IL VIDEO. Esplosioni nel cuore delle Dolomiti sopra i 2.000 metri
Le detonazioni che si vedono nel video sarebbero da ricondurre alla realizzazione del collettore per le acque nere del Rifugio Boè. Un anno fa i lavori per i rifacimento della storica struttura in quello che era stato ribattezzato ''il cantiere estremo''
CANAZEI. Esplosioni in quota, sopra i 2.000 metri di altitudine, nel cuore delle Dolomiti. Stanno facendo discutere queste immagini dove si vedono brillare porzioni di roccia in Val Lasties (siamo nel gruppo montuoso del Sella) per realizzare l'impianto fognario che serve il Rifugio Boè.
Fanno discutere perché, ancora una volta, ripropongono la sempre più cruciale domanda che riguarda il futuro dei territori alpini: uno scespiriano essere o non essere che si traduce in rendere le montagne sempre più a misura d'uomo, per farle vivere a tutti, ma con il serio rischio di snaturarle, o lasciarle alla natura, quindi ai pochi capaci di raggiungerle, con il rischio di perdere visitatori, introiti e di privare la stragrande maggioranza della popolazione della meraviglia di questi posti?
La coperta, come si suol dire, è corta e giocoforza se si vuole garantire la sicurezza negli accessi a certe vette ecco spuntare persino le colate di cemento armato per assicurare rocce e guglie ed evitare frane pericolose (come si è visto con gli interventi sulla Bepi Zac qualche giorno fa), saltano fuori ponti tibetani e scalinate in acciaio per facilitare i passaggi e magari renderli ancora più emozionanti, servono le fognature anche a nei rifugi e tutti i servizi più moderni e strutturati possibile.
Le detonazioni che si vedono nel video sarebbero da ricondurre proprio alla realizzazione del collettore per le acque nere del Rifugio Boè. Il perché si legge nel provvedimento della Pat dal titolo ''Approvazione del progetto esecutivo per i lavori e la realizzazione del collettore per le acque nere nel tratto tra il rifugio Boè e la località Pian de Schiavaneis del Comune di Canazei per un importo complessivo di euro 1.411.000 oneri fiscali inclusi''. ''Rilevato che dopo più di 15 anni - si legge nel documento - di esercizio dell'impianto di depurazione avrebbe necessità di un rinnovo totale''.
D'altronde sono dell'anno scorso i lavori di di rifacimento del Rifugio Boè, a quota 2.873 metri di altezza, di proprietà della Sat. Un cantiere molto importante per una delle strutture più amate della zona. Un cantiere che era stato descritto in questo video dell'Apt Val di Fassa che raccontava perfettamente la fatica e l'impegno di costruire a tali altitudini. S'intitolava ''il cantiere estremo'' e, ancora una volta, ripropone la solita scespiriana domanda: essere o non essere? Alla sensibilità di ognuno la risposta.