Export +7% in regione nei primi sei mesi del 2022 (spinto dalla meccatronica trentina), Cainelli: "Un anno da record, ma probabile flessione nel 2023"
Secondi i dati raccolti da Intesa Sanpaolo nel primo semestre del 2022 le esportazioni hanno segnato nei distretti industriali regionale un +7%, superando i 2,6 miliardi di euro, grazie in particolare alla crescita della meccatronica di Trento. Il vice-presidente di Confindustria e Ceo di Cainelli Meccanica Mirco Cainelli: “Ora però dobbiamo essere attenti alle variabili in gioco nei prossimi mesi”
TRENTO. “Nel secondo trimestre 2022, i distretti industriali del Trentino Alto Adige hanno toccato un nuovo record con 1,4 miliardi di euro di esportazioni, con una crescita del 7% che si mantiene costante da 4 trimestri consecutivi”. Sono questi i dati riportati dai tecnici di Intesa Sanpaolo per quanto riguarda l'export sul territorio regionale nel Monitor distretti industriali triveneti per i primi sei mesi del 2022, durante i quali il valore delle esportazioni ha addirittura superato i 2,6 miliardi di euro trainato, dicono gli esperti, dalla crescita della Meccatronica in Trentino: a causa del caro energia e materie prime però, in prospettiva è probabile una leggera flessione nella primavera del prossimo anno. A dirlo è il vice-presidente di Confindustria Trentino e Ceo di Cainelli Meccanica e Capigroup, Mirco Cainelli: “Nel 2021 – spiega a il Dolomiti – abbiamo assistito ad un primo boom post-Covid e la dinamica è poi proseguita nel 2022, quando le nostre aziende in Trentino hanno raggiunto valori record in termini di produzione ed export. Quello che stiamo vedendo ora però, in particolare nel trimestre luglio-agosto-settembre, è una fase di stabilizzazione: mentre gli ordini in corso dovrebbero garantire un fine anno ancora solido, l'impatto dei costi energetici e dell'aumento nelle materie prime probabilmente genererà una leggera flessione che si vedrà nei primi mesi del 2023”.
Le previsioni in questa delicata fase, dice Cainelli, devono comunque tenere in conto le molte variabili in gioco: "Dalla guerra in Ucraina ai costi energetici, che in ottobre per esempio sono scesi in Italia, fino al tetto al prezzo del gas. In base a come impatteranno queste macro-variabili si potrebbe eventualmente verificare un consolidamento dei volumi di esportazioni”. Come riportano gli esperti di Intesa Sanpaolo, nei distretti industriali in Regione le migliori performance di crescita nei mercati esteri “sono state ottenute dalla meccatronica di Trento (+21.6%, pari a +136,3 milioni di euro) nelle macchine per la forgiatura dei prodotti in metallo e nella componentistica per l'automotive grazie al traino degli Stati Uniti (+53%), e della Germania (31%), sempre per la componentistica auto”. Una filiera nella quale si inserisce proprio Cainelli Meccanica, in attività da oltre 50 anni in Trentino, e che nel 2022, dice il Ceo, ha visto una crescita “trasversale” delle esportazioni a livello internazionale.
“Quest'anno – dice infatti Cainelli – abbiamo raggiunto il massimo valore in termini di produzione ed export, una dinamica comune a molte aziende sul territorio trentino, che hanno segnato un 2022 da record. Per la nostra filiera le cause sono da ricercare da una parte negli effetti della ripartenza post Covid e dall'altra in quelli dei vari piani di ripresa messi in campo, che generano un volano di investimenti anche nel ramo della meccanica e meccatronica, una filiera legata a tecnologie cruciali nell'ambito per esempio dello sviluppo infrastrutturale. Si tratta di uno slancio che si manterrà anche nei prossimi anni e che crediamo creerà una base solida per quanto riguarda l'export in Trentino”. A questo punto però, come anticipato, l'attenzione deve essere rivolta ai prossimi mesi: “Può darsi che le macro-variabili già citate – conclude Cainelli – evolvano in maniera positiva, permettendo quindi una crescita sostenuta, ma è possibile ovviamente che si verifichi la situazione opposta e che il quadro generale tenda al peggioramento”.
A livello generale, scrive Intesa Sanpaolo, nella crescita dell'export registrata nel primo semestre nei distretti del Trentino Alto Adige “gli Stati Uniti hanno giocato un ruolo fondamentale (+22,1% nel primo semestre) seguiti dai Paesi europei partner principali delle imprese distrettuali della Regione: Germania (+5%) e Austria (+22,4%). I cali più rilevanti si sono invece registrati in Svezia, in Messico e in Russia a causa del comparto automotive e meccatronico altoatesino”. Dei 10 distretti monitorati, dicono gli esperti, 3 hanno chiuso il primo semestre in calo sull'anno precedente: “La meccatronica dell’Alto Adige (-6,2% pari a -46,2 milioni di euro) penalizzata dalle difficoltà del settore automotive; le mele del Trentino (-28,6%) hanno registrato cali diffusi su tutti i mercati ma più rilevanti in Spagna, in Egitto e Germania; i vini e i distillati di Trento (-2,3%) segnano un leggero calo causato dalla flessione delle vendite negli Stati Uniti (-14%) mercato che comunque continua a sviluppare livelli di domanda superiori a quelli del 2019 (+11,9%). Così come osservato per i distretti dei vini veneti, torna a crescere la domanda per i vini trentini da parte del Regno Unito (+14%) dopo l’arresto del 2021, e insieme crescono anche le vendite in Belgio (+35%) dove si sono riscontrate anche nei trimestri precedenti aperture di grandi centri logistici di catene retail del Regno Unito per semplificare le procedure doganali e fiscali”.
Secondo distretto di crescita invece (dopo la già citata meccatronica) “è stato quello delle marmellate e succhi di frutta del Trentino Alto Adige (+30,1% pari a +45,3 milioni di euro) che ha segnato un’accelerazione delle vendite negli Stati Uniti tra aprile e giugno (+185%) e una crescita diffusa nei principali mercati di sbocco europei a cominciare da Francia, Regno Unito e Paesi Bassi. In terza posizione si colloca il legno e arredamento dell’Alto Adige (+20,6% pari a +41,0 milioni di euro) trainato dai suoi tre principali mercati di sbocco, Germania, Svizzera e Austria. Nel sistema agroalimentare registrano crescite più contenute le mele dell’Alto Adige (+3,7% pari a +11,5 milioni di euro) che hanno ottenuto i migliori risultati in mercati come l’India, l’Arabia Saudita e la Libia, i vini e distillati di Bolzano (+6% pari a +6,4 milioni di euro) trainati da Stati Uniti e Austria che hanno più che controbilanciato le diminuzioni in Germania e i salumi dell’Alto Adige (+6,4% pari a +2,3 milioni di euro) che crescono principalmente in Austria, ma segnano cali in Germania. Infine, il piccolo distretto del porfido di val di Cembra ha segnato una crescita rilevante (+28,9% pari a +5,9 milioni di euro) grazie al balzo delle vendite in Francia, in Germania e in Svizzera”.
Considerando l'intero Triveneto, sottolineano gli esperti nel report: "I principali mercati di sbocco si concentrano nell’Europa occidentale e nel Nord America (rispettivamente il 49% e il 15% del totale dell’export nel primo semestre 2022). Le aree geografiche trainanti sono state il Nord America (+31,3%), il Medio Oriente (+31,1%) e l’America Latina (+28,1%). Al calo provocato dal conflitto russo ucraino (-78,5 milioni di euro tra Russia e Bielorussia) si sono contrapposte delle crescite considerevoli su mercati quali Turchia (+77 milioni di euro pari a +39,4%) ed Emirati Arabi Uniti (+90 milioni di euro pari a +44%)".