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Pubblico impiego, fronte sindacale spaccato. Grosselli: "Pronto a rimettere il mio mandato, siamo tutti utili ma nessuno indispensabile. Avvieremo una discussione"

La frattura sindacale sul tavolo della trattativa del contratto del pubblico impiego ha delle conseguenze. Lo strappo di Cisl e Uil e le parole non mantenute del governatore Fugatti hanno portato il segretario generale della Cgil e usare parole molto dure 

Foto Cgil Fb: da sinistra Walter Alotti, Michele Bezzi e Andrea Grosselli
Foto Cgil Fb: da sinistra Walter Alotti, Michele Bezzi e Andrea Grosselli
Di GF - 28 giugno 2024 - 19:00

TRENTO. "E' successo qualcosa di grave che non può essere derubricato in un semplice incidente. Alla mia organizzazione ora dico: sentitevi liberi di dare un segnale forte anche con il cambio del segretario generale". Le parole sono quelle che arrivano dal segretario generale della Cgil, Andrea Gosselli. Parole che sono piombate sull'organizzazione di via Muredei dopo il terremoto avvenuto nei giorni scorsi con la spaccatura del fronte sindacale sul tavolo della trattativa del contratto del pubblico impiego.

 

Una rottura grave che di certo non poteva lasciare in silenzio il segretario Grosselli da sempre impegnato per questa unità. Da qui la decisione di dare un segnale forte che permetterà alla Cgil di capire come reindirizzare (se serve) le proprie scelte e i propri rapporti con gli altri sindacati.

 

 

Segretario Grosselli, si parla di sue dimissioni, cosa è successo con il rinnovo contrattuale del pubblico impiego?

Io parto dal presupposto che il presidente Fugatti aveva speso delle parole di un certo tipo il 27 luglio di un anno fa. Tutti i consiglieri presenti hanno sentito le parole. E c'era l'impegno di trovare nuove risorse per colmare il gap con l'inflazione.

Questo non è avvenuto , il presidente si è rimangiato le sue parole e per me è significativo. Io personalmente prima delle elezioni avevo firmato il protocollo e il risultato è stata questa sconfessione totale.

 

Siamo davanti ad una contraddizione enorme.

Non può essere derubricato quello che è successo come un incidente di percorso, qualcosa di quasi normale. Non si può sentire il presidente della Pat dire che c'è una emergenza salariale, vederlo convocare sindacati e imprese e dopo il primo atto concreto che prende da datore di lavoro è quello di ridurre il potere di acquisto di 6 – 7 punti percentuali. C'è una sua contraddizione enorme.

 

Lei sarebbe disponibile a mettere in gioco anche il suo incarico da segretario generale. E' così?

Il segnale di mettere in gioco anche il mio incarico è per far rilevare che c'è qualcosa di veramente anomalo in quello che è successo e lo devono capire anche Cisl e Uil e spero prima o poi anche la Giunta. Se questo non succedesse forse è bene che ci sia un discontinuità all'interno della Cgil

 

E quindi potrebbe mettere a disposizione il suo ruolo.

Io mi metto a disposizione perché ci sia discontinuità se serve a rilanciare con più forza il ruolo che abbiamo di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori. Magari la mia organizzazione deciderà, dopo la discussione che faremo, che serve un'altra persona ad interpretare una nuova fase e non voglio preordinare nulla. Credo che sia utile dare un segnale affinché si capisca che c'è un'urgenza. Se c'è un problema salariale non lo si risolve come ha fatto Fugatti. C'è un problema di tenuta sociale e anche economica del Trentino, le politiche di Fugatti non risolvono questo problema.

Se la mia organizzazione condivide che c'è stato un vulnus grave e che serve riorientare le nostre azioni, dico: sentitevi liberi di dare un segnale forte anche con il cambio del segretario generale. Se rilevate che non serve, io rimango a disposizione e continuo il mandato ma non voglio che la mia figura condizioni la discussione che avvieremo.

La Cgil ha un valido gruppo dirigente, si valuti tutti assieme. Io vado a fare anche altro. Credo che siamo tutti utili ma nessuno indispensabile.

 

E' bene chiarire che lei non ha presentato alcun genere di dimissioni ma se serve è pronto a farsi da parte. Ora cosa accadrà?

Non ci sono le dimissioni formali in questo momento. Inizieremo la discussione e a luglio ci sarà la prima assemblea e poi un'altra a settembre. Al termine della discussione vedremo cosa accadrà.

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