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Radiocollari e Gps per evitare le predazioni, catturato l’ottavo lupo: “Lo abbiamo chiamato Leonardo come il giovane appassionato che ci ha aiutato”

L’ultimo esemplare radiocollarato è un maschio ribattezzato “Leonardo”, i dati serviranno a evitare le predazioni sugli animali domestici. L’esperto: “Grazie a questo progetto abbiamo documentato cucciolate, dispersioni, predazioni, lupi confidenti, creazione di nuovi branchi e comportamenti insospettabili che hanno lasciato a bocca aperta anche noi che da tanti anni ci occupiamo di lupi”

Di Tiziano Grottolo - 25 gennaio 2023 - 11:41

FELTRE. L’ultimo esemplare entrato nella “famiglia” dei lupi veneti dotati di radiocollare è stato ribattezzato Leonardo in onore del giovane appassionato che con la sua videotrappola ha aiutato i ricercatori a completare la cattura. L’esemplare, l’ottavo catturato in Veneto, è stato dotato di uno speciale radicollare satellitare nell’ambito del progetto di monitoraggio sui lupi coordinato da Marco Apollonio dell’Università di Sassari e realizzato in collaborazione con la Regione Veneto. Tutto nasce per cercare nuove soluzioni in grado di limitare le predazioni su animali domestici.

 

“In questo caso si tratta di un bel maschio di 32,6 chili appartenente a un branco in qualche modo nuovo, che occupa il territorio del Tomatico, la propaggine più a nord del Grappa” spiega Duccio Berzi, esperto di conservazione della fauna e responsabile delle operazioni sul campo. “Questo esemplare sarà sicuramente ‘prezioso’, visto che frequenta spesso il fondovalle più vicino a Feltre e utilizza un’area dove a breve partirà un importante progetto di telemetria sul camoscio”.


Quando i ricercatori hanno iniziato a lavorare nella zona del monte Grappa in molti sostenevano che il territorio fosse occupato da un solo branco e che vista la superficie utile le cose sarebbero rimaste così. Tuttavia grazie alla telemetria il gruppo di Berzi ha dimostrato che i branchi presenti a oggi sono diventati tre. “Questo conferma la dinamica di colonizzazione in atto, con home range decisamente più piccoli di quelli descritti in letteratura per le Alpi. Abbiamo documentato cucciolate, dispersioni, predazioni, lupi confidenti, creazione di nuovi branchi e comportamenti insospettabili che hanno lasciato a bocca aperta anche noi che da tanti anni ci occupiamo di lupi”.

 

Riprendendo un vecchio adagio si può dire che non si finisce mai di imparare. Grazie alla telemetria infatti, associata alla genetica e al fototrappolaggio, è possibile raccogliere molte più informazioni e scoprirne di nuove. Al contrario limitarsi all’uso di fototrappole o della genetica può restituire dati parziali e incompleti. “Questo studio – conclude Berzi – partito dal basso e con pochissime risorse, è attualmente il progetto più importante di telemetria mai svolto sulle Alpi e, anche grazie a Leonardo, permetterà di raccogliere dati utili per progredire sul percorso di conoscenza della specie”.

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