Ballottaggi, l'Svp si schiera a Bolzano ma non a Merano. Il Pd sostiene Rösch. L'ex assessore Gennaccaro: "Non mettiamo paletti"
Tante le incognite in vista del ballottaggio di domenica 4 ottobre nei due principali centri dell'Alto Adige. A Bolzano Caramaschi ha incassato il sostegno dell'Svp, mentre Io sto con Bolzano, Team K e M5S non si sono espressi a favore di alcun contendente. A Merano il Pd dà l'appoggio all'uscente Rösch, mentre la "stella alpina" lascia libertà agli elettori
BOLZANO. Giunti alla settimana del ballottaggio, giorno dopo giorno coalizioni e liste escluse danno le proprie indicazioni di voto. Nei principali centri altoatesini, Bolzano e Merano, vengono così a formarsi dei blocchi ideali che potrebbero portare all'elezione di un determinato candidato. Di certo l'endorsement fatto dal vicesindaco del capoluogo Luis Walcher e dall'Svp a vantaggio di Caramaschi appare come il “principale colpo” di un'amministrazione che punta a proseguire ciò che è stato fatto nello scorso mandato (un colpo che pare aver creato non pochi malumori nel centrodestra altoatesino come nella giunta provinciale leghista trentina).
Se a Bolzano, infatti, la sola “stella alpina” aveva collezionato un 13,5% dei voti, quegli oltre 6400 voti potrebbero spostare non di poco le sorti del ballottaggio, garantendo a Caramaschi una possibilità più concreta di tornare a svolgere il ruolo di primo cittadino. Ma ciononostante, le incognite non mancano.
A rendere più incerta la “resa dei conti” finale di domenica 4 ottobre non c'è solo quella fetta di popolazione rimasta lontana dalle urne nella due giorni di settembre (l'affluenza nel capoluogo è stata del 60,7%). A rimpolpare il 34% della coalizione del sindaco uscente Renzo Caramaschi (formata da Pd, lista con Caramaschi, Verdi, Italia viva e Sinistra unita) o il 33,1% di quella di centrodestra di Roberto Zanin (formata da lista Oltre/Weiter, Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia) ci sarebbero infatti anche i voti della lista Io sto con Bolzano dell'assessore allo Sport uscente Angelo Gennaccaro (7,7%, pari a 3655 voti), quelli del Team K di Thomas Brancaglion (4,9%, pari a 2349 voti), quelli del M5S di Maria Teresa Fortini (2,7%, pari a 1306 voti) e infine dei restanti candidati, rimasti, eccetto la "grande esclusa" Casapound (nonostante le tantissime preferenze al consigliere uscente Andrea Bonazza, il candidato italiano più votato nel mondo della destra bolzanina), tutti al di sotto del 2% (quasi 2000 voti tra tutti).
Da parte di Gennaccaro, Brancaglion e Fortini, però, nessuna indicazione precisa è stata data. O, meglio, l'invito è stato a votare secondo coscienza. “Non siamo né di destra né di sinistra – ha dichiarato alla stampa l'ex assessore, vera e propria anima della lista centrista “Io sto con Bolzano” - non mettiamo paletti né cerchiamo nessuno”. Sicurezza e mobilità saranno i grandi temi su cui si giocherà la partita.
Nella seconda città altoatesina, invece, la situazione appare meno chiara. Di fronte al 28,4% (pari a 4784 voti) registrato dalla coalizione dell'uscente Paul Rösch (appoggiato da Verdi, Sinistra Ecosociale e Team K), a contendersi la sindacatura sarà il candidato delle civiche (Alleanza per Merano e La Civica per Merano) Dario Dal Medico, capace di strappare all'Svp con poco più di un punto percentuale il secondo posto disponibile per il ballottaggio (22,9%, pari a 3862 voti, contro il 21,6%, pari a 3642 voti, della “stella alpina”).
Riunita in assemblea, l'Svp meranese ha deciso da parte sua di non dare alcuna indicazione di voto, lasciando liberi gli elettori. Nessun endorsement a Rösch, dunque, nonostante la partecipazione del partito di raccolta tedesco alla precedente giunta. Diversa la questione per il Partito democratico, anch'esso nell'amministrazione comunale uscente e presentatosi alle elezioni da solo con Daniela Rossi come candidata sindaco (ottenendo un 5,2%, pari a 877 voti) e chiaro nel dare la propria indicazione: “Voteremo per Rösch”.
La comunanza di valori, dunque, spinge il Pd verso il sindaco uscente ma tanti rimangono i voti da assegnare. Oltre ai tanti non presentatisi alle urne (l'affluenza è del 57,3%), rimane da capire cosa decidano destra tedesca e destra italiana, arrivate alle urne con singoli candidati, dalla Lega (10,3%, pari a 1739 voti) a Fratelli d'Italia (5,3%, pari a 898 voti), passando per i Freiheitlichen (2,7%, pari a 447 voti) e la Süd-Tiroler Freheit (1,9%, pari a 326 voti).
La partita è aperta, insomma, e solo nella notte di domenica si capirà quanto le indicazioni di voto possano aver pesato sul ballottaggio.