"Riforma fiscale, redditi finanziari e previdenza complementare", l’evento di Pensplan Centrum: "Uniformare i contributi tra pubblico e privato"
La società Pensplan Centrum, nell’ambito del Festival dell’Economia a Trento, ha organizzato un panel sul tema “Riforma fiscale, redditi finanziari e previdenza complementare”. L’evento si proponeva di illustrare la riforma fiscale con particolare riferimento ai redditi finanziari e di spiegare il regime fiscale della previdenza complementare, quale leva fondamentale per l’adesione a un fondo pensione
TRENTO. La società Pensplan Centrum è stata protagonista nel corso dell'ultimo Festival dell'Economia all'interno del format "Economie dei territori". Un approfondimento sulla riforma fiscale, che introduce un profondo cambiamento del sistema tributario, mirando a semplificarlo, a ridurre il carico fiscale sui cittadini e sulle imprese, a stimolare gli investimenti e le nuove assunzioni ma anche a promuovere l’adempimento spontaneo dei contribuenti, un rapporto più collaborativo con il fisco e un effettivo dialogo tra i medesimi contribuenti e l’amministrazione finanziaria.
Un dibattito tra Maurizio Leo, vice ministro dell’Economia e delle finanze, Giuseppe Corasaniti, professore ordinario di diritto tributario all’Università di Brescia, e l'amministratore delegato di Pensplan Centrum, Matteo Migazzi. Accompagnati dalla moderazione di Jean Marie del Bo, vice direttore del Sole 24 Ore.
La Riforma fiscale e la Legge delega. Quali sono i contenuti del provvedimento? Quali gli obiettivi? Quali interventi sono realistici in termini di modalità e di tempistiche? Come si può valorizzare il risparmio degli italiani? I relatori del panel hanno dato risposta a queste e altre domande, spiegando come i contenuti di questa riforma la rendano “epocale”.
La tassazione dei redditi finanziari. La Legge delega della Riforma fiscale prevede, per quanto riguarda i redditi finanziari, di superare l’attuale divisione tra redditi diversi di natura finanziaria e redditi di capitale, facendoli confluire in un’unica categoria.
"L’obiettivo è quello di riportare ordine in questa materia", dice il vice ministro Leo, aggiungendo come le prospettive realistiche di introduzione della riforma della tassazione dei redditi finanziari siano unicamente legate alle risorse disponibili. “Facciamo tanto affidamento sul concordato preventivo biennale, che è uno strumento attraverso il quale dobbiamo invogliare le partite Iva ad allineare i redditi dichiarati con quelli che sono i principi della capacità contributiva che devono presiedere alla determinazione del reddito”.
L’importanza del risparmio in Italia. "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro, recita l’articolo 1 della Costituzione, ma anche sul risparmio, aggiungo io”, queste le parole con cui Giuseppe Corasaniti, professore ordinario di diritto tributario all’Università di Brescia, apre il suo intervento, e continua: “L’articolo 47 della nostra Costituzione incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme”. In Italia, la propensione al risparmio è elevatissima. Come valorizzare quindi questo risparmio? Le risposte che si sono susseguite da parte degli esperti presenti al panel hanno tutte evidenziato l’importanza di eliminare le distorsioni, garantire una parità di trattamento, togliere le disarmonie e introdurre meccanismi di semplificazione dell’intero sistema.
“Il risparmio è fondamentale per la sopravvivenza del nostro Paese e va fiscalmente incentivato. Partiamo da piccoli passi: ci possono essere interventi correttivi con risorse anche limitate. Bisogna essere coraggiosi: questo risparmio è buono anche per la crescita dell’economia.”, conclude Corasaniti, invitando il Governo a organizzare il risparmio anche fiscalmente.
Molte quindi le proposte concrete presentate, sia per quanto riguarda la gradualità nell’introduzione degli interventi suggeriti dalla riforma fiscale per quanto riguarda l’unificazione dei redditi finanziari, che per la parte relativa alla previdenza complementare, che ha rappresentato un ulteriore focus dell’evento.
