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Caro energia, l'ora più buia per gli impiantisti: ''Chiudere ancor prima di partire? Impensabile, un'intera filiera a rischio''. E aumenta il prezzo degli skipass

La presidente di Anef, Valeria Ghezzi: "Non possiamo fare gestione energetica e dobbiamo ottimizzare il fattore climatico: ci vuole il mix di freddo, umidità e assenza di vento per produrre neve: non abbiamo scelta. Speriamo che il governo si ricordi di noi". Riflettere su possibili misure anche la Pat, Failoni: "Aspettiamo di vedere quanto succede a Roma e Bruxelles"

Di Luca Andreazza - 06 settembre 2022 - 06:01

TRENTO. "Chiudere gli impianti ancora prima di iniziare è impensabile perché mettiamo a rischio una filiera: strutture ricettive in primis, ma anche tutti gli attori che ruotano intorno all'industria della neve". Queste le parole di Valeria Ghezzi, presidente di Anef- associazione nazionale esercenti funiviari, sul caro energia e gas che assesta un duro colpo a tutti. "I costi sono arrivati a livelli altissimi e non c'è una strategia per fronteggiare questa situazione".

 

Tanti esercenti e imprenditori si trovano a far i conti con i rincari dell'energia, molte le aziende in sofferenza per bollette raddoppiate o triplicate rispetto a 12 mesi fa. E questa dei costi è una grande incognita sulla prossima stagione invernale. Le avvisaglie si sono avute sulla coda dell'inverno scorso e tra gli attori del sistema, in attesa dei ristori per il lockdown del settore a causa Covid, qualche campanello d'allarme era già suonato. Dal 2018 al 2021 un impianto di risalita di Madonna di Campiglio era passato da 250 mila a 400 mila (Qui articolo).

 

"La situazione - dice Ghezzi - è notevolmente peggiorata e i costi energetici possono cambiare il risultato di un bilancio. Rischia di essere una mazzata paurosa. La bolletta di luglio 2022, per esempio, è triplicata rispetto a quella di luglio 2021. E l'estate non presenta quelle criticità operative che abbiamo durante l'inverno. E' chiaramente una preoccupazione in vista dei preparativi e il tempo inizia già a stringere".

 

A dicembre bisogna cercare di farsi trovare pronti, ci sono le premiere e week end di lancio, ma l'obiettivo per tutte le stazioni sciistiche è l'immacolata. "Le società impianti - aggiunge Ghezzi - non possono fare gestione energetica. Già dobbiamo ottimizzare il fattore climatico: ci vuole il mix di freddo, umidità e assenza di vento per produrre neve. Non possiamo pensare agli eventuali prezzi della bolletta quando le condizioni si presentano: non c'è scelta".

 

La presidente di Anef non vuol sentire parlare di chiusura ma è evidente la preoccupazione sui bilanci degli impianti. Giù usciti dalle difficoltà per il lockdown.

 

"Per non aprire - continua Ghezzi - la situazione deve essere molto più che disperata. Non possiamo nemmeno rinunciare agli investimenti per pagare le bollette, fermarsi significa condannare a morte una società. Il 2020 e l'epidemia Covid ci hanno insegnato che a Roma non ci conoscono molto bene e speriamo non ci dimentichino nei prossimi provvedimentiA livello di costi del governo incidiamo veramente poco ma abbiamo un grande peso per le località di montagna. Non abbiamo la presunzione che palazzo Chigi pensi solo a noi e comprendiamo che la crisi è generalizzata, però l'appello è che nelle prossime misure di urgenza e emergenza dell'esecutivo Draghi ci siano risorse anche per il nostro settore: non possiamo permetterci di aspettare che il nuovo governo entri in carica (indicativamente ottobre-novembre) perché la stagione è praticamente partita per quanto riguarda la nostra operatività". 

 

Si attendono sviluppi politici. Nel 2020 la Pat aveva stanziato 5 milioni per garantire l'innevamento programmato di un inverno poi andato, come noto, in bianco a causa della recrudescenza della situazione epidemiologica (Qui articolo). In piazza Dante si aspetta di capire quanto avviene tra Roma e Bruxelles. "Vediamo nei prossimi giorni - commenta l'assessore Roberto Failoni - se governo centrale e quello europeo prendono i provvedimenti che tutti attendono per quanto riguarda costo energia e faremo i nostri ragionamenti come Provincia in una visione complessiva".

 

Intanto a salire c'è il prezzo degli skipass. "Viene adattato all'inflazione, una media di un +10% ma se si acquista online si scende al +5%. Non vorremmo andare oltre e riversare i nostri costi sul cliente, anche perché non è corretto e il rischio è quello di perdere sciatori. Le tessere non coprono i rincari energetici ma le materie prime e i maggiori costi per il recente rinnovo del contratto di settore". 

 

E gli aumenti delle bollette rischiano di affondare i bilanci comunali. Dall'illuminazione pubblica ai servizi come palestre e palaghiaccio, le amministrazioni cercano le contromisure per fronteggiare una situazione complicata, si pensa di rinunciare alle luminare nel periodo natalizio. La preoccupazione è tanta, si teme la stangata che potrebbe arrivare nei prossimi mesi e c'è pure l'ipotesi di razionare l'energia (Qui articolo).

 

"E' di difficile applicazione l'idea di razionare l'energia: perdiamo magari giornate ottimali per produrre neve? Teniamo alcuni impianti chiusi a rotazione? Troppo complicato e si andrebbe comunque in perdita", conclude Ghezzi.

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