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IL VIDEO SERVIZIO. ''Il 60% delle imprese ha rivisto i prezzi al rialzo e c'è il rischio di non poter investire'', l'indagine di Confindustria sul caro bollette e materie prime

In meno di una settimana sono state circa 80 le imprese che hanno riposto all'indagine di Confindustria con l'obiettivo di raccogliere le informazioni in merito alle ripercussioni che i rincari dei prezzi delle commodity e la difficoltà di reperimento di alcune materie prime hanno avuto sulle aziende trentine: "Non possiamo permettere che questi fattori fermino la nostra forza propulsiva"

Di Marco Todarello - 15 febbraio 2022 - 20:59

TRENTO. Un'incidenza dei costi energetici sul fatturato maggiore del 2% con picchi anche del 20-30%. Un aumento, unito a quello della crescita dei prezzi delle materie prime, che si ripercuotono in maniera significativa anche sulla marginalità. Ma nessuna impresa sembra avere l'intenzione di ridurre la produzione, mentre il 60% delle aziende ha rivisto i propri listini e la stessa percentuale delle ditte ha investito sull'efficientamento organizzativo

 

Questi alcuni risultati della ricognizione di Confindustria Trento. In meno di una settimana sono state circa 80 le imprese che hanno riposto all'indagine con l'obiettivo di raccogliere le informazioni in merito alle ripercussioni che i rincari dei prezzi delle commodity e la difficoltà di reperimento di alcune materie prime hanno avuto sulle aziende trentine.

"I dati dell’Istat relativi al Pil ci dicono che le nostre imprese hanno saputo sfruttare il vento della ripresa - commenta Roberto Busato, direttore generale di Confindustria Trento – dobbiamo mettere in cassaforte questo risultato. Non possiamo permettere che fattori come l’approvvigionamento di energia e materie prime fermino la nostra forza propulsiva. Proprio per questo l’Associazione ha voluto dare alle proprie aziende sostegno concreto e strumenti adeguati per affrontare questa situazione inedita”.

 

Il campione, fortemente eterogeneo per settore e dimensione, è estremamente rappresentativo: più del 72% delle risposte proviene da imprese energy intensive, che registrano cioè un’incidenza percentuale dei costi energetici sul fatturato (energia, gas e carburanti) maggiore del 2%. Si riscontrano picchi in cui l’incidenza percentuale dei costi energetici sul fatturato è addirittura del 20-30%. Più del 65% delle imprese che hanno risposto all’indagine attesta che la variazione dei propri costi energetici negli ultimi 12 mesi è stata maggiore del 20%. Di questi, quasi il 30% ha subito variazioni di costi superiori del 40%.

 

In questo scenario le consuete marginalità delle aziende siano state erose per far fronte alle spese energetiche. E non solo: ai costi della componente energetica si sommano, infatti, anche i costi dei trasporti e delle materie prime, queste ultime oltretutto di difficile reperimento. 

 

Quasi il 60% delle imprese attesta di aver ridotto la propria marginalità in maniera significativa a causa dei rincari. Il 17% dichiara di aver subito un impatto molto pesante. Resta da capire quanto perdurerà questo periodo inflazionistico, che per il momento è stato assorbito in maniera proporzionale dai vari attori che compongono le filiere produttive, ma finirebbe inevitabilmente per impattare sul consumatore finale se questa situazione dovesse protrarsi oltre la primavera.

 

"E' complicato aumentare i prezzi perché si sono ulteriormente aperti i mercati internazionali e non si può scaricare sul consumatore l'aumento dei costi energetici e delle materie prime. Questa dinamica alla lunga, però diventa un problema", prosegue Busato, mentre Giuseppe Schirone, economista dell'Osservatorio Prometeia, aggiunge: "Meno guadagni, significa meno investimenti in un contesto di forte transizione sociale, ambientale e digitale. Questa tensione sui prezzi mette a rischio la capacità delle imprese di finanziare in modo proprio questi processi". 

Nessuna azienda del campione ha comunque previsto di ridurre la produzione per far fronte alla situazione. Sinonimo di una solidità economica e produttiva importante e il 60% delle imprese ha rivisto i propri listini prezzi, scaricando in minima parte sul cliente la variazione dei prezzi delle commodity.

 

Sempre il 60% delle aziende ha investito nell'efficientamento della produzione e dei consumi energetici, anche tramite l’inserimento di alcune tecnologie digitali che permettono di elevare i livelli di efficienza produttiva, mentre un'impresa su tre ha pensato di associarsi ad un consorzio di acquisto (il consorzio delle imprese industriali Assoenergia) per cercare di attutire i costi della propria bolletta energetica: fare massa critica si dimostra ancora una volta un fattore che può produrre vantaggi. Solamente il 7% non ha previsto alcun tipo di azione per contrastare l’aumento dei prezzi e la difficile fase produttiva.

 

Alle incertezze legate alla pandemia, si è aggiunta infatti la forte salita dei prezzi delle materie prime. Praticamente tutti i settori si trovano alle prese con la gestione della crescita del costo dell’elettricità e del gas naturale, così come delle altre commodities. Criticità per il turismo lato società impianti (Qui articolo) e sul fronte delle imprese ricettive (Qui articolo). Problemi già sollevati dagli industriali, mentre negli scorsi giorni anche i negozi e i pubblici esercizi hanno deciso di protestare con luci e vetrine spente (Qui articolo). Una situazione che colpisce l'intera filiera produttiva, come raccontato a Il Dolomiti da Torrefazione Bontadi o  il Pastificio Felicetti. Un aumento che rischia di rallentare la ripresa avviata in modo deciso dopo il lockdown

 

Da quasi un anno si assiste a importanti fluttuazioni dei prezzi delle materie prime e dell’energia, dinamiche che incidono in maniera dirompente sul sistema economico, limitando la ripresa e le strategie in termini di costi da sostenere, tempi di approvvigionamento e sviluppo commerciale. "Il quadro già  complesso a causa delle evoluzioni sanitarie della pandemia Covid - prosegue Busato - è vessato oggi da fattori macroeconomici che hanno bisogno di essere letti, decifrati, analizzati e infine per quanto possibile anticipati".

 

I dati del Consorzio Assoenergia fotografano una situazione delicata per molte aziende, soprattutto per quelle produttive che consumano molta energia: il gas ha raggiunto picchi del +400% e l’energia elettrica di quasi +250%.

E Confindustria Trento, forte proprio della collaborazione con Assoenergia, che si occupa tra le altre cose dell’approvvigionamento in comune di energia a prezzi vantaggiosi, si è attivata sul piano politico e sul piano operativo per fare fronte a questa emergenza. Da ultimo, visto il carattere di straordinarietà del momento, gli industriali hanno deciso di potenziare il suo supporto verso le aziende associate.

 

"E' stata stretta una partnership con Prometeia, primaria società di consulenza e ricerca economica con oltre 25 anni di esperienza nell’analisi e previsione dei mercati delle commodity a supporto delle supply chain manifatturiere italiane. Da febbraio 2022 Confindustria Trento metterà dunque a disposizione delle imprese associate la possibilità di monitorare e prevedere l’andamento dei prezzi di oltre 70 commodities grazie ai dati e ai report della Piattaforma digitale Appia (Analisi e previsioni dei prezzi degli input aziendali)", dice Busato con Schirone che conclude: "La fine della pandemia potrebbe portare i costi a rientrare e riequilibrare tutto, ma i servizi potrebbero avere un peso maggiore nelle scelte delle famiglie". 

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