Il regime fiscale della previdenza complementare. All’interno del panel si è approfondito il tema dell’impatto della regolamentazione fiscale sullo sviluppo della previdenza complementare e quali interventi potrebbero migliorare la situazione attuale: Matteo Migazzi, amministratore delegato di Pensplan Centrum, società pubblica partecipata dalla Regione autonoma Trentino – Alto Adige e dalle due Province di Bolzano e di Trento e incaricata di gestire e sviluppare la previdenza complementare e l’educazione finanziaria in Regione, ha spiegato il funzionamento e la complessità della tassazione della previdenza complementare, evidenziando come la leva fiscale incida in maniera significativa sulla convenienza di questi strumenti e quindi sulla stessa adesione ai fondi pensione.
Attualmente, la tassazione della previdenza complementare si basa su un sistema Ett, il cui acronimo è Esenzione – Tassazione – Tassazione. Il cittadino iscritto ad un fondo pensione complementare durante la fase di accumulo può portare in deduzione dal reddito complessivo annuo fino a 5.164,57 euro di contributi versati alla previdenza complementare. I rendimenti finanziari maturati dal fondo pensione sono soggetti ad una ritenuta a titolo d’imposta del 20%, che risulta più favorevole rispetto al 26%, che si applica alla maggior parte delle forme di risparmio finanziario.
Al momento del pensionamento, e quindi dell’erogazione della prestazione pensionistica, ai versamenti effettuati al fondo pensione (esclusi i versamenti a titolo di contribuzione non dedotti) viene applicata un'aliquota sostitutiva del 15% che si riduce dello 0,30% per ogni anno di partecipazione a forme pensionistiche successivo al 15esimo, fino a un’aliquota minima del 9%.
Per quanto riguarda la tassazione delle somme versate dall’aderente a titolo di contribuzione, vi è però un disallineamento fra lavoratori dipendenti pubblici e privati. Mentre per i lavoratori del settore privato il sistema delle aliquote dal 15% al 9% trova applicazione dal 2007, per i dipendenti del settore pubblico ciò vale dal 2018 (per gli anni precedenti si applica il sistema della tassazione separata).
Proposte per incentivare fiscalmente la previdenza complementare. “La leva fiscale incide in modo molto significativo sull’attrattività del sistema della previdenza complementare e, quindi, sulle adesioni ad un fondo pensione”, evidenzia Migazzi, amministratore delegato di Pensplan Centrum. "Il sistema fiscale è già favorevole e non penso sia necessario renderlo ulteriormente favorevole. Sarebbe necessario ridurne la complessità e l’eterogeneità, sia a vantaggio degli operatori, sia per rendere più efficace e comprensibile l’informazione al cittadino non ancora iscritto. Inoltre, con riferimento alle modalità di tassazione, andrebbe uniformato il periodo contributivo tra pubblici e privati, per superare una discriminazione di trattamento che lede il principio di uguaglianza”.
Un’altra proposta per incentivare maggiormente la previdenza complementare, portata all’attenzione all’interno della tavola rotonda, riguarda la categoria delle persone fiscalmente a carico. Attualmente, è possibile aprire una posizione previdenziale presso una forma pensionistica complementare in qualità di soggetto fiscalmente a carico (figlio o coniuge). Ad oggi, i genitori possono versare dei contributi a favore dei loro figli di età non superiore ai 24 anni e con un limite reddituale non superiore a 4.000 euro. Si potrebbe valutare l’opportunità di ampliare tale possibilità anche ai nonni.
“Dal 2017, inoltre, con riferimento alla tassazione dei rendimenti finanziari, sussiste la possibilità di non rendere imponibile le risorse impiegate dai fondi in investimenti qualificati (economia reale). Tuttavia, tale possibilità soggiace al limite massimo del 10% dell’attivo patrimoniale del fondo stesso. La proposta potrebbe essere quella di aumentare questo limite", conclude Migazzi. Il professore Corasaniti è intervenuto sul tema degli incentivi al risparmio previdenziale, proponendo una maggior deducibilità fiscale dei contributi alla previdenza complementare, portando la soglia delle 5.164,27 euro a 10.000 euro.
Il vice ministro Leo si è espresso favorevolmente sulla proposta di introduzione di meccanismi di semplificazione, ricordando come sia presente, nella Legge Delega, una norma generale che parla della tutela della previdenza complementare.