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La parità di genere nelle imprese: il convegno organizzato da Seac Cefor. Lisa Lancorai: "La certificazione è fondamentale: è una straordinaria opportunità di crescita"

"La donna deve essere sempre messa nelle condizioni di potersi costruire liberamente il proprio futuro, senza essere costretta a scegliere. Bisogna lavorare, e di lavoro ce n'è tantissimo da fare sulla cultura stantia, vecchio stampo, che ancora regna. Il percorso va costruito certamente all'interno delle aziende, ma ancora prima va svolto nelle scuole" il pensiero della vicepresidente provinciale Francesca Gerosa

Di D.L. - 15 maggio 2024 - 11:49

TRENTO. Il recente Global Gender Gap Report ha recentemente fornito un quadro che definire sconfortante è puro eufemismo e le previsioni sono tutt'altre che rosee.

 

Il rapporto prevede, infatti, che serviranno ancora 131 anni per un'assoluta parità nel mondo del lavoro tra i ruoli occupati dagli uomini e quelli occupati dalle donne e, addirittura, 268 anni prima che venga raggiunta la parità economica nei compensi.

 

Un'eternità, verrebbe da dire, ma - per fortuna - qualcosa sta cambiando. Se è vero che nei Cda delle società quotate in borsa, il 42% degli incarichi è svolto oggi da donne, è altrettanti innegabile che, solamente in 5 società su 210, il controllo è nelle mani di donne per una percentuale che si attesta appena attorno al 2%.

 

"La parità di genere: un'opportunità per le imprese" era il titolo del convegno promosso da Seac Cefor, l'ente di formazione del Gruppo Seac, in collaborazione con la Confocommercio del Trentino, per illustrare come la parità di genere rappresenti un volano di sviluppo per le aziende e come l'ottenimento della "certificazione della parità di genere" sia, per l'appunto, una grande opporunità.

 

Il "Sistema di certificazione della parità di genere” è un intervento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza a titolarità del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, volto ad accompagnare ed incentivare le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree maggiormente critiche per la crescita professionale delle donne.

 

L’introduzione di questo Sistema mira a promuovere una maggiore inclusione delle donne nel mercato del lavoro: è uno strumento essenziale per migliorare la coesione sociale e territoriale, nonché di fondamentale importanza per la crescita economica del nostro Paese.

 

"La certificazione - esordisce la direttrice di Seac Cefor Lisa Lancorai - rappresenta una straordinaria opportunità per le aziende del territorio. A più livelli, basti pensare all'esonero contributivo, al punteggio premiale per la concessione di aiuti di Stato, al punteggio premiale nelle gare d'appalto, alla riduzione della garanzia prevista per la partecipazione alle procedure di gara. E, aspetto altrettanto importante, rappresenta un plus importante come immagine nei confronti degli stakeholders e contribuisce a creare una cultura interna inclusiva".

 

Uno dei temi di strettissima attualità è quello riguardante il linguaggio: è veramente così importante nel percorso riguardante la parità di genere? Direttore o direttrice, ministra o ministro, sindaca o sindaco, avvocato o avvocatessa. Fa così veramente la differenza?

 

"All'inizio io stessa - spiega - non avevo dato troppa importanza a questo aspetto, ma con il passare del tempo ho compreso quanto, invece, sia un aspetto fondamentale per superare definitivamente le diseguaglianze, cercando di "ribaltare" quel linguaggio che è proprio di una cultura vecchia, stantia, superata".

 

In concreto come si ottiene la certificazione e quale è l'iter che viene seguito?

 

"E' un processo step by step - conclude - con la creazione di un percorso dedicato ad hoc per ogni realtà. Si parte da una valutazione della situazione organizzativa interna dell'azienda e poi si procede con la formazione a il supporto all'azienda stessa nell'integrazione di nuove procedure con quelle precedentemente in atto. In cosa consiste il percorso formativo? Una serie d'incontri e interventi mirati per aumentare il grado di "know how" delle persone riguardo temi e principi etici. Ovviamente seguiamo direttamente anche tutta la parte burocratica. Il nostro è un servizio "completo", qualcuno lo definirebbe "chiavi in mano": nulla viene tralasciato o lasciato al caso grazie al lavoro del mio team”.

 

Al Convegno, svoltosi presso il meraviglioso auditorium della sede di Seac ha partecipato anche la vicepresidente nonché assessora provinciale alle pari opportunità Francesca Gerosa che, tra i tanti impegni istituzionali, ha voluto essere presente per ribadire alcuni concetti importanti e, da sempre, a lei molto cari.

 

"All'espressione "parità di genere" - ha spiegato la vice presidente della Provincia Autonoma di Trento Francesca Gerosa, intervenuta nel corso del convegno - io preferisco utilizzare l'espressione "pari opportunità". Uomini e donne sono splendidamente diversi, ma non devono essere diverse le possibilità. La donna deve essere sempre messa nelle condizioni di potersi costruire liberamente il proprio futuro, senza essere costretta a scegliere. Bisogna lavorare, e di lavoro ce n'è tantissimo da fare sulla cultura stantia, vecchio stampo, che ancora regna. Il percorso va costruito certamente all'interno delle aziende, ma ancora prima va svolto nelle scuole per educare i bambini e i ragazzi di oggi, che un domani saranno adulti, ad una visione diversa della donna che può, anzi deve, poter ricoprire qualsiasi ruolo se meritevole di farlo, senza preclusioni, preconcetti o impedimenti dovuti ad una discriminazione che non deve più esistere".

 

Tra i tanti relatori, molto apprezzato è stato l'intervento di Claudia Gasperetti, coordinatrice del Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile della Camera di Commercio, che ha sottolineato come "l'obiettivo del comitato sia quello di sostenere ma anche promuovere l'imprenditoria femminile. La nostra è un'opera di sensibilizzazione perché, non è accettabile, che una donna al giorno d'oggi sia costretta a scegliere tra famiglia e lavoro. Le donne sono resilienti e sanno adattarsi benissimo ai cambiamenti: la certificazione deve diventare uno strumento di uso comune per le aziende con inevitabili benefici per l'economia. E, altro aspetto non meno importante, le aziende non devono mai dimenticarsi che svolgono anche un ruolo sociale, oltre che economico".

 

Parità non è, però, solamente un concetto che riguarda uomini e donne nei contesti aziendali. Parità significa stesse opportunità per tutti in ogni momento, come ha ben sottolineato la dottoressa Marcella Loporchio, LinkedIn Top Voice Gender Equity ed esperta in Diversity & Inclusion.

 

“Quando si parla di parità non dobbiamo far riferimento solo all'integrazione delle donne nelle organizzazioni aziendali queste le sue parole -, ma piuttosto al tema di garantire dei contesti lavorativi in cui tutti i lavoratori possano avere le stesse opportunità nelle fasi di selezione e inserimento, nel riconoscimento economico e di benefit, negli avanzamenti di carriera. Le discriminazioni soffocano opportunità, sprecano il talento umano necessario per il progresso economico e accentuano le tensioni sociali e le disuguaglianze”.

 

"In certi ambienti - le ha fatto eco la dottoressa Barbara Poggio, prorettrice dalle politiche di equità e diversità dell'Università di Trento - il primo passo da compiere è il riconoscimento che il problema esiste. Sì, perché vi assicuro che è tutt'altro che scontato, in certi ambienti non viene percepito come un problema. La strada da compiere è molto lunga e il percorso formativo deve partire sin dalla scuola".

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