Scuola, in arrivo il pagamento degli scatti di anzianità. Movimento 5 stelle: "Boom di ore di assistenti educatori privati"
Gli insegnanti riceveranno delle buste paga più sostanziose. La giunta provinciale ha infatti stanziato circa 2.600.000 euro per il finanziamento delle posizioni retributive maturate nel 2016. Filippo Degasperi: "Il tema del sostegno agli studenti con bisogni educativi speciali è centrale, ma la Provincia assume una direzione diametralmente opposta"
TRENTO. Gli insegnanti riceveranno delle buste paga più sostanziose. La giunta provinciale ha infatti stanziato circa 2.600.000 euro per il finanziamento delle posizioni retributive maturate nel 2016 dal personale docente della scuola trentina a carattere statale. Il personale docente in Provincia è composto da 9.000 unità, 2.500 dei quali precari.
Queste risorse finanziano anche gli aumenti a regime e le competenze arretrate per circa 800 insegnanti. Il trattamento economico del personale docente prevede una progressione di carriera con aumenti automatici distribuiti in sei fasce di anzianità.
L’aumento annuo lordo pro capite, per 12 mensilità, dipende ovviamente dalla qualifica e dalla fascia di anzianità e varia da un minimo di euro 1.339 ad un massimo di euro 2.987, mentre sembrano iniziate anche le prime manovre per trovare una soluzione e avviare la trattativa sul rinnovo del contratto di comparto, un accordo fermo al 2009.
Sempre in tema di scuola e agganciandosi a questa decisione, il Movimento 5 stelle denuncia però il peso sempre maggiore degli assistenti educatori, soprattutto quelli privati: "Il tema del sostegno - dice Filippo Degasperi, consigliere provinciale - agli studenti con bisogni educativi speciali è centrale in una scuola che punta all'inclusione, ma la Provincia assume una direzione diametralmente opposta".
Un tema, quello dell'inclusione, che riveste un ruolo di primo piano all'interno delle agende politiche provinciali e delle azioni per il miglioramento dei risultati della popolazione scolastica. Mentre le ore settimanali dedicate all'assistenza educativa della Provincia mostrano un andamento altalenante passando comunque da 4.600 nel 2010/11 a 5.520 nel 2016/17, quelle di assistenza educativa in convenzione mostrano una decisa e inarrestabile crescita, da 3.359 ore nel 2010/11 a 5.716 nel 2016/17.
Il pentastellato Filippo Degasperi evidenzia alcune criticità nel sistema educativo trentino e nella privatizzazione del sostegno: "Le scuole cercano - dice - di organizzarsi frammentando le cattedre, poche ore per alunno, oppure inventandosi una serie di attività laboratoriali: il risultato è quello di accentrare fuori dalle classi gli studenti con disabilità. Le ore di docenza tra il 2010 e il 2016 sono cresciute del 6%, le ore dell'assistenza educativa pubblica sono cresciute del 20%, mentre le ore assegnate ai convenzionati sono esplose, registrando un +70%".
Il presidente Ugo Rossi, nella risposta alla prima interrogazione, spiega che "per garantire - dice - la miglior integrazione e inclusione degli studenti con Bisogni educativi speciali, diventa cruciale il ruolo dei docenti curricolari i quali, collaborando assieme al docente di sostegno e alle altre figure qualificate, concorrono all'integrazione scolastica dello studente all'interno della classe".
Un inserimento che segue la normativa nazionale: il docente è assegnato alla classe di cui è contitolare a tutti gli effetti essendo parificato ai docenti delle altre discipline. "L'inclusione - spiega il governatore - richiede che per ogni studente siano rispettati tempi e modalità di supporto diversificate, oltre che personalizzate. Non si può escludere che all'intervento dell'insegnante di sostegno si affianchi quello dell'assistente educatore, figura professionale che collabora con il gruppo dei docenti di classe, coordinandosi nell'attività. Spetta al dirigente scolastico di ogni singola istituzione scolastica provvedere alla distribuzione della quantità oraria da assegnare al docente di sostegno per la parte relativa all'intervento didattico".
Un confine ritenuto troppo sottile tra educatori e docenti: "Gli assistenti educatori, pubblici o privati, svolgono sicuramente al meglio il proprio il ruolo - commenta il pentastellato - ma i compiti e le responsabilità devono rimanere nettamente distinte e identificabili. Sembra che il sistema trentino abusi del senso civico e dello spirito di servizio degli assistenti educatori".
I criteri di reclutamento, i requisiti e i titoli sono disciplinati in quanto "gli assistenti educatori - aggiunge Rossi - operanti nelle istituzioni scolastiche alle dirette dipendenze della Provincia sono reclutati tramite concorsi pubblici, mediante i quali vengono formate le graduatorie per le assunzioni a tempo indeterminato e determinato". Attualmente le graduatori sono esaurite per le assunzioni a tempo indeterminato, mentre quelle a tempo determinato vengono effettuate sulla base delle graduatorie approvate dalla giunta nel 2012.
"Le istituzioni scolastiche e formative - commenta il presidente - nel caso in cui non risulti possibile provvedere alla copertura dei posti mediante l'utilizzo delle graduatorie d'istituto di propria pertinenza, possono utilizzare le graduatorie d'istituto delle scuole vicine. Inoltre in caso di ulteriore indisponibilità possono ricorrere a chiamate fuori graduatoria".
Il Movimento 5 stelle si chiede se la scelta dell'amministrazione provinciale di affidarsi in maniera massiccia al privato "per funzioni che le competono istituzionalmente - conclude Degasperi -. La scuola dovrebbe assumere docenti di sostegno oppure assistenti educatori, ma forse preferisce esternalizzare questo compito per sfruttare stipendi più bassi e contratti più flessibili, senza considerare che, sommando questi importi e il margine che spetta alle persone che gestiscono e contrattualizzano questi aspetti, la differenza rispetto ai costi dell’ente pubblico è praticamente nullo".