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''L'orso Juan Carrito catturato per garantirgli una vita libera. Altrove lo avrebbero messo in cattività'': LE FOTO e IL VIDEO del risveglio

Mentre in Trentino gli ultimi casi di ''orsi problematici'' sono stati risolti nel peggiore (e più semplicistico) dei modi con la cattura a vita di M49 e M57, in Abruzzo stanno dimostrando tutt'altro approccio. M20 orso superconfidente ormai presenza fissa a Roccaraso, principale località turistica dell'Appennino, dove negli scorsi giorni è entrato anche in una pasticceria è stato trasportato in elicottero in un luogo meno antropizzato. Ecco perché e cosa come ha agito il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise

Di Luca Pianesi - 07 dicembre 2021 - 18:46

ROCCARASO. ''L'obiettivo è quello di provare ad indurre l'orso a modificare il proprio comportamento fortemente condizionato dal cibo antropico e da una estrema confidenza nei confronti della persone, inducendolo ad un, si spera, sempre più prossimo svernamento, rilasciandolo in un contesto montano isolato''. E' un esempio straordinario di gestione quello messo in campo dal personale tecnico scientifico e veterinario dei Parchi Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e della Maiella in collaborazione con i Carabinieri Forestali di quello che altrove, per esempio in Trentino dove negli ultimi anni ci si specializzati in cattura e ergastolo a vita, verrebbe definito un ''orso problematico''. Questa mattina, infatti, è stato catturato l’orso M20, meglio conosciuto come Juan Carrito e subito rilasciato in un luogo meno antropizzato (qui sotto il video del risveglio). 

 

 

 

 

L'obiettivo, però, non era imprigionarlo per sempre come di fatto è successo negli ultimi anni a Trento per M49 (che la libertà se l'è riconquistata per ben due volte scappando dal Casteller) e M57 ma la ''traslocazione'' dell'orso dalla zona di Roccaraso ad una zona naturale ed isolata situata nell’area del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. ''L’orso si è risvegliato ed è sotto costante monitoraggio - spiega il Parco con un comunicato ufficiale -, così come verrà fatto nei giorni a venire''. E ancora: ''Abbiamo l’obbligo di attuare tutte le soluzioni possibili per garantire a Juan Carrito, un orso bruno marsicano, una vita libera. In altri contesti nazionali e internazionali un orso come Juan Carrito sarebbe stato con tutta probabilità messo in cattività''.

 

 

L'obiettivo, come detto, è quello di allontanare l'orso dagli ambienti più antropizzati, spingerlo ad andare in letargo e a vivere la sua natura con meno rischi prima di tutto per sé stesso. ''Juan Carrito - proseguono dal Parco - è un orso condizionato e confidente, monitorato costantemente da maggio scorso anche grazie ad un collare GPS, che è stato protagonista di diverse scorribande, non ultima quella in una pasticceria del centro di Roccaraso, luogo in cui si è praticamente stabilito da circa 2 mesi e, approfittando dell'assenza di misure di prevenzione adeguate e della continua accessibilità a risorse alimentari di origine antropica, fra cui rifiuti all’interno dei cassonetti RSU e cibo offerto da alcune persone, ha rafforzato il suo comportamento confidente e condizionato, su cui certamente hanno influito le sue origini: figlio di Amarena cresciuto in un ambiente fortemente antropizzato''.

 

L’insieme delle condizioni in cui M20 ha passato gli ultimi mesi ha contribuito a rafforzare il suo condizionamento verso il cibo facile ed è molto concreta la possibilità che, vista la giovane età, la sua indole e la presenza costante di cibo, che il plantigrado non vada in letargo o che riduca enormemente la durata del periodo di svernamento, aumentando notevolmente quindi il rischio che l’orso possa continuare a frequentare il centro abitato di Roccaraso, la più grande stazione sciistica dell’Appennino, che in queste settimane andrà a registrare la presenza di migliaia di turisti, certamente impreparati all’incontro con un orso, con gravi rischi sia per l’incolumità pubblica, sia per l’orso stesso.

 

 

 

LE IMMAGINI. La cattura e il trasporto dell'orso M20

 

Questo il prosieguo della spiegazione di quanto accaduto per arrivare a questa cattura con rilascio in ambiente più ''selvaggio, di M20, tutto sempre e comunque volto a salvaguardare, prima di tutto, la sua libertà 

 

Tutto questo ha reso necessaria l'operazione odierna al fine di:

• decongestionare la situazione nel comprensorio di Roccaraso e zone limitrofe, dove nel corso delle ultime settimane si sono moltiplicati i passaggi all’interno del centro abitato;

• tentare ulteriormente di favorire un cambiamento di comportamento dell’orso in un contesto non antropizzato, favorendo il letargo;

• creare una finestra temporale per attuare immediati interventi gestionali (messa in sicurezza dei cassonetti RSU) e superare il periodo di maggior affluenza turistica.

 

La pianificazione dell'intera operazione odierna, e la contestuale scelta del luogo di rilascio, è stata realizzata sulla base di un lavoro di analisi e valutazione svolto congiuntamente dai tecnici del PNALM del PNM e della Regione Abruzzo, che ha chiesto l’autorizzazione alla traslocazione al Ministero della Transizione Ecologica, autorizzazione rilasciata nei giorni scorsi, previo parere favorevole dell’ISPRA.

 

La scelta del luogo di rilascio, benché non proprio ideale, perché sarebbe opportuno allontanare maggiormente Carrito dalla zona in cui è cresciuto, è ricaduta nel PNALM per motivazioni di natura logistico-operativa, biologica e amministrativa.

Fondamentale nell’operazione il ruolo dell’Arma dei Carabinieri che ha assicurato anche la disponibilità di un elicottero per effettuare la traslocazione da Roccaraso all’area di rilascio.

 

In altri contesti nazionali e internazionali un orso come Juan Carrito sarebbe stato con tutta probabilità messo in cattività.

 

Lo diciamo in virtù del fatto che, come vi abbiamo raccontato, in questi mesi (Juan Carrito story’s) sono stati interpellati diversi esperti e tutti hanno compreso la delicatezza della situazione. Nel dover agire per provare tutte le possibili soluzioni per lasciare libero M20 una delle azioni da mettere in campo su cui tutti gli esperti si sono trovati d’accordo è proprio la prova della traslocazione, dapprima nel Parco e poi, se non dovesse funzionare, eventualmente in territori più lontani.

 

Abbiamo l’obbligo di attuare tutte le soluzioni possibili per garantire a J.C, un orso bruno marsicano, una vita libera. Nei prossimi giorni saranno pubblicati aggiornamenti circa gli sviluppi dell'operazione svolta.

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