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Primarie? No grazie: come ammettere di non essere una coalizione regalando al centrosinistra un candidato sindaco già zoppo

Proporre a pochi giorni da Natale le primarie sapendo che non si potranno fare prima di febbraio (e quindi a soli due mesi dalle amministrative) pare quasi una provocazione più che un'idea concreta. Intanto il centrodestra si sfrega le mani sperando che il blocco avversario si butti nel gioco al massacro interno

Di Luca Pianesi - 23 dicembre 2019 - 12:45

TRENTO. Primarie? No grazie. In questi giorni in casa centrosinistra qualcuno starebbe riavanzando la proposta di risolvere la partita per la scelta del candidato sindaco con un voto interno di coalizione. Una proposta che per come è stata lanciata rischia di per sé di risultare distruttiva e divisiva, un assist incredibile al centrodestra che già si sfrega le mani al pensiero che a poche settimane dal voto (quello vero, quello per le comunali), i partiti e i movimenti di centrosinistra si pestino i piedi l'uno con l'altro per farla spuntare al proprio candidato e non a quello del vicino di banco. Per poi lasciare allo stesso vincitore, ancora dolorante, con calli sui ditoni e ossicini martoriati, solo pochi giorni per recuperare prima il rapporto con quelli che ha battuto e poi, possibilmente andare a conquistare anche qualche voto non ''di area''.

 

Il tutto poi per scaricare agli elettori la scelta tra quei nomi che ormai già da giorni sono sul tavolo (ci sono, da un lato i più credibili: Ianeselli, Lanzinger, Poggio che permetterebbero di aggregare, con forza e impatto diverso e non siamo qui a pesarli, anche mondi ''non di partito''; e ci sono dall'altra Franzoia e Gilmozzi che però sarebbero inevitabilmente associati al Pd e alla giunta uscente rischiando di far perdere contatto alla coalizione di centrosinistra, proprio con il centro e forse con qualcuno anche più a sinistra) e che per questo potrebbero essere scelti direttamente da chi guida i diversi movimenti. Sarebbe un modo, questo, anche per dimostrare forza e unità d'intenti e per far emergere dal tavolo di confronto un candidato solido e altamente legittimato.

 

Le primarie, poi, va detto, sono certamente uno strumento nobile di selezione dei candidati perché possono essere capaci di coinvolgere i cittadini, di sprigionare energie, di far avanzare idee e proposte che poi potrebbero diventare ''di tutti''. Ma lo sono soltanto se ben strutturate, ben governate e, soprattutto, inserite come condizione di partenza e non di arrivo per la nascita di una coalizione. Insomma proporle prima di Natale con la consapevolezza che quindi non si potranno realizzare prima di febbraio (a due mesi dalle amministrative) e con la situazione attuale suona più di provocazione che di proposta concreta. Dà il messaggio che il centrosinistra sia talmente in difficoltà e brancoli talmente tanto nel buio da affidarsi a una sorta di roulette russa più utile a sbarazzare il campo dai papabili che a decretare un vincitore. Certo così ne rimarrà solo uno, ma più che di uno, ora, c'è bisogno di tutti.

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