Covid, Trentino peggio degli altri anche nell'economia: nel 2020 calo del Pil superiore alla media italiana e stime di crescita più regressive
L'Ispat ha elaborato le sue stime per il 2020 sulle dinamiche dei principali aggregati economici per il Trentino: “A livello provinciale -9,8% del Pil (-8,9% a livello italiano) e un sentiero di crescita lievemente più regressivo che nel resto d'Italia”
TRENTO. L'impatto che la pandemia ha avuto sul sistema economico ha di fatto portato in quasi tutti i paesi più colpiti alla recessione più pesante dal Dopoguerra, ma se a livello nazionale i dati relativi al 2020 non sono assolutamente confortanti, in Provincia di Trento è andata ancor peggio: la caduta del Pil in Trentino è stata del 9,8%, quasi un punto percentuale in più rispetto al dato nazionale (-8,9%) e per quanto riguarda la crescita la Pat “si colloca su un sentiero lievemente più regressivo” del resto d'Italia.
A riportare le stime relative all'economia trentina nel 2020 è l'Istituto di statistica della provincia di Trento, che anticipa con il suo resoconto (“Stima anticipata del Pil e delle principali grandezze macroeconomiche in Trentino”) il report complessivo dell'Istat. “Il Trentino ha subito la brusca caduta dei livelli produttivi e ha risentito in modo molto significativo della flessione della domanda e dei blocchi alla produzione per le attività non essenziali – scrive l'Ispat – l'evoluzione complessiva del Pil dovrebbe assestarsi per il 2020 attorno al -9,8%, una variazione negativa superiore a quella stimata a livello nazionale, spiegata dalla maggiore specializzazione nella filiera del turismo”. In termini assoluti, il Prodotto interno lordo (in prezzi correnti) in Trentino è calato lo scorso anno, rispetto al 2019, di 1 miliardo 849 milioni di euro, catapultando la Provincia di Trento su per giù agli stessi livelli del 2013.
E così si aggiunge un altro tassello a questo tragico 2020 che ha visto il Trentino essere il territorio che ha registrato in Italia il maggior eccesso di mortalità nel periodo ottobre-dicembre 2020 (+65,4%) e il secondo, dopo la Lombardia, su tutto l'anno (con un +29,9% in più rispetto al +36,6% registrato dal vicino lombardo) (QUI APPROFONDIMENTO). Ora mentre la campagna vaccinale pare essere decisamente sotto le aspettative (da ieri in Italia si è partiti con le prenotazioni di tutte le fasce d'età mentre in Provincia di Trento si è partiti con gli over 45 e i dati non sono da primato nemmeno nelle categorie che per ora si stanno cercando di coprire di più QUI APPROFONDIMENTO) ad essere sotto le aspettative nazionali in Trentino sono anche le stime di crescita.
''La Provincia di Trento - dice l'Ispat - si colloca su un sentiero di crescita lievemente più regressivo: le prime stime indicano infatti una flessione leggermente più marcata nel confronto con le regioni del nord-est, del nord-ovest e soprattutto rispetto alle regioni del centro e del mezzogiorno”. Pesante anche la perdita, a livello di Prodotto interno lordo, stimata per l'Alto Adige, con la Provincia di Bolzano che vedrebbe nel 2020 un calo di addirittura l'11,3% del Pil.
Molti i fattori che hanno influenzato le performance economiche sul territorio provinciale, a partire dal drastico calo della spesa delle famiglie, che costituisce la componente più colpita della domanda interna, fino alla diminuzione della propensione ad investire, che in Trentino ha segnato numeri relativamente meno severi rispetto a quelli nazionali, dove la flessione degli investimenti è stata dell'8,7%, grazie alle misure pubbliche locali. “In generale – scrive l'Ispat – in Trentino le restrizioni alle attività produttive hanno interessato il 40,7% delle attività economiche misurate in termini di fatturato”. A pesare inoltre, in particolare nel comparto manifatturiero, il calo della domanda estera dovuto alla diffusione del Covid tra i principali partner commerciali italiani.
In Trentino il calo delle esportazioni è stato molto significativo ma relativamente breve, con un vero e proprio crollo della domanda estera, sottolinea l'Ispat: “Tra marzo e aprile, per poi recuperare terreno verso la fine dell'anno ma senza essere in grado di ritornare ai livelli pre-Covid”. Nel 2020 le esportazioni sono calate in Trentino di uno spaventoso 13,4%, molto più che nelle regioni limitrofe (-3,5% in Alto Adige, -8,2% in Veneto e in Emilia Romagna), ma anche rispetto alla contrazione registrata a livello nazionale, dove il calo è stato del 9,7%. Nel dettaglio, le perdite in termine di vendite annue sono state del 13,9% con la Germania, -16,6% con la Francia, -13,8% con gli Stati Uniti e addirittura -19,5% con il Regno Unito.
Come già sottolineato, a pesare sui dati macroeconomici trentini sono state in particolare le perdite registrate dal comparto turistico, “uno tra i settori produttivi – scrive Ispat – che più ha sofferto delle limitazioni agli spostamenti”. Tra la stagione invernale che ha dovuto chiudere anticipatamente e quella estiva partita in ritardo e con una presenza sensibilmente minore di stranieri (in cui le perdite sono state contenute al 18%), il drastico calo dei movimenti turistici si è ripercosso su tutta la filiera, innescando effetti a catena anche dal lato dell'offerta.
Nel contesto dell'economia provinciale però sono stati duramente colpiti tutti i settori economici, con la flessione più importante del livelli produttivi nell'industria in senso stretto (-10,3%, mentre in Italia il calo è stato dell'11,1%), in quello dell'agricoltura, silvicoltura e pesca (-12,2% in Trentino, in Italia -6%), nelle costruzioni (-6,9% in Trentino, -6,3% a livello nazionale) e nei servizi (-9,7% in Trentino e -8,1% in Italia). “In tenuta – sottolinea invece l'istituto di statistica – considerando lo specifico contesto, l'estrattivo, l'alimentare e l'industria delle bevande, il tessile e la lavorazione dei minerali non metalliferi”.
Dal punto di vista occupazionale, le misure di contrasto alla pandemia, focalizzate soprattutto sull'estensione illimitata della Cassa integrazione e sul blocco dei licenziamenti, scrive l'Istituto di statistica: “Hanno reso meno esplicativi i principali indicatori del lavoro. Il tasso di disoccupazione è cresciuto moderatamente, passando in Trentino dal 5% al 5,3%”. Ma l'impatto sul mercato del lavoro, avverte l'Ispat, è più importante di quanto evidenziato dai numeri sulla disoccupazione: “Sia per la riduzione delle ore lavorate, sia per l'aumento degli inattivi”. Ad essere particolarmente colpiti sono stati i lavoratori a tempo determinato ed i giovani.
“I dati del 2020 elaborati dall’Ispat – dichiara in merito l’assessore provinciale allo sviluppo economico, ricerca e lavoro Achille Spinelli - evidenziano come quello passato sia stato un anno molto difficile, con alcuni settori come quello del turismo, della ristorazione e dei pubblici esercizi che hanno subito dei contraccolpi pesantissimi. La Provincia ha messo in campo una serie di misure per sostenere imprese e lavoratori colpiti dalla crisi Covid nella certezza che dopo la recessione, ci sarebbe stato il tempo della ripresa. In questa fase finale del primo semestre 2021 si intravedono dei segnali di recupero dell’economia, con alcuni settori che stanno crescendo, mentre quelli più colpiti guardano con maggior ottimismo al futuro, grazie al fatto che la situazione dei contagi sta permettendo aperture e riduzione delle restrizioni. Come Provincia, come dimostra l’avvio delle domande sui sostegni alle imprese e agli stagionali, continuiamo a sostenere l’economia per permetterle di agganciare la ripresa in arrivo”.