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Ottobre sui ghiacciai (a oltre 3.200 metri) tra torrenti d’acqua (FOTO e VIDEO) e 'laghetti' di fusione

I ghiacciai alpini soffrono e la perdita che si segnerà nella stagione estiva 2023 sarà probabilmente inferiore solo a quella registrata nell'annus horribilis 2022: sul gruppo dell’Ortles-Cevedale la fusione è tutt’altro che terminata e, agli inizi di ottobre, sulla superficie del ghiaccio scorrono ancora ‘torrentelli’ creati dall’azione del sole (a oltre 3200 metri di quota)

Di Filippo Schwachtje - 05 ottobre 2023 - 10:58

TRENTO. Quello appena trascorso, l’ha certificato proprio oggi il Copernicus climate change service, è stato il settembre più caldo di sempre a livello globale, ma le condizioni simil-estive vissute anche sul nostro territorio nelle ultime settimane non sembrano prossime a finire nemmeno con l’arrivo della seconda settimana di ottobre (Qui Articolo) e, in quota, i ghiacciai continuano a soffrire.

Come riportato ieri (Qui Articolo), il 2023 si è confermato il secondo anno peggiore di sempre per quanto riguarda il ritiro dei ghiacciai nel Parco Nazionale Gran Paradiso (secondo solo all’annus horribilis 2022) e la situazione si conferma pesante su tutto l’arco alpino. Sul gruppo dell’Ortles-Cevedale per esempio, come testimoniato dalle rilevazioni effettuate pochi giorni fa da Davide Colombarolli (del Servizio glaciologico lombardo), la fusione continua a ritmi importante durante la giornata. 


Le fronti del Gran Zebrù, per esempio, sono arretrate anche di 40 metri ed in quelle esposte a sud l’acqua scorre abbondante in diversi torrentelli di fusione (a oltre 3,200 metri di quota). Per quanto riguarda il Cedec invece (sotto il Cevedale) le paline di quota 3120 metri perdono circa 1,7 metri di spessore di ghiaccio, ha rilevato l’esperto, mentre quella di quota 3000 ne perde 2 dal 10 di agosto. Le notti sempre più lunghe insomma aiutano, ma l’azione del sole durante il giorno continua a ‘colpire’ in un’estate che sembra non finire mai.


Se facciamo riferimento per esempio ai dati delle stazioni più in quota di Meteotrentino, nelle ultime ventiquattro ore le temperature minime non sono scese al di sotto dello zero nemmeno a Cima Presena, a 3015 metri di quota sul livello del mare, dove la colonnina di mercurio è rimasta tra 4,6 e 1 gradi centigradi. A Peio (stazione di Crozzi Taviela a 2960 metri di quota) la minima è stata pari a 2,2 gradi, la massima a 5,5 mentre sulla Marmolada (alla stazione Sas del Mul, a 2606 metri di quota) non si è scesi sotto i 3,1 gradi centigradi (con una massima di 6,4).


 

Foto e video di Davide Colombarolli

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