Confagricoltura “tende la mano” a Coldiretti: “È stata una decisione sofferta, ma non è una rottura: abbiamo privilegiato i nostri lavoratori”
Il presidente di Confagricultura del Trentino Diego Coller risponde alle dure critiche di Coldiretti dopo il rinnovo del contratto dei dipendenti del settore agricolo
TRENTO. “Per noi si è trattato di una decisone sofferta: non si tratta di una rottura, ma un passo in funzione dei nostri lavoratori”.
Confagricoltura del Trentino, tramite le parole del Presidente Diego Coller a Il Dolomiti, difende la sua posizione in merito al recente rinnovo del contratto dei dipendenti del settore agricolo, in risposta alle durissime critiche di Coldiretti (QUI L’ARTICOLO).
Coller esprime rammarico per la mancata condivisione dell'accordo con Coldiretti, sottolineando però come il dialogo sia rimasto aperto fino all'ultimo. La decisione finale, seppur "sofferta", è stata presa “nell'ottica di trovare un equilibrio tra le esigenze dei lavoratori e quelle delle aziende. Ci è dispiaciuto farlo senza Coldiretti ma in qualche modo abbiamo privilegiato i rapporti con le aziende con tanti operai fissi".
“Nonostante le difficoltà economiche del settore, Confagricoltura ha concordato un aumento salariale del 3%, più un ulteriore 0,9% come incentivo all'inflazione, uno sforzo - sottolinea Coller - che consideriamo importante per sostenere il potere d'acquisto dei lavoratori e contribuire alla ripresa dei consumi. Ognuno deve fare la sua parte”.
"Attenzione, capisco e comprendo anche le difficoltà che stanno affrontando le aziende; ma abbiamo percorso la nostra strada nell’ottica di trovare una posizione di equilibrio. L'obiettivo è garantire un futuro sostenibile per l'agricoltura trentina, lavoratori e aziende”.
Il comunicato stampa integrale di Confagricoltura di lunedì 2 settembre:
Il Presidente di Confagricoltura del Trentino, Diego Coller, esprime la sua soddisfazione per l'accordo raggiunto con i sindacati dei lavoratori per il rinnovo del contratto dei dipendenti del settore agricolo.
L'accordo è stato frutto di un forte senso di responsabilità di tutte le parti firmatarie, che hanno rinunciato reciprocamente a delle richieste, con l'obiettivo di garantire il massimo ottenibile in questo difficile frangente.
Coller ha sottolineato come la trattativa sia stata influenzata dalle difficoltà economiche degli ultimi anni, caratterizzate da un incremento significativo dei costi di produzione (energia, fitofarmaci, concimi). Parallelamente, anche le famiglie dei lavoratori hanno subito l'aumento del costo della vita, aggravato dalla crescita dell'inflazione e dei costi energetici.
Confagricoltura ha richiesto e ottenuto dai sindacati dei lavoratori di rinunciare ad alcune richieste normative che avrebbero comportato un onere eccessivo per le aziende agricole, preferendo investire sull'incremento salariale.
Altro aspetto positivo è l'incremento percentuale spalmato temporalmente:
- Dal 1° settembre, aumento del 3,5% (recupero dell'inflazione del biennio 2020-2023).
- A livello provinciale, aumento del 3% + 0,9% come elemento di garanzia inflattivo, erogato in tre tranche: 1,7% dal 01/01/2025, 1,3% dal 01/06/2024, 0,9% (elemento di garanzia inflattivo).
La chiusura di questa lunga trattativa permetterà di concentrarsi sui reali problemi dell'agricoltura trentina: redditività e produttività. I soci di Confagricoltura hanno evidenziato questi temi, ribadendo che i collaboratori devono essere remunerati adeguatamente, contribuendo al recupero della produttività e della redditività delle aziende.
Confagricoltura continuerà il dialogo con le istituzioni per supportare le aziende nel miglioramento dell'efficientamento, sia economico che ambientale.