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Dal wilderness all'inquinamento luminoso che fa scomparire la notte, l'incontaminato esiste ancora? "Oggi prevale un modello estrattivo della montagna"

La rassegna "Un'ora per acclimatarsi" con L'AltraMontagna torna in piazza Battisti questa sera con "Wood-punk", ospiti Luigi Torreggiani, Riccardo Rizzetto e Francesca Locatin

Di LA - 29 aprile 2024 - 13:25

TRENTO. Spesso il termine “incontaminato” viene utilizzato in modo inappropriato. Un ragionamento sull'importanza di alcuni territori "contaminati", sul mito della wilderness (a partire dai grandi spazi oltreoceano) e, infine, sulle montagne più antropizzate del mondo: le Alpi e gli Appennini. Questi i temi affrontati nel terzo appuntamento di "Un'ora per acclimatarsi" nella cornice del Trento Film Festival.

 

Ospiti della rassegna targata L'AltraMontagna organizzata con Il DolomitiCi sarà un bel climaAlto Rilievo-voci di montagna e Protect our winters sono stati il geografo Mauro Varotto e l'antropologa Irene Borgna. Un appuntamento "Incontaminato non esiste" moderato da Pietro LacasellaSofia FarinaMichele Argenta e Federico Oselini.

 

 

A chiunque è capitato, scattando una fotografia a un paesaggio montano, di escludere volontariamente dall'inquadratura ogni indizio che suggerisca una presenza umana. Un traliccio dell'alta tensione, una folla, una strada, una funivia e così via.

 

C'è una tendenza a eliminare le testimonianze antropiche dai nostri scatti è il risultato di un processo culturale che, dalla sublimazione romantica in avanti, ha progressivamente trasformato le montagne in un luogo di culto della natura. Le fotografie si trasformano in un modo per riprodurre quell'idea di montagna pura e salubre, senza contaminazioni.

 

"Quando leggo di un paesaggio incontaminato del marketing di una valle mi si accende una spia. Un'idea semplificata della montagna, una vetrina per turisti. Ma l'idea di una natura pura e senza l'uomo è in realtà molto lontano da quello che apprezziamo. La ricerca è sempre di un luogo organizzato", dice Varotto, mentre Borgna aggiunge: "Incontaminato nel contesto turistico si trova tantissimo, qualcosa oggi sta cambiando in vari modi. C'è almeno un concetto di ibrido e mantenuto come nel caso dei pascoli. E' una costante ricerca dell'equilibrio, un negoziato".

 

Il wilderness è "una parola americana che si inserisce nell'epopea del wild e che concepisce i parchi naturali come luogo di consacrazione della natura nell'epoca di massima espansione colonizzatrice che sposta la frontiera", prosegue Varotto. "In questo momento storico si affermano i concetti di 'explore, preserve and protect', comunque azioni che prevedono l'essere umano. Nel mondo americano la natura è inoltre il luogo dell'uguaglianza, una dimensione di libertà a garanzia della democrazia".

 

Si tocca anche il tema dell'inquinamento, luminoso in particolare, che causa la "scomparsa" della notte. "Un’anomalia - continua Borgna - che fa male alla salute, nostra e del Pianeta, oltre a cancellare un’esperienza che ha formato l’umanità: la contemplazione delle stelle".

 

Capitolo acqua anche in ottica crisi climatica. "Oggi c'è un approccio coloniale, un'idea estrattiva della fruizione della montagna e delle opere. E' un modello da superare. Gli invasi del futuro non devono avere una logica monofunzionale".

 

Allora è forse arrivato il momento di abbandonare la retorica della "montagna incontaminata" per abbracciare un discorso culturale rinnovato, che non idealizza la natura e che si faccia promotore di un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente. 

 

La rassegna torna dalle 19 in piazza Battisti questa sera (lunedì 29 aprile) con "Wood-punk" con Luigi Torreggiani, Riccardo Rizzetto e Francesca Locatin. Partendo dal popolare podcast Ecotoni, cercheremo di capire lo stato di salute dei boschi italiani attraverso la voce di chi nei boschi lavora e di chi li racconta. Se i boschi sono ecosistemi naturali e umani fondamentali nella lotta alla crisi climatica, come dobbiamo gestirli affinché diventino veramente dei nostri alleati? E perché gestire le foreste è così importante ai tempi della crisi climatica?

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