme all'inizio c'era un po' di diffidenza nelle persone. Poi, però, scompariva e si trasformava in sostegno ed era bello il rapporto che si creava.

 

E che consigli darebbe a Ianeselli ora che è stato eletto?

Di saper mediare e trovare soluzioni concrete anche se non sempre sarà facile. Di rimanere se stesso. Di mantenere la sua dignità integra e di non modificare assolutamente quello che è il suo modo di fare.

 

E lei ora che sarà meno impegnato in consiglio comunale, cosa farà?

E' finito un ciclo, io di stare fermo non sono capace e fa parte del mio carattere essere in evoluzione intellettuale e culturale. Avrò più tempo per le mie passioni, la scrittura, la poesia, la comunicazione dello stupendo paesaggio che abbiamo in Trentino e la fotografia. La bellezza della natura talvolta compensa la bruttezza dei comportamenti umani. In ambito politico attualmente ho bisogno di una forte riflessione. E' finito un ciclo, la politica non è tutto. Io l'ho fatta sempre con il cuore e ora vedremo.

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