Primarie segreteria Pd, candidati a confronto. Maestri: ''Serve progetto unitario, alla Calenda''. Dal Ri: ''Idee fresche e basta con la divisione renziani e non renziani''
Domenica prossima 3 marzo il Partito democratico sceglierà il suo segretario. Ecco l'intervista ai due candidati. Dal Ri: "Primarie per il prossimo sindaco di Trento''. Maestri: "Ripartiamo dall'umiltà e con la voglia di costruire un fronte largo"
TRENTO. Per il Partito democratico del Trentino questa è l'ultima settimana di congresso e la prossima domenica, 3 marzo, gli elettori potranno esprimersi sul nome del segretario. La sfida è a due, tra Lucia Maestri e Alessandro Dal Ri. Ecco le loro proposte, le differenza tra le due mozioni e le loro idee per il futuro del Pd.
Lucia Maestri, se i suo sfidante viene accusato di rappresentare un certo ribellismo giovanile, a lei dicono di rappresentare l'establishment. E' così?
Se l'establishment sono i tanti giovani che mi sostengono, come Alessandro Fedrigotti, Sacha De Carli, Valeria Parolari, Vera Rossi. Questi sono il futuro e soprattutto il presente del Pd, giovani amministratori tutti capilista nelle loro zone.
Alessandro Dal Ri, lei è invece quello 'contro'?
Noi ci siamo riuniti attorno ad un progetto, non sulla base delle posizioni precostituite. Non dividendoci tra renziani e non renziani, non tra chi era per il sì o il no a Rossi. Ci siamo riuniti su una proposta che crediamo utile e necessaria per il futuro del partito.
Dopo lo scontro congressuale, sarà possibile una gestione unitaria del partito? Per lei Dal Ri?
Ho proposto la segreteria unitaria, valorizzando le energie che ci sono nella mozione Maestri, perché credo che il partito non ha bisogno di divisioni tra maggioranza e minoranza. A me interessa che in segreteria ci sia qualcuno che se le cose le sa fare le faccia.
E lei Maestri? C'è lo spazio per una gestione unitaria?
Io spero di sì, anche perché dal punto di vista programmatico non ci sono grandi differenze tra le due mozioni. Ma la segreteria è un organismo tecnico-amministrativo del partito, la condivisione andrebbe fatta nel coordinamento provinciale, quello è un organismo politico.
Perché ha deciso di scendere in campo come candidato segretario?
A metà dicembre sono stata contattata da un gruppo di una decina di persone che mi hanno chiesto la mia disponibilità, e gentilmente ho declinato. Poi subito dopo natale quelle 10 persone sono diventate 20 e poi 30 e poi il doppio. Quando sono diventate 70 ho detto sì, perché una così forte richiesta dal basso mi ha posto una questione di responsabilità. E appunto per responsabilità ho detto sì.
E lei Dal Ri?
Volevo mettere in campo un progetto che portasse idee fresche, che superassero tutte quelle dinamiche che in passato hanno danneggiato il partito, con la volontà di mettere a disposizione una figura nuova che non fosse ascrivibile a nessuna delle parti.
Si vota per il segretario del partito democratico trentino ma si vota anche a livello nazionale. Lei Dal Ri chi sosterrà?
Martina. Perché la mozione Zingaretti contiene implicitamente la volontà di cancellare quella che è stata la stagione Renzi. Dall'altra c'è un'altra rigidità, quella di Giachetti, che rivendica tutto dicendo che non si è sbagliato nulla. Quindi Marina mi sembra il tentativo più laico di affrontare la questione.
Maestri, lei invece chi sosterrà?
Su questo sono in grande difficoltà, perché fatico a trovare delle differenze programmatiche tra Zingaretti e Martina. Per la sua esperienza amministrativa sarei portata a votare Zingaretti, ma senza che questo diventi motivo di divisione sul piano provinciale. Noi siamo autonomi, lo siamo sempre stati.
Secondo lei Dal Ri, di che Pd nazionale c'è bisogno?
C'è bisogno dello stesso Pd che cercherò di costruire qui, capace di avanzare proposte, capace di uscire con una voce sola, capace di comunicare in modo unitario le proprie idee. Quindi basta liti, servono idee concrete.
E per lei Maestri?
C'è bisogno di un Pd che guardi oltre il Pd, alla Calenda. Che tenga assieme tutte le espressioni politiche e sociali e sindacali, tutto ciò che è alternativo a questo modo di governare. C'è bisogno di un progetto unitario con radici valoriali forti.
Sulla vicenda giudiziaria che ha investito la famiglia Renzi, vi siete fatti un'idea? Dal Ri, cosa ne pensa?
Non saprei, non ho seguito attentamente la vicenda e non saprei dire.
Maestri, lei invece un'idea se l'è fatta?
La questione sarà da dirimere a livello della magistratura, per cui nutro fiducia. Vicinanza umana, ci mancherebbe. Dico solo che mi spiace che questa cosa sia uscita in questo modo e in questo momento.
Torniamo al Pd Trentino, in grave difficoltà dopo la sconfitta alle provinciali. Che errori sono stati fatti? Per lei Maestri?
L'esperienza di governo assieme alla coalizione di centrosinistra autonomista è stata decisamente importante, con molti risultati raggiunti. Abbiamo sbagliato a non saper difendere e promuovere questi risultati. Perché sul piano amministrativo si è lavorato bene, si è invece lavorato male a livello politico: è mancato un partito, per questo ora c'è bisogno di ricostruirlo.
Dal Ri, per lei? E a parte gli errori, cosa salverebbe della passata stagione?
Della gestione precedente c'è da salvare la nostra capacità amministrativa, i nostri assessori hanno lavorato bene. Si è fallito nel veicolare all'esterno quanto di buono siamo riusciti a fare, ma c'era un un partito debole che non ha saputo adempiere a questo.
Uno dei nodi è quello delle alleanze politiche. Come vi muoverete? Inizi lei Maestri.
C'è soprattutto un quadro da ricostruire. Un quadro è stato rotto nella scorsa estate (con il no al Rossi bis, ndr) da una scelta che non ho condiviso. Infatti non aveva senso licenziare un presidente senza licenziare tre dei nostri che in quella giunta sedevano. Non si è capito che il no a Rossi significava la rottura con il Patt.
E lei da dove comincia Dal Ri?
C'è sicuramente da riprendere il dialogo con il mondo cattolico, con i civici, con gli autonomisti e con la società civile. C'è da ricostruire su idee e progetti tra chi è alternativo alla Lega.
C'è la possibilità di ricostruire un nuovo centrosinistra autonomista? Dal Ri.
Non so se si chiamerà così, visto che Rossi ha detto che quella è un'esperienza finita. Secondo me no, ma detto questo c'è da ripartire dalle idee, da un programma comune, con punti che condividiamo. Un progetto che dev'essere costruito sui territori, nelle cose concrete.
Maestri.
Per come lo abbiamo conosciuto no, ma abbiamo la possibilità di fare nuovo progetto in cui si possano riconoscere tutti quelli che intendono i valori in modo profondamente diverso da come li intende chi governa oggi. Dobbiamo però partire da coloro che nelle alleanze hanno creduto, non da chi è circondato da quelli che le hanno distrutte.
Chi di voi sarà segretario/a si troverà subito ad affrontare elezioni suppletive ed europee e nel 2020 le amministrative. Lucia Maestri, la ricetta per vincere?
Grande umiltà, senza pretendere nulla. Nelle suppletive e ancor di più nella amministrative dobbiamo capire assieme quale sia la figura che meglio possa rappresentare il progetto nuovo di una coalizione larga. Nessuno può ora rivendicare nulla, ma è invece necessario mettersi a disposizione per un progetto più grande.
Alessandro Dal Ri, lei con che propositi affronta queste sfide elettorali?
Con la volontà di allargare il fronte, da soli non andiamo lontani. E sulle comunale valuteremo se usare il simbolo o se usare la lista civica. Sul sindaco di Trento, invece, le primarie sono ineludibili, se qualcuno pensa di non farle si sbaglia di grosso.