Querelle Fercam-Artoni, il Ministero: "Individuato un percorso per chiudere la trattativa", ma spunta il giallo della combine
Sembra che le aziende si siano accordate per far saltare la trattativa e costringere il Ministero a intervenire. Fercam e Artoni hanno tempo fino al 10 marzo per chiudere il tavolo
ROMA. La querelle Fercam-Artoni si tinge di giallo: se Fercam sembra cambiare le carte in tavola facendo saltare il tavolo negoziale tra l'azienda altoatesina e le sigle sindacali, il Ministero dello sviluppo economico cerca invece di ricomporre il puzzle per salvaguardare l'occupazione e il futuro della Artoni. "Sembra però che tra le aziende - spiega Stefano Montani, segretario di Filt Cgil - ci sia stata una sorta di combine per arrivare a questo punto e far intervenire il Ministero".
Sul tavolo c'è il trasferimento in capo a Fercam dei rami d’azienda di Artoni Group, Artoni Logistica e Artoni Trasporti per un totale di 570 lavoratori diretti, "ma il 10 febbraio - ricorda la Filt Cgil - la società altoatesina si è tirata indietro, costringendo le parti sociali a rivolgersi al Ministero".
Le segreterie nazionali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno approfondito nella Capitale questa delicata vertenza, dopo la rinuncia di Fercam all'affitto dell'intero ramo d'azienda di Artoni: "Una condizione drammatica - dice Montani - che lascia i lavoratori diretti senza salario e quelli indiretti senza introito e senza lavoro. Se non si raggiunge un'intesa, una prospettiva potrebbe essere il fallimento dell'azienda: un'eventualità che potrebbe mettere in ginocchio circa 3 mila lavoratori tra diretti ed indiretti".
Dopo una lunga trattativa romana i sindacati e il Ministero sono giunti a delineare un percorso, nel quale le due società si impegnano a trovare una soluzione negoziale che preveda un affitto di ramo d’azienda con un perimetro, da individuarsi, ridotto rispetto alla proposta iniziale e con il successivo acquisto da parte di Fercam, che dovrebbe coinvolgere circa 150 lavoratori dipendenti del gruppo Artoni.
Questa soluzione deve essere definita entro il prossimo 10 marzo, mentre il gruppo Artoni si impegna a reperire gli strumenti per il prosieguo, anche parziale, delle attività operative correnti. "In questa ottica - conclude Montani - l’Azienda attiverà l’istanza per l’accesso alla Cigs e il gruppo Artoni deve farsi carico delle retribuzioni pregresse di tutti i lavoratori. I sindacati hanno espresso la necessità di coinvolgere tutte le Regioni interessate per fornire delle prospettive occupazionali e di reddito ai lavoratori indiretti e dell’indotto".
Una situazione che dovrebbe chiarirsi già durante il prossimo incontro del 14 marzo.