Caro energia, l'ora più buia per gli impiantisti: ''Chiudere ancor prima di partire? Impensabile, un'intera filiera a rischio''. E aumenta il prezzo degli skipass
La presidente di Anef, Valeria Ghezzi: "Non possiamo fare gestione energetica e dobbiamo ottimizzare il fattore climatico: ci vuole il mix di freddo, umidità e assenza di vento per produrre neve: non abbiamo scelta. Speriamo che il governo si ricordi di noi". Riflettere su possibili misure anche la Pat, Failoni: "Aspettiamo di vedere quanto succede a Roma e Bruxelles"
TRENTO. "Chiudere gli impianti ancora prima di iniziare è impensabile perché mettiamo a rischio una filiera: strutture ricettive in primis, ma anche tutti gli attori che ruotano intorno all'industria della neve". Queste le parole di Valeria Ghezzi, presidente di Anef- associazione nazionale esercenti funiviari, sul caro energia e gas che assesta un duro colpo a tutti. "I costi sono arrivati a livelli altissimi e non c'è una strategia per fronteggiare questa situazione".
Tanti esercenti e imprenditori si trovano a far i conti con i rincari dell'energia, molte le aziende in sofferenza per bollette raddoppiate o triplicate rispetto a 12 mesi fa. E questa dei costi è una grande incognita sulla prossima stagione invernale. Le avvisaglie si sono avute sulla coda dell'inverno scorso e tra gli attori del sistema, in attesa dei ristori per il lockdown del settore a causa Covid, qualche campanello d'allarme era già suonato. Dal 2018 al 2021 un impianto di risalita di Madonna di Campiglio era passato da 250 mila a 400 mila (Qui articolo).
"La situazione - dice Ghezzi - è notevolmente peggiorata e i costi energetici possono cambiare il risultato di un bilancio. Rischia di essere una mazzata paurosa. La bolletta di luglio 2022, per esempio, è triplicata rispetto a quella di luglio 2021. E l'estate non presenta quelle criticità operative che abbiamo durante l'inverno. E' chiaramente una preoccupazione in vista dei preparativi e il tempo inizia già a stringere".
A dicembre bisogna cercare di farsi trovare pronti, ci sono le premiere e week end di lancio, ma l'obiettivo per tutte le stazioni sciistiche è l'immacolata. "Le società impianti - aggiunge Ghezzi - non possono fare gestione energetica. Già dobbiamo ottimizzare il fattore climatico: ci vuole il mix di freddo, umidità e assenza di vento per produrre neve. Non possiamo pensare agli eventuali prezzi della bolletta quando le condizioni si presentano: non c'è scelta".
La presidente di Anef non vuol sentire parlare di chiusura ma è evidente la preoccupazione sui bilanci degli impianti. Giù usciti dalle difficoltà per il lockdown.
"Per non aprire - continua Ghezzi - la situazione deve essere molto più che disperata. Non possiamo nemmeno rinunciare agli investimenti per pagare le bollette, fermarsi significa condannare a morte una società. Il 2020 e l'epidemia Covid ci hanno insegnato che a Roma non ci conoscono molto bene e speriamo non ci dimentichino nei prossimi provvedimenti. A livello di costi del governo incidiamo veramente poco ma abbiamo un grande peso per le località di montagna. Non abbiamo la presunzione che palazzo Chigi pensi solo a noi e comprendiamo che la crisi è generalizzata, però l'appello è che nelle prossime misure di urgenza e emergenza dell'esecutivo Draghi ci siano risorse anche per il nostro settore: non possiamo permetterci di aspettare che il nuovo governo entri in carica (indicativamente ottobre-novembre) perché la stagione è praticamente partita per quanto riguarda la nostra operatività".
Si attendono sviluppi politici. Nel 2020 la Pat aveva stanziato 5 milioni per garantire l'innevamento programmato di un inverno poi andato, come noto, in bianco a causa della recrudescenza della situazione epidemiologica (Qui articolo). In piazza Dante si aspetta di capire quanto avviene tra Roma e Bruxelles. "Vediamo nei prossimi giorni - commenta l'assessore Roberto Failoni - se governo centrale e quello europeo prendono i provvedimenti che tutti attendono per quanto riguarda costo energia e faremo i nostri ragionamenti come Provincia in una visione complessiva".
Intanto a salire c'è il prezzo degli skipass. "Viene adattato all'inflazione, una media di un +10% ma se si acquista online si scende al +5%. Non vorremmo andare oltre e riversare i nostri costi sul cliente, anche perché non è corretto e il rischio è quello di perdere sciatori. Le tessere non coprono i rincari energetici ma le materie prime e i maggiori costi per il recente rinnovo del contratto di settore".
E gli aumenti delle bollette rischiano di affondare i bilanci comunali. Dall'illuminazione pubblica ai servizi come palestre e palaghiaccio, le amministrazioni cercano le contromisure per fronteggiare una situazione complicata, si pensa di rinunciare alle luminare nel periodo natalizio. La preoccupazione è tanta, si teme la stangata che potrebbe arrivare nei prossimi mesi e c'è pure l'ipotesi di razionare l'energia (Qui articolo).
"E' di difficile applicazione l'idea di razionare l'energia: perdiamo magari giornate ottimali per produrre neve? Teniamo alcuni impianti chiusi a rotazione? Troppo complicato e si andrebbe comunque in perdita", conclude Ghezzi.