"Caldo eccessivo, occorre più attenzione". Il report della Cisl sui colpi di calore dei lavoratori nelle aziende metalmeccaniche: "In due settimane oltre 50 segnalazioni"
Consolidate le buone prassi condivise in molte aziende metalmeccaniche, ma restano ampie situazioni di disagio: in due settimane oltre 50 segnalazioni di sintomatologie legate alle alte temperature
TRENTO. L’aumento delle temperature e l’intensificazione dei fenomeni di ondate di calore registrati negli ultimi anni in provincia di Trento impongono di non sottovalutare il rischio di malore e colpo di calore nel settore manufatturiero e industriale trentino.
Inizia così il report “campagna calore 2024 Fim-Cisl” firmato dall’organizzazione sindacale, che ha riportato i risultati di un’indagine di settore per raccogliere le segnalazioni di disagi e sintomi durante l’attività lavorativa nelle scorse due settimane.
"Da molti anni ormai chiediamo alle aziende più esposte e prive di adeguati sistemi di condizionamento di considerare “ambiente severo” dal punto di vista della valutazione del rischio e delle relative misure tecnologiche, organizzative e medico/sanitarie da adottare per garantire adeguati livelli di sicurezza per i dipendenti durante le fasi più torride del periodo estivo.
Sono arrivate 52 segnalazioni da (almeno) 17 aziende metalmeccaniche (la dichiarazione dell’azienda era facoltativa e in molti casi non è stata riportata, quindi potrebbero essere di più le aziende coinvolte). Nel 32,7% dei casi si tratta di giovani di età inferiore ai 35 anni, nel 50% dei casi di lavoratori e lavoratrici tra i 35 e i 55 anni mentre per il restante 17,3% di over 55.
Come prevedibile data la prevalenza maschile nel settore produttivo, solo il 28,8% sono donne.
Tra i lavoratori che hanno inviato la segnalazione, il 30,8% dichiara un livello di disagio percepito moderato. Il 38,5% elevato, il 23,1% molto elevato e il 7,7% (4 lavoratori) addirittura insopportabile.
Abbiamo raccolto anche dichiarazioni sui sintomi riscontrati, oltre alla prevedibile sudorazione abbondante e continua nel corso della giornata (71,2% dei casi), comunque da non sottovalutare per i rischi di disidratazione e abbassamento della pressione correlati: i più frequenti sono astenia e affaticamento anomalo (28,8% dei casi), mal di testa (26,9%), instabilità emotiva e perdita di lucidità (17,3%).
Un quadro sicuramente parziale ma comunque serio che impone di mantenere la massima attenzione su un problema crescente e spesso subdolo e spesso trascurato da aziende e sottovalutato dagli stessi lavoratori, che va invece affrontato in ottica preventiva e soluzioni sia tecnologiche che organizzative in grado di garantire accettabili livelli di benessere anche durante le ormai abituali ondate di calore estive.
Molte le misure implementate in diverse aziende negli ultimi anni, dall’erogazione extra di bevande, alla modifica degli orari di lavoro e all’aumento delle pause periodiche, la predisposizione di spazi idonei al riequilibrio termico dei lavoratori, alla riduzione dell’irraggiamento diretto oltre, ovviamente, agli interventi tecnologici di condizionamento o raffrescamento quando ragionevolmente realizzabile.
Questo senza dimenticare l’aspetto fondamentale ma spesso tralasciato della sorveglianza sanitaria da parte del medico competente per una corretta e puntuale valutazione di tutti i possibili fattori di rischio soggettivo